Orti di Pace: il lavoro della terra come via educativa
È da anni che mi batto, insieme a tanti colleghi, docenti di tutti i livelli, per far sì che nella scuola si coltivino orti. Di fatto oggi c’è un bel movimento non “sotterraneo”, ma – mi verrebbe da dire scherzando con le parole – “a livello del terreno”, di scuole con l’orto. In tutte le regioni d’Italia (ma non solo!) ci sono orti-giardini didattici. Non abbiamo inventato nulla. In un manuale sull’orticoltura di fine Ottocento ho trovato un capitoletto iniziale dedicato proprio agli orti didattici, con schemi precisi, indicazioni di come disporre le piantine, come posizionare l’orto rispetto al sole, ecc. Nelle scuole italiane, quindi, sono sempre esistiti gli orti. Nel periodo del fascismo poi, per sostenere le famiglie che avevano giovani alle armi e per essere il più possibile autosufficienti, sono statti chiamati “orti di guerra”. Comunque sia, coltivare un orto è sempre un’esperienza di pace e in tante parti della terra ci sono persone che in pace coltivano la terra. Abbiamo così chiamato questo progetto e questa rete “Orti di Pace”: una libera associazione, un movimento di persone libere, che hanno a cuore orti e giardini di interesse pubblico. La rete “Orti di Pace” offre la possibilità di condividere le conoscenze sulla creazione di orti-giardini e gli sforzi per promuovere questa attività.
È rivolta a tutti coloro che desiderano interessarsi alla cura di un orto. Come dicevo pocanzi, siamo partiti dagli orti didattici: un’iniziativa nata per stimolare la consapevolezza ecologica. Gli orti degli scolari sono un modo spontaneo, nella più completa libertà interiore, per fare più che per discettare, prendendo come maestra la stessa natura. Nell’orto scolastico gli studenti uniscono “teoria e pratica”, cioè il pensare e il ragionare con il progettare e il fare. In un orto impariamo i modi, i momenti adatti per seminare. Gli orti e giardini nelle scuole contribuiscono a trasformare la scuola in qualcosa di vivo di cui prenderci cura. In questi anni, usando una sola frase, possiamo dire: abbiamo lanciato i semi. Poi abbiamo riproposto la semplice esperienza degli orti, ma anche quella dei giardini: in definitiva orti come cuore dei giardini.
Le cose che vogliamo e possiamo fare sono tante: orti e giardini didattici nelle scuole, orti terapeutici dove coltivare la pace interiore, orti per chiunque desideri coltivare fiori e ortaggi in uno spazio pubblico pur non possedendo terra. L’orto e il giardino in senso lato, quindi, come un luogo ideale per intrecciare tutta una serie di scambi con la natura, l’ambiente e la comunità.
COME FAR SÌ CHE SI POSSANO CREARE ORTI E GIARDINI?
Contiamo sull’esperienza di chi lo ha fatto da sempre: i contadini, gli agricoltori, gli ortolani. Ma vogliamo continuare a coinvolgere insegnanti, dirigenti scolastici, giardinieri e paesaggisti capaci di dare una mano nella progettazione di un orto-giardino dove muovere i primi passi, emanciparsi dall’analfabetismo di chi non sa nulla di come cresce il cibo di cui ci nutriamo. Se poi orti e giardini saranno pure “ecologici”, tanto meglio. Magari ispirati alla permacoltura, all’agricoltura sinergica, a quella biologica o biodinamica; in una parola, a qualsiasi forma di agricoltura che non danneggi il suolo, ma contribuisca anzi a svilupparne la fertilità. Impareremo a coltivare il cibo, a conoscere i cicli delle piante e delle stagioni, a vivere senza produrre rifiuti; l’orto si troverà dentro un giardino che farà da fascia di protezione, ma sarà concepito anche come luogo di bellezza, un’esperienza adatta a sviluppare il senso del bello, dell’armonia, della pace. Quando coltiviamo un orto impariamo anche a rallentare: è quindi sempre un’esperienza che ci educa.
Quando seminiamo e coltiviamo frutta e ortaggi mettiamo a frutto le abilità manuali, le conoscenze scientifiche, lo sviluppo del pensiero logico-interdipendente. I tempi dell’orto ci educano all’attesa, alla pazienza di veder germinare il seme, maturare la pianta, produrre il frutto, riprodurre semi fertili. Ci piace pensare a orti dove sono coinvolti i bambini su cui vegliamo noi grandi (magari le nonne o i nonni) e insieme ci prendiamo cura delle piante. Insieme poi raccogliamo i frutti e i semi. Lavorare con la terra aiuta i bambini, i ragazzi e noi adulti a riflettere sulle storie familiari, sulla vita delle comunità locali. Nella maggior parte delle famiglie c’è sicuramente un papà, un nonno o un bisnonno che ha o che ha avuto a che fare con la coltivazione della terra. L’orto è un’esperienza di incontro fra popoli di tradizioni e culture diverse. Popoli dell’Est Europa, popoli che si affacciano sul Mediterraneo, popoli del Sud e dell’Ovest del mondo: facciamo tutti parte di mondi ricchi di famiglie che lavorano la terra.
Coltivare un orto può diventare oggi un’eccellente esperienza di educazione alla multiculturalità. Quando coltiviamo un orto entriamo a far parte di un modello economico basato sulla “stabilità” e non sulla crescita infinita o sulla rapina delle risorse finite. Consumiamo ciò che la natura ci offre in maniera ciclica. Coltivare un orto è una piccola azione di pace, che ci educa a immaginare una società che non sia solo per noi, ma che duri nel tempo.
SCHEDA TECNICA
“Orti di Pace – Il lavoro della terra come via educativa”: il libro è a cura di Gianfranco Zavalloni – Dirigente Scolastico da sempre appassionato di ecologia e scuola attiva. Gli altri autori sono: Daniele Zavalloni (tecnico agrario ed esperto di aree naturali e della loro conservazione), Alberto Rabitti (Ingegnere esperto nell’uso didattico di materiali naturali), Pia Pera (Scrittice e ortolana, impegnata per recuperare e diffondere l’arte dell’orto-giardino), Nadia Nicoletti (Maestra di scuola primaria, dove da sempre coltiva l’orto, nonché scrittrice), Andrea Magnolini (Pedagosista, con esperienze didattiche nell’ambito delle abilità manuali), Annalisa D’Onorio (Esperta di scienze gastronomiche, lavora con Slow Food), Gigi Mattei Gentili (Ex professore di ginnastica, appassionato di orti), Chiara Spadaro (Giornalista e scrittrice nell’ambito dei frutti antichi).
I contenuti in sintesi: nelle scuole, nei centri sociali, nelle carceri, negli ospedali, nelle comunità, nei quartieri si coltivano orti tutti i giorni. In tutti i paesi del mondo, a tutte le altitudini e nelle condizioni più estreme, ci sono orti. L’orto è la misura minima con cui l’umanità si confronta per poter rispondere al bisogno fondamentale e quotidiano di cibo. La rete “Orti di Pace” è un’esperienza e nel contempo una proposta. L’idea di fondo è quella di collegarci, di stringere relazioni, di scambiarci esperienze e competenze, coinvolgendoci sia come semplici realtà spontanee, sia come istituzioni. È una sfida che rivolgiamo a tutti coloro che credono e praticano il lavoro della terra come gesto di pace.
Indice del libro:
•“Presentazione: A scuola dai contadini”, di Gianfranco Zavalloni
•“L’orto scolastico come giardino del nostro tempo”, di Pia Pera
•“L’orto tra la foresta e la vigna: ri/coltivare il selvaggio per la vita”, di Daniele Zavalloni
•“Una lunga storia di scuola, di bambini e di orti”, di Nadia Nicoletti
•“Il giardino come spazio di apprendimento all’aperto”, di Alberto Rabitti
•“Obbedire alla paura?”, di Andrea Magnolini
•“L’Orto in Condotta: l’esperienza di Slow Food”, di Annalisa D’Onorio •“L’omaggio di Tonino Guerra: il manifesto dell’orto”, di Gigi Mattei Gentili
•“Suggerimenti per un piccolo orto biologico a scuola”
•“Orti in rete. Siti internet dedicati a orti, giardini e dintorni”, a cura di Chiara Spadaro
•Gli autori RETE ORTI DI PACE
Sito ufficiale: www.ortidipace.org
Segreteria: c/o Ecoistituto di Cesena Via Germazzo 189 – 47152 Cesena (FC)
Tel./fax: 0547-323407
www.tecnologieappropriate.it
ecoistituto@tecnologieappropriate.it
Il libro è uscito per i tipi delle Edizioni EMI di Bologna per documentare e diffondere l’esperienza della rete “Orti di Pace”. Per riceverne copia scrivere direttamente alla Casa Editrice: www.emi.it
EMI Via di Corticella, 179/4 – 40128 Bologna
tel. 051.326027 – fax 051.327552
Per ordinarlo via email: ordini@emi.it
Gianfranco Zavalloni