Scatole cinesi: un laboratorio… pieno d’amore!

DAI CONTRIBUTI SELEZIONATI PER IL CONVEGNO DEL 23 APRILE.

L’esperienza didattica a cui si fa riferimento interessa una disciplina, l’italiano, e gli alunni di una quarto ginnasio. Personalmente, pur insegnando materie classiche, ho sempre condiviso con gli alunni di ogni epoca l’interesse per le nuove tecnologie e, da qualche anno, anche l’uso dei social network applicato nella didattica. L’attività di un docente è in continua trasformazione o, per meglio dire, in costante trasformazione, lifelong learning, bisogna crederci tanto da farlo diventare uno stile di vita personale e professionale.

Organizzando un’attività curricolare di italiano per la comprensione di un testo scritto, con produzione personale, uso di un registro linguistico adeguato e completa di analisi testuale, veniva fornita agli alunni anche l’opportunità di integrare le lezioni in classe con gli esercizi e le “risorse” della piattaforma PON SOS studenti. I miei “giovani” alunni si dimostrarono subito interessati all’esperienza laboratoriale propostagli. Chi ha dimestichezza con l’ambiente e-learning sa che, a volte, i percorsi sono obbligati, le scelte, quasi standard. L’elemento originale era la classe e proprio perché di nuova formazione, necessitava di un percorso per la costruzione della sintalità. Una personalità comune, che per potersi sviluppare aveva bisogno di uscire fuori dall’ambiente e dall’orario scolastico, arricchendosi di un coinvolgimento emotivo, fondamentale per gli adolescenti e per il loro apprendimento. La scelta iniziale si orientò sul laboratorio “Leggere e scrivere lettere d’amore”. L’impianto disciplinare ripercorreva i canoni della tradizione, lo stile epistolare, il registro linguistico, l’analisi lessicale ecc. ma il tema trattato non aveva molto di tradizionale.

L’amore per un adolescente è un investimento personale, che richiede un approccio diverso per i ragazzi e le ragazze. Come docente curricolare avevo organizzato delle letture antologiche tratte dal libro di testo, fase propedeutica per la rielaborazione del sé e della relazione con gli altri, in modo da affrontare i temi dell’accettazione e del disagio di sé e, quindi, dell’accettazione e del disagio relazionale con gli altri. Il laboratorio “lettere d’amore” veniva, così, preparato in classe con tematiche che potevano fungere da corollario. Durante la prima lezione, dopo esserci collegati alla piattaforma, si iniziò un viaggio esplorativo, che necessitava di un filo d’Arianna, infatti gli alunni si disorientavano facilmente, all’inizio il nuovo li “eccita”, ma allo stesso tempo li “smarrisce”. Fatta la debita presentazione con l’interfaccia della piattaforma, relativa al laboratorio, gli alunni furono incoraggiati a prendere appunti sui modi di accesso, sul come inviare documenti, sulla possibilità di inserire documenti nelle cartelle. I ragazzi, “all’opposizione”, specie per il tema scelto, temevano di dover fare i conti con i sentimenti. La debole resistenza fu vinta dall’entusiasmo degli altri e, forse, anche dall’affiatamento, che nella classe si stava creando. Un ruolo importante ebbe, inoltre, la professoressa Vajola, la curatrice del progetto, che si accattivò la simpatia degli alunni, preparando una presentazione per segnare l’avvio ufficiale delle attività. L’entusiasmo di dover preparare una sceneggiatura, in cui la classe si sarebbe presentata, rispondendo con un movie alla presentazione della collega, gettava le basi per un lavoro singolare e coinvolgente.

L’aver avuto la possibilità di essere attori in un’attività laboratoriale, di aver compreso gli obiettivi, che si volevano raggiungere per sviluppare competenze e capacità personali e di classe, avrebbero fatto il resto. Durante gli incontri nel laboratorio sincrono, oltre alla lettura e all’analisi degli elaborati personali, sono stati indicati gli elementi per la valutazione, scaturiti dall’attività e riconosciuti da tutti, sia per una valutazione oggettiva sia per l’auto-valutazione dei singoli alunni. Il laboratorio sincrono a volte è stato utilizzato anche nel pomeriggio, con il collegamento da casa, una scelta fatta per preparare la lezione del mattino, così da permettere agli alunni incontri di familiarizzare con il breeze prima dell’incontro ufficiale. Il breeze è stata un’esperienza unica e non solo per i ragazzi. Diversi studi hanno dimostrato che l’apprendimento favorisce la creatività, la noità e altro ancora. Molti ragazzi non avevano mai scritto una lettera e, tanto meno, avevano mai imbucato una lettera nella cassetta dell’ufficio postale. Tutti i ragazzi invece, come ci riferiscono le statistiche ufficiali, sperimentano quotidianamente l’uso dei social network. Alla scuola il compito di far sperimentare la bellezza del sapere, del saper fare e del saper essere, di fare scuola con le nuove tecnologie, che per i “nativi digitali” occupano naturalmente il loro quotidiano spazio personale (forum, chat, facebook…). Lifelong learning, significa apprendimento permanente, se le fasi previste per la realizzazione del laboratorio SOS Studenti si sono concluse, ciò che gli alunni hanno messo nel loro “zaino personale”, in termini di conoscenze, competenze e capacità, non si è concluso. Facendo infatti la validazione a tutto tondo dell’attività laboratoriale, si può dire che l’impegno preso è stato raggiunto.

La video-intervista all’autrice durante il convegno del 23 aprile a Firenze.

Le slide del poster presentato durante il convegno.

Sebastiana Fisicaro