La tavola periodica delle competenze di  Fabio Di Pietro e Stefano Lotti

Questo è il titolo del n. 63 dei Quaderni della Ricerca ed. Loescher, “agili monografie pensate come contributo autorevole al dibattito culturale e pedagogico italiano” così è presentata la collana. Il testo costruisce una originale e, nello stesso tempo, solida struttura metodologica,  entro la quale si collocano percorsi didattici trasversali alle varie discipline,  finalizzati alla acquisizione quell’oscuro “oggetto del desiderio” che, in vari modi richiamati nelle indicazioni ministeriali, nelle elaborazioni della ricerca pedagogica, nella definizione di indicatori di risultato formativo, nello stesso lavoro quotidiano dell’apprendere di docenti e studenti, si realizza/ si dovrebbe realizzare nella scuola come “acquisizione di competenze”. Lasciata la fin troppo usurata letteratura di maniera, che continua ad agitare la conoscenza versus la competenza ovvero la competenza versus la conoscenza, la ricerca di cui il libretto dà conto è una mappa che disegna e definisce confini, itinerari e orizzonti per l’apprendere. Come in un gioco, si avvia e si conclude nei vari capitoli un percorso sequenziale, basato su regole via via esplicitate/ esplicitabili che esplorano ed evocano, nei diversi ambiti culturali,  curiosità, gusto, consapevolezza, padronanza, espressione, comunicazione e quant’altro si produce nel corso di processi di apprendimento efficaci e creativi.  

il Sistema periodico di Mendeleev, che proprio in quelle settimane imparavamo laboriosamente a dipanare, era una poesia, più alata e più solenne di tutte le poesie digerite in liceo: a pensarci bene, aveva perfino le rime! Che, se cercava il ponte, l’anello mancante, fra il mondo delle carte e il mondo delle cose, non lo doveva cercare lontano: era lì.” La citazione di P. Levi ( Il sistema periodico, Einaudi 1975), l’exergo introduttivo  dei capitoli  che descrivono la tavola e le sue articolazioni, esplicita bene quale sia Il filo conduttore di una proposta di lavoro dentro e per la scuola, un atlante, in senso proprio, che permette di orientarsi e orientare tra le competenze e di connetterle a varie e diverse opzioni  didattiche. Come Primo Levi  raccoglie  in 21 racconti, ciascuno intitolato con il nome di un elemento della tavola periodica,  la  propria vita vista attraverso il caleidoscopio della chimica ,  così  è costruita la TPC dove gli  elementi sono collocati su righe e colonne  in cui, ciascuna delle 6 competenze (comunicare, leggere e comprendere, collaborare, valutare, competenze digitali, apprendere), è sinteticamente illustrata in una scheda grafica riassuntiva e collocata poi entro la tabella complessiva in cui le sei competenze si articolano in 67 elementi. 

 Sia chiaro che questo oggetto non colloca il lavoro scolastico in un mondo ideale, in un giardino dell’eden formativo, ma si situa nell’ hic et nunc della scuola italiana di oggi, contesto che offre al gioco degli autori (docenti e studenti) i mattoni che, nel fare scuola, concretamente si utilizzano.

La prefazione di L.Guasti dà conto di questo modello operativo, riaccostandolo alle diverse operazioni cognitive che ricostruiscono il quadro esaustivo  delle operazioni mentali definibili  come conoscenze (qui il richiamo alle tassonomie di Bloom è esplicito). Lo strumento didattico, che i due autori e quanti hanno collaborato con loro in questo viaggio, fa muovere i protagonisti dell’avventura entro uno spazio di ricerca ben definito, che richiede capacità di ri-orientamento continuo verso diversi approdi. Non a caso chi muove le fila verso scoperte, cui i vari percorsi conducono, non è semplicemente un docente e/o un metodologo, ma piuttosto un etnografo che, secondo le migliori tradizioni, osserva, registra, annota, prende appunti, collabora alle azioni e ai  comportamenti di quello straordinario rituale sociale che è la costruzione di senso, finalizzata all’apprendimento. 

Dopo una introduzione in cui i due docenti etnografi definiscono il contesto, i primi due capitoli spiegano la logica dello strumento e forniscono una precisa e documentata rassegna dei riferimenti istituzionali e scientifici del lavoro. Si passa poi, attraverso le esperienze dei colleghi che hanno condiviso l’ avventura, a mettere alla prova lo strumento, sia chiarendo le risposte che questo è in grado di fornire alle tante domande che il lavoro scolastico pone, sia verificandolo in azione ( dallo studio della letteratura, all’educazione civica alle varie tipologie di laboratori, che alla TPC si posso ispirare.) Il capitolo conclusivo si apre con una citazione di G.Bateson ( Mente e Natura, Adelphi Milano, 1984) Riflettendo sui “difetti” e gli errori  dell’istruzione scolastica del mondo occidentale, Bateson nomina l’importanza della “struttura che connette” e si chiede come mai proprio la struttura delle connessioni sia assente dalle scuole  e come, proprio questa assenza, condanni  la scuola a non insegnare nulla che abbia “una importanza vera e vitale”. Ecco, il gruppo  di lavoro TPC, geograficamente collocato tra  Riva del Garda, Trento, Bologna, Sassari e Palermo, fa vedere come l’errore possa essere corretto e come sia possibile aprire tante nuove strade, con rigore, fantasia e impegno.

Ispirata alla celebre Tavola di Mendeleev, La Tavola Periodica delle Competenze si propone di riassumere la complessità dell’azione didattica offrendo ai docenti la possibilità di orientarsi rapidamente negli elementi che compongono le competenze.

 

Autori

Paola Andreoli, Anna Maria Bisi, Stefano Lotti – Liceo A. Maffei Riva del Garda

Emilia Seghetti – Liceo E. Fermi Bologna

Marina Usala – Liceo S. Cannizzaro – Palermo

Fabio Di Pietro – Liceo D. A. Azuni Sassari

Michele Ruele – Liceo G. Galilei Trento

Per approfondire

 

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Vittoria Gallina