PartiamoDaVoi
Il Piano nazionale scuola digitale
Il Ministero Istruzione e Merito ha ritenuto necessario, nel mese di novembre 2022, avviare una consultazione pubblica per una ricognizione sullo stato di salute dell’attuale PNSD (piano nazionale scuola digitale) [1].
PartiamoDaVoi è un bel titolo per una campagna di consultazione, tramite la quale il Ministero ha manifestato l’intenzione di voler tener conto, attraverso la somministrazione di un questionario, rivolto ai dirigenti scolastici e ai docenti, delle opinioni della “base” per analizzare lo stato dell’arte della scuola italiana.
Il questionario somministrato, oltre a chiedere alcuni dati anagrafici (anni di ruolo, ordine di scuola, regione, ecc.), ha inteso focalizzarsi principalmente su tre tematiche:
- Gli ambienti di apprendimento e, in special modo, le competenze digitali ( il livello di innovazione) e la ricaduta percepita, secondo una scala di valutazione -da per niente a moltissimo-.
- La frequenza nell’uso degli strumenti digitali (da quotidianamente a mai) e del loro utilizzo ai fini didattici, soprattutto, insistendo sul livello di competenza del docente, che vorrebbe utilizzarli ma non si sente abbastanza competente.
- Il miglioramento prodotto dall’uso degli strumenti digitali, in quanto conseguenza di soluzioni innovative, proprio nella didattica.
Gli ambiti di miglioramento proposti nel questionario e, quindi, suggeriti alle scuole sono piuttosto ampi, in quanto comprendono sia le competenze digitali degli studenti, sia il miglioramento degli esiti di apprendimento e dei processi, congiunti al benessere emotivo relazionale dei ragazzi.
Sul benessere emotivo relazionale il mondo della scuola si è interrogato a seguito della pandemia, infatti la DAD (didattica digitale a distanza) non è riuscita a far stare bene gli studenti.
I ragazzi non solo hanno evidenziato forti disagi nella socializzazione, nonostante le ore scolastiche passate in DAD, ma addirittura sono aumentati i numeri degli alunni a rischio dispersione implicita, (Rapporto Censis 2022[2]).
Una riflessione nasce spontanea, perché a distanza di anni il PNSD[3] continua ad avere bisogno di un restyling? E in che senso e con quale finalità?
Si vogliono aggiornare le competenze degli alunni sulla base di quanto previsto nel DigComp oppure si sta avviando una riflessione circa l’attività didattica dei docenti e delle scuole?
Non è solo un problema di dispositivi ma di idea di scuola e di innovazione, perché ai ragazzi non viene richiesto di avere una certificazione digitale ma di sviluppare, attraverso il “curricolo digitale” le nuove competenze, organizzate sulle cinque dimensioni in cui si articola la struttura del DigComp.
E’sufficiente, quindi, acquistare nuovi dispositivi e software con l’avvio di ulteriori corsi di formazione per assicurare che nelle scuole si lavori per curricolo ancorché digitale?
La realtà ci dimostra il contrario, infatti, insegna che la motivazione dei docenti e la visione di insieme “vision” del dirigente possono fare la differenza e che le équipe territoriali servono/supportano i pochi soliti appassionati di didattica digitale, mentre le scuole “altre” vanno su sentieri “noti/tradizionali”, accontentandosi forse solo di un po’ di demaquillage.
Il questionario, inoltre, richiede ai docenti e ai dirigenti di fare proposte in merito ad una particolare domanda: Se fossi tu a decidere, quale sarebbe la prima azione strategica che proporresti per promuovere l’innovazione didattica?”
La nostra risposta, alla domanda posta nel questionario, è di fare seguire all’azione di ricognizione/monitoraggio, la fase di valutazione di ciò che si realizza nelle scuole.
La valutazione delle scuole, dei docenti e dei dirigenti, non ha come finalità il sanzionare, verbo che generalmente è inteso come contrario all’azione educativa, ma il dare valore alle attività delle scuole al fine di promuovere, informando e rendendo responsabilmente consapevoli, ciascuno degli attori coinvolti, nel raggiungimento degli obiettivi che fanno di una scuola la SCUOLA!
Dare valore (valutare) è urgente perché non è più tempo di procrastinare, i ragazzi si annoiano adesso e le competenze si sviluppano adesso, se non a scuola probabilmente in altri ambienti formativi e solo per i più fortunati.
Si rischia altrimenti che intere generazioni perdano per sempre una occasione, quella che solo la scuola può e deve offrire a tutti, garantire con il servizio pubblico l’equità sociale.
[1] La Direzione Generale per i Fondi strutturali per l’istruzione, l’Edilizia scolastica e la Scuola digitale ha avviato, nelle scorse settimane, una serie azioni volte ad attualizzare il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), nell’ambito della campagna “PartiamoDaVoi”, lanciata il 27 ottobre2022.
[2] Lo European Skills Index (Esi) elaborato da Cedefop permette un confronto tra 31 Paesi europei in merito allo sviluppo delle competenze. Negli ultimi tre anni l’Italia si è costantemente posizionata all’ultimo posto con un valore pari al 15,1%, percentuale che esprime la parte del percorso fatta rispetto al raggiungimento della performance ideale.
[3] Il Piano Nazionale Scuola Digitale è un documento di indirizzo dal Ministero dell’Istruzione italiano redatto nel 2015. Una strategia complessiva di innovazione della scuola italiana per un nuovo posizionamento del suo sistema educativo nell’era digitale.
Sebastiana Fisicaro Già dirigente tecnico. Formatrice per Invalsi e Indire. Coordinatrice Rete SOPHIA 3.0.