Fare buone cose per un mondo migliore. In ricordo di Preziosa Togni
I libri sono riserve di grano da ammassare per l’inverno dello spirito. Deve forse aver pensato alla bella frase di Marguerite Yourcenar, la professoressa di lettere Preziosa Togni, scomparsa il mese scorso, quando ha lasciato scritto che i suoi libri di una vita «non dovranno essere venduti ma donati» Alle sue amiche Silvia, Nerina e Nadia e ai suoi cugini che potranno, e dovranno, sceglierli e alla biblioteca dell’Istituto Tecnico Giovanni XXIII di Tor Sapienza, che ha contribuito a fondare, alla fine dei difficili anni Settanta. ‘Grano’ – deve probabilmente aver riflettuto – che si trasforma in nutrimento per l’anima degli studenti.
Era in pensione da tempo, la prof.ssa Togni, ma restava una docente convinta di poter cambiare il mondo, o almeno migliorarlo con le parole, e la conoscenza. E tutte quelle storie con cui aveva appassionato, e formato, i ragazzi, sono sembrate rivivere negli sguardi commossi dei suoi ex-studenti, ora 40enni, alla sua commemorazione , celebrata al tempietto egizio del Verano, dove il suo ricordo, a distanza di decine di anni, è sembrato ancora integro, per niente scalfito dalla vita che, spesso con fatica, va avanti. Tanto che uno dei suoi ex-allievi, a fine cerimonia, sembra sentire l’esigenza di sottolineare quanto la prof.ssa Togni sia stata fondamentale per la sua crescita, definendola la persona che, assieme ai suoi genitori, ha più influito sulla sua formazione. Ricorda anche che, passando tra i banchi, Preziosa ripeteva come un mantra che «ciò che davvero conta non è il giudizio degli altri, ma la stima degli altri».
E di rispetto e ammirazione, nei suoi anni a scuola, la sua professoressa sembrava davvero aver fatto il pieno, già dalla fine degli anni Settanta, quando assieme alla collega Paola Marcon Savi, crea la biblioteca scolastica del Giovanni XXIII. «All’epoca – ricordano le sue ex colleghe Caterina Bafundi ed Eleonora Viola – nel locale dove ha poi preso posto la biblioteca, i libri erano in gran parte accatastati alla meglio e non esisteva un regolare servizio di prestito». E così, con la regia iniziale della professoressa Marcon Savi, a cui la biblioteca scolastica è ora intitolata, parte un progetto ambizioso, perseguito con tenacia e passione anche da Preziosa. Nomen omen, ci verrebbe da dire, ovvero ‘ogni nome è un presagio’. E così è stato. Per prima cosa, quindi, si ‘impreziosisce’ la scarsa dotazione libraria dell’Istituto, con la disponibilità di una somma nel bilancio della scuola da assegnare all’acquisto di testi proposti da docenti e studenti. Libri che, per la prima volta, le prof.sse Savi e Togni, decidono di catalogare con il metodo Dewey, lo schema di classificazione bibliografica per argomenti, ideato dal bibliotecario statunitense Melvil Dewey. Il progetto, negli anni, procede così alacremente che, alla fine degli anni ’80, la biblioteca scolastica aveva già al suo attivo ben 17mila volumi, raggruppati in ampie sezioni di letteratura, storia, filosofia, psicologia, antropologia, religione e molto altro, compresa una sezione tecnica e scientifica, adeguata alle esigenze didattiche dell’Istituto. Ma la professoressa Togni, anche molto attiva e con ruolo dirigente nel sindacato, a scuola non si occupava solo della biblioteca: tra i tanti progetti sperimentali, nati per i ragazzi, spiccava il laboratorio teatrale attraverso il quale si mettevano in scena spettacoli, che a scuola registravano sempre il tutto esaurito. Tra i tanti la riduzione, a opera sua, dell’Orlando Furioso, per il quale cucì alcuni abiti di scena dei ragazzi che mostravano non solo interesse, ma passione per un mondo, fino a quel momento da loro inesplorato ma davvero pieno di possibilità.
Anna Merola responsabile della biblioteca scolastica del Giovanni XXIII