Le competenze degli studenti universitari: il progetto TECO
Nella giornata del 12 giugno presso l’Aula Magna della “Sapienza” Università di Roma si è tenuto il Convegno Nazionale “La valutazione delle competenze trasversali e disciplinari degli studenti universitari: il progetto TECO” promosso dall’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione dell’Università e della Ricerca).
Il progetto TECO (TEst sulle COmpetenze) ha come scopo la costruzione di indicatori in grado di riflettere le competenze acquisite dagli studenti universitari durante il loro percorso accademico. In accordo con il processo di Bologna, infatti, l’attenzione delle istituzioni dell’Area Europea dell’Istruzione Superiore (European Higher Education Area – EHEA) si è gradualmente spostata verso una didattica centrata sullo studente, accompagnata da un’analisi degli esiti degli apprendimenti che possa contribuire al miglioramento della qualità del processo formativo.
Dopo le prime sperimentazioni del progetto TECO avviate nel 2012, a partire dal 2016 l’ANVUR si è impegnata a ridefinirne disegno di ricerca, ambiti di riferimento, impostazione metodologica e strumenti di rilevazione. Le principali novità della nuova impostazione sono le seguenti. Innanzitutto, la popolazione di riferimento è rappresentata da studenti iscritti a Corsi di Studi triennali e a ciclo unico in un punto specifico della loro carriera, indipendentemente dai CFU conseguiti. In particolare, la rilevazione coinvolge gli studenti all’ingresso e quelli all’uscita del CdS, in modo da misurare la formazione impartita (secondo l’approccio del valore aggiunto). Inoltre, le competenze misurate sono sia trasversali (TECO-T) sia disciplinari (TECO-D). Mentre per la realizzazione del TECO-T l’Agenzia ha seguito un approccio top-down, definendo in house e con il supporto di esperti esterni contenuto e struttura delle prove, per il TECO-D è stato adottato un approccio bottom-up, limitandosi al coordinamento al lavoro dei gruppi disciplinari che, una volta deciso di aderire al progetto, predispongono autonomamente il proprio test.
Gli ambiti del TECO-T finora validati e somministrati sono Literacy e Numeracy, il Problem Solving verrà sottoposto a validazione con una prova pilota nell’autunno del 2018, mentre Civics e Lingua straniera/Inglese sono in fase di preparazione. L’ipotesi di lavoro è che tali competenze attingano da un bagaglio formativo di tipo generalista, siano formabili anche durante il percorso degli studi universitari e possano essere confrontate tra Atenei e/o CdS, indipendentemente dalle discipline studiate. Invece, le conoscenze e competenze disciplinari sono strettamente legate ai contenuti formativi specifici del percorso intrapreso dallo studente e, in quanto tali, possono essere confrontate solo con CdS di analoga natura.
Le Professioni Sanitarie hanno costituito il primo GdL di TECO-D. Il loro primato si spiega col fatto che la maggior parte delle Professioni Sanitarie, avendo già adottato da tempo Progress Test specifici per i diversi CdS, hanno già di fatto identificato i contenuti disciplinari condivisi e definito i livelli di competenze attesi.
A oggi sono state portate a termine tre prove TECO-D (Fisioterapia, Infermieristica e Radiologia Medica), ma auto-candidature da parte di altre Professioni Sanitarie sono già pervenute all’ANVUR: Ostetricia, Infermieristica pediatrica, Logopedia, Terapia occupazionale, Terapia della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, Dietistica, Igiene dentale. Inoltre sono si sono costituiti i GdL di Lettere, Filosofia e Pedagogia.
Qui presentiamo un estratto dei risultati della rilevazione che l’ANVUR ha condotto tra novembre 2017 e marzo 2018, coinvolgendo 12.510 studenti in 27 Atenei. I partecipanti hanno svolto sia il TECO-T (Literacy e Numeracy) sia il TECO-D di Fisioterapia, Infermieristica o Radiologia Medica.
Nella Figura 1 sono rappresentati i risultati conseguiti da tutti gli studenti, senza distinguere per Ateneo o CdS: i punteggi medi degli studenti del primo e quelli degli studenti del terzo anno differiscono significativamente sia per Literacy sia per Numeracy, mostrando complessivamente un miglioramento. Tuttavia, mentre le competenze di Literacy crescono progressivamente nel corso dei tre anni, per le competenze di Numeracy si osserva una differenza significativa solo tra il primo anno e i successivi ma non tra il secondo e terzo anno. Infine, all’inizio del percorso universitario gli studenti registrino un livello inferiore al valore medio in entrambi gli ambiti (197,0 per Literacy e 197,7 per Numeracy).
La Figura 2 invece mostra come le competenze disciplinari aumentino significativamente dal primo al terzo anno per tutti e tre i gruppi disciplinari. La correlazione positiva tra questi punteggi e il numero di CFU suggerisce che il vantaggio acquisito nel corso dei tre anni sia il frutto del lavoro effettivamente svolto durante il percorso di studi.
In conclusione, il progetto TECO è la prima esperienza di questo genere nell’ambito della formazione superiore in Italia. I risultati suggeriscono come la formazione universitaria favorisca effettivamente lo sviluppo delle competenze disciplinari e anche quello delle competenze trasversali, seppure con differenze tra Literacy e Numeracy e tra macroaree disciplinari che verranno debitamente esaminate. I risultati TECO dovrebbero permettere di costruire degli indicatori dell’efficacia della didattica che, insieme a quelli relativi alle opinioni degli studenti e alle loro carriere, e quelli degli esiti occupazionali andrebbero costituire un cruscotto di valutazione integrato e certificato, completamente a disposizione degli atenei e dei CdS come supporto alle attività di autovalutazione e monitoraggio della qualità del processo formativo (Autovalutazione, Valutazione periodica, Accreditamento – AVA), come chiaramente espresso nel d.m. 12 dicembre 2016, n.987, allegato E.
Raffaella I. Rumiati, Daniele Checchi, Alberto Ciolfi, Morena Sabella, Annalisa Di Benedetto, Maria Rita Infurna