Il parco delle lingue del mondo

Nel 1919 l’allora sindaco di Milano Emilio Caldara e l’assessore all’Igiene Luigi Veratti realizzano che la condizione sanitaria dei bambini e delle bambine della città è grave, con il serio rischio di diffusione di tubercolosi e rachitismo. Nasce così il progetto di una scuola innovativa, centrata sull’attivismo e l’insegnamento all’aperto. Dal 1922, con le prime colonie elioterapiche, la “Casa del Sole” inizia la sua storia; una storia, si direbbe oggi, di sensibilità educativa e inclusiva.[1]

Dalle migrazioni di inizio secolo, dal Veneto, dalle valli padane e dalla bassa padana, a quelle del dopoguerra dal sud Italia, fino a oggi, con bambini e bambine che arrivano da tutte le parti del mondo, la collocazione di questa scuola tra “la” via Padova e viale Monza (periferie interne alla città) ha informato e informa l’identità didattico-educativa di questa scuola. Una scuola che nasce, quindi, per prendersi cura delle fragilità, un compito che, adattato al contesto e a nuovi bisogni, si cerca ancora oggi di svolgere. Questa consapevolezza, che è anche una responsabilità, ci impegna ormai da diversi anni nell’organizzazione e nella progettazione di un Istituto scolastico che deve tener conto della sua condizione di scuola a forte processo migratorio: il 67% circa dei nostri studenti è CNI (Cittadinanza non italiana), ogni anno accogliamo quasi cento alunni NAI(Neo arrivati in Italia); tecnicamente, quindi, l’Istituto comprensivo “Francesco Cappelli”, di cui la “Casa del Sole” è attualmente la parte più consistente, è da considerare una scuola segregata.

Tra le diverse iniziative attivate per gestire questa complessità, una delle più significative è quella collegata alla celebrazione della  Giornata della Lingua Madre, il 21 febbraio di ogni anno. Un’attività che rientra nella scelta collegiale di inserire nel PTOF alcune giornate simboliche a cui fare riferimento per cadenzare le attività collegate al curricolo di Educazione Civica: la Giornata dedicata alla carta dei Diritti dei bambini e delle bambine, il Giorno della Memoria, la Festa della Liberazione.[2]

Ma perché celebrare questa giornata? Non si tratta solo di un evento simbolico che si esaurisce in un giorno ma di un processo di elaborazione che investe le scuole dei municipi 1,2 e 3 della città di Milano: tutte le scuole chiamate a partecipare elaborano diverse attività collegate all’obiettivo del consolidamento delle competenze delle lingue d’origine. Il giorno dell’evento, che si svolge nel contesto degli spazi outdoor del parco Trotter, le scuole condividono le loro buone pratiche con le altre scuole. Una festa pluriligue a cui partecipano studenti, docenti, genitori, mediatori, facilitatori; tutto questo con la regia del PoloStarT1, uno dei quattro PoliStarT della città di Milano, di cui l’IC Cappelli è storicamente capofila.

I Poli StarT sono frutto di un accordo interistituzionale, risalente al 2009 e più volte rinnovato, tra Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e il Comune di Milano. L’obiettivo è finanziare l’attivazione di servizi di mediazione e facilitazione linguistica per le scuole della città, con una distribuzione delle risorse secondo criteri  di complessità. Ma i Poli StarT non si limitano a questa pur fondamentale funzione. Nel tempo, oltre alla regia distributiva di risorse, all’organizzazione della giornata della Lingua Madre e a specifici percorsi formativi, grazie ad un finanziamento FAMI ha svolto anche attività di ricerca e valutazione (cfr. progetto Scambiamo, in collaborazione con la coop. Farsi Prossimo e Codici, Agenzia di ricerca sociale  – qui è possibile visionare i risultati:

https://www.iccappelli.edu.it/web/wp-content/uploads/2022/07/CODICI-Bilancio-Integrazione-Scambiamo-14102021.pdf

Alcuni punti chiave emersi dalla ricerca, che può essere utile sottolineare, sono: la rilevanza dell’offerta educativo-formativa extrascuola nel favorire l’inserimento degli alunni con biografie migratorie nel sistema istruzione e, fondamentale, la formazione linguistica degli adulti come prerequisito per migliorare l’apprendimento degli studenti NAI e CNI.

Prendendo visione delle prove Invalsi dell’IC Cappelli

[3] si rivela come punto critico non tanto l’accoglienza e il primo apprendimento della lingua; se accompagnato da pratiche funzionali (stabili, possibilmente …), il valore aggiunto relativo ai NAI evidenzia numeri relativamente positivi; nemmeno il tanto narrato disagio degli studenti nativi italofoni si verifica dai numeri[4]; è sulla componente seconde generazioni (maggioritaria nelle nostre scuole) che i risultati appaiono critici; proprio qui si innesta la necessità di un sistema che agisca sui familiari e sull’offerta formativo-educativa territoriale sportiva, culturale, artistica, che arricchisca il tempo di vita e generi la possibilità di migliorare il repertorio e le competenze linguistiche.

E, a proposito di competenze linguistiche, si aprirebbe qui la questione pluriliguismo, che merita certamente di essere perlomeno menzionata: se è vero che la lingua italiana per molti studenti con biografia migratoria è, di fatto una “seconda lingua madre”, ne deriva che “gli alunni neoarrivati hanno bisogni specifici (non speciali)”[5]. Una semplice ma efficace risposta la si può dare per esempio con progetti come quello denominato “LibroTrotter”, realizzato in collaborazione con l’Associazione Amici del parco Trotter, una biblioteca plurilingue con migliaia di volumi e periodiche letture gratuite e aperte a tutti, nelle più diverse lingue del mondo.

Gli studenti e le studentesse delle nostre scuole sono, di fatto, “naturalmente”, plurilingue; a fine primo ciclo possono arrivare a possedere, a diversi livelli di competenza, tre se non quattro lingue: può questo fatto essere tralasciato, parlando di valutazione e di successo/insuccesso scolastico degli studenti con biografie familiari migratorie?

Visti i quadri strutturali dei flussi migratori che, pur oscillando tra crescita, stabilizzazioni e decrescita, rimangono un fenomeno rilevante[6], attrezzarsi strutturalmente per gestire questo orizzonte storico e sociale risulta quanto mai necessario.

[1] AA. VV. – La Scuola del Sole La città del Sole, cent’anni del Trotter a Milano tra sperimentazione educativa e impegno sociale – ed. Amici del Parco Trotter  – 2022;  cfr. anche A. Ferri e F. MuraroLe scuole di metodo ieri e oggi: la scuola open air del parco Trotter di Milano e la Rinnovata Pizzigoni in AA. VV. Laboratori attivi di democrazia tra spazi e didattiche – Guerini e associati – 2020

[2] F. MuraroTi conosco, mi riconosco – in AA. VV. La scuola come bene di tutti – Franco Angeli – 2022

[3] Tabelle Invalsi IC Cappelli 2021

[4] AA. VV.  a cura di Costanzo Ranci  e Carolina Pacchi  – White flight a Milano: La segregazione sociale ed etnica nelle scuole dell’obbligo – Franco Angeli – 2017

[5] Graziella Favaro L’italiano che include: la lingua per non essere stranieri – documento elaborato dal Gruppo 1 dell’Osservatorio nazionale  per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura “Insegnamento dell’italiano  come  lingua seconda e valorizzazione del plurilinguismo” in : Italiano LinguaDue, n. 1. 2016. G. Favaro, L’italiano che include: la lingua per non essere stranieri–  reperibile anche qui: (https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/7560)

[6] Fondazione Ismu Ets29° Rapporto Sulle Migrazioni 2023

Francesco Muraro, Dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di F. Cappelli che include le storiche scuole del parco Trotter