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Tecnocl@sse 2.0

Pubblicato il: 15/05/2013 11:16:59 - e


In una situazione territoriale ad alto rischio di devianza giovanile si fanno spazio, e sono ritenute necessarie, strategie innovative nella didattica: il racconto della sperimentazione “cl@sse 2.0” in una scuola di Napoli. L’esperienza è stata presentata al III Convegno di Education 2.0.
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IL PROBLEMA DI PARTENZA

L’idea chiave da cui si è partiti trova origine nella stretta corrispondenza esistente tra la situazione territoriale specifica con alto disagio e rischio di devianza giovanile, quale è quella del 48° C.D., e la necessità di sperimentare percorsi e strategie di innovazione didattica, ormai diffusi nei diversi contesti scolastici e confermati dall’andamento del mercato informatico e dall’uso altamente diffuso che gli strumenti informatici trovano tra i nostri alunni.

L’azione cl@sse 2.0 è una sperimentazione che rientra nel Piano di Scuola Digitale che mira a un’innovazione didattico-metodologica, attivando ambienti di apprendimento che prevedano un utilizzo mirato delle NT e implementando approcci orientati al conseguimento di apprendimenti significativi da parte degli studenti, nell’ottica di una didattica orientativa.

Si intende potenziare l’uso consapevole di un orientamento didattico che agisca ricorsivamente sulle dimensioni del fare, saper fare e saper essere facendo leva su ciò che Feuerstein definisce “modificabilità cognitiva”, che punta a rendere l’allievo conscio di abilità potenziali, altrimenti destinate a non emergere.

L’ESPERIENZA

Il team docenti adotta tale metodologia nella prassi quotidiana con l’intento di: rafforzare espressività e comprensione dei messaggi legati ai differenti canali comunicativi; incrementare e finalizzare la ricerca con un uso sistematico della rete; modulare percorsi interdisciplinari; privilegiare modalità interattive attraverso cui affinare l’acquisizione delle competenze chiave in ciascuna disciplina.

Gli alunni vedono aumentare autostima e autonomia nel partecipare attivamente alla costruzione di materiale didattico da utilizzare in prima persona e da diffondere tra altri alunni.

Si tratta non di modificare o abbandonare le certezze disciplinari, ma semplicemente di riversare all’interno di più efficaci strumenti di comunicazione e di elaborazione antichi saperi, sempre validi, ma spesso trasmessi con metodologie tempi e linguaggi non più rispondenti alle nuove forme di comunicazione e non di meno alle nuove forme di apprendimento, che al di là di ogni ragionale dubbio e/o personale posizione, sono vincenti nelle generazioni emergenti.

Tale processo, che vede coinvolte tutte le discipline e tutti gli insegnanti di classe, è in attuazione dall’a.s. 2010-11 nell’attuale 4^A di scuola primaria, e si propone di:
• utilizzare in maniera continuativa, quotidiana e diffusa il computer in classe a supporto di tutte le attività svolte dall’insegnante e dagli alunni;
• favorire la comunicazione e la collaborazione degli alunni tra loro e alunni/docente anche nel tempo extrascolastico, assecondando il senso naturale di scoperta e di relazione degli alunni e stimolando attività di produzione scritta e grafica.

L’aula della tecnocl@sse è dotata di LIM, videoproiettore e notebook per il docente. Ogni allievo, inoltre, è munito di notebook personalizzato, con il quale è possibile connettersi autonomamente e in gruppo a internet, grazie alla predisposizione di una rete wireless.
L’andamento, il monitoraggio e valutazione del processo cl@sse 2.0 è affidato al Gruppo di Lavoro Regionale costituito dall’USR Campania-Università-Nuclei Regionali dell’ANSAS.

La fase della valutazione, difatti, non ha riguardato unicamente gli apprendimenti degli allievi, ma ha posto l’intera impostazione progettuale al centro di un’analisi più complessa che coinvolge ogni piccola parte dell’intero processo, sia ex ante che ex post.

RIFLESSIONI

I docenti cl@sse 2.0 si sono messi in discussione, come ogni volta succede quando si accetta una sfida e si lavora con l’animo di chi sa che “se si crede in ciò che si fa, si può solo vincere”.

Ecco allora che si sono modificati sensibilmente i presupposti sui quali fino ad oggi era basata la propria azione didattica. Consapevoli dei profondi mutamenti che la diffusione delle tecnologie e della rete sta producendo, le metodologie didattiche hanno tenuto conto dei diversi stili di apprendimento dei diversi alunni, ponendoli nella condizione di sviluppare e incrementare il proprio bagaglio culturale.

L’entusiasmo dei piccoli tutor di cl@sse – gli allievi cosiddetti “più bravi” – che hanno incondizionatamente contribuito al successo di tutti creando sprono e raccordo tra compagni e docenti, l’incredulità di quelli che avevano ritmi molto lenti di apprendimento e scarso livello di concentrazione nel constatare di “potercela fare”, l’esaltazione di tutti per le nuove scoperte: sono stai questi i punti di forza che hanno segnato un lavoro intenso ma avvincente.

Ma tutto ciò non sarebbe sicuramente stato possibile se non ci fosse stata coesione e condivisione tra i docenti della cl@sse 2.0.
Il lavoro in sintonia e la disponibilità costante hanno valorizzato, difatti, una conoscenza reciproca e interscambiabile; hanno permesso una fortificazione negli allievi di quella motivazione che è ingrediente indispensabile per una crescita comune.

L’entusiasmo e la motivazione hanno guidato anche i docenti nella messa in pratica di quanto il nuovo ambiente di apprendimento richiedeva e soprattutto sulla ricerca di risposte adeguate alle numerose e incalzanti domande dei nostri “nativi digitali”.

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Immagine in testata di pixabay (licenza free to share)

Rosa Seccia e Angela Mormone

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