“Se Fai pari… Vinci” – Campagna contro la violenza di genere – di Arturo Marcello Allega
Il giorno 24 ottobre 2017, martedì prossimo, si terrà un importante convegno sulla parità di genere “Se fai pari vinci”, a Roma, in via della Mercede, presso la sede del Dipartimento delle Pari Opportunità. E’ un appuntamento molto innovativo perché realizzato dalla collaborazione tra il Dipartimento delle Pari Opportunità e il Comitato per lo sviluppo della cultura scientifica e tecnologica, organismi che lottano entrambi per due fondamentali obiettivi socio-culturali: eliminare le barriere che ostacolano, per l’uno, la parità uomo-donna e, per l’altro, lo sviluppo della cultura scientifica e tecnologica in una società prevalentemente dominata da un paradigma rigidamente umanistico (o da una tecnologia collassata sulle esigenze ‘tecniche’ dello sviluppo economico e del mercato).
“Se fai pari vinci”, infatti, con un gioco di parole, si riferisce all’uguaglianza aritmetica che deriva dalla parità di due numeri (ad esempio nel lancio di due dadi), insomma, la differenza (sottrazione) di due numeri uguali (cioè pari tra loro, quindi, qui non si intende il contrario di dispari) è nulla. Nulla è allora la differenza tra i due numeri (quindi sono pari tra di loro).
Questo gioco di parole è il focus della collaborazione tra i due organismi citati perché l’uguaglianza aritmetica è la piacevole parodia di una divertente rappresentazione delle STEM (Science, Tecnology, Engineering and Mathematics). E la donna è particolarmente penalizzata nel mondo delle STEM perché non c’è parità per lei nella comunità scientifica e tecnologica. I dati di “Donne e Scienza. L’Italia nel contesto internazionale (Unesco Observa 2010)” dicono infatti che le iscrizioni all’università delle donne rispetto agli uomini a Scienze e Ingegneria, nei paesi occidentali, è tra il 20% e il 35% (per l’Italia, i dati ISTAT 2009, sono lievemente più bassi tra il 16% al 30%).
Ebbene, il Comitato si è posto l’obiettivo di indicare possibili vie di sviluppo lungo le quali superare questa dicotomia tra STEM (o scienze, in generale) e cause della “ridotta partecipazione femminile” alla formazione scientifica e, in genere, alle conquiste scientifiche, soprattutto, in quelle “dure” come la matematica, la fisica, la chimica e l’ingegneria. Al Convegno ci saranno interventi dei relatori che esploreranno queste “possibili vie”.
L’approccio del Comitato è sostanziale. Pur essendo utile e sempre foriero di interesse il ricordo di figure femminili di spicco nella storia delle Scienze (dalla Curie alla Montalcini, e tante altre), straordinarie donne note e, soprattutto, la scoperta di molte donne geniali meno note, il compito del Comitato è stato ed è quello di indagare a fondo le ragioni educative e culturali che minano la scelta delle donne verso la carriera scientifica. Guardando intensamente alla storia di scienziate affermate si scopre quanto contorta e sofferente sia stata la dinamica che le ha accompagnate nel loro vissuto all’interno della comunità scientifica; e quanto lo sia stata ancor di più nella vita relazionale, sociale e privata.
Qui, assistiamo alla prima grande criticità: queste grandi storie sono necessarie ma non sufficienti per dare vita ad un cambiamento. Infatti, a ben guardare la storia di molti uomini di scienza, la comunità scientifica non è stata meno spietata e le loro vite personali non sono state meno complicate o meno complesse (basti pensare a Galileo o a Turing). E questa criticità sembra proprio indurre a pensare che nelle Scienze esista una intrinseca difficoltà a lasciar vivere e crescere ‘idee nuove’, e quindi, di conseguenza, la naturale facilità ad alimentare ostilità e barriere. Come mai?
La seconda grande criticità si osserva a livelli sociali più “ordinari”. Se, infatti, invece di guardare alla storia di persone che, seppur con difficoltà, si sono poi affermate, si guardasse al contesto di una famiglia “ordinaria”, la situazione sarebbe più evidente. Per questa famiglia è difficilissima la scelta del futuro dei propri figli, quando i figli non sono ancora in grado di scegliere e non hanno ancora manifestato attitudini esplicite ad uno specifico percorso di vita. Ed è spesso ancora più difficile la scelta quando si tratta di una figlia e la si volesse valorizzare nel settore delle STEM. Perché è così difficile?
E il ruolo della scuola in tutto questo? Qui la terza grande criticità.
La scuola è tutta al femminile. Esiste una massiccia presenza femminile nella scuola. Le STEM sono insegnate da donne nella quasi totalità dei casi. Eppure, la scelta universitaria dei diplomati per le discipline scientifiche penalizza le donne che non superano la barriera del 30-35%. Eppure sappiamo che non può essere così. Perché?
Tutte criticità essenziali. Pare, quindi, che le ragioni, alla radice di queste criticità e di ciò che non funziona, sono da ricercare decisamente più in profondità, se il fine ultimo è la eliminazione radicale delle barriere tra uomini e donne nel contesto specifico e complesso delle STEM.
Tutto ciò e le domande sollevate saranno argomento di discussione del convegno.
FLYER- se fai pari vinci
Arturo Marcello Allega