Dove mi butto? Blog di scienza per giovani confusi

Il campo estivo di giornalismo scientifico Science Reporter è nato all’interno di un progetto più ampio promosso da Sardegna Ricerche con il contributo dell’Assessorato regionale della Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio e realizzato attraverso la collaborazione con SISSA Medialab di Trieste.

Il progetto prevedeva molte iniziative di divulgazione scientifica in Sardegna, alcune delle quali rivolte al mondo della scuola: un corso di formazione per gli insegnanti delle scuole elementari, un concorso per gli studenti delle superiori e questo campus di giornalismo scientifico dedicato ai ragazzi di quarta superiore.

Nel contesto scolastico, dove è necessario portare avanti un programma, raggiungere determinati obiettivi e valutare gli studenti, spesso gli interessi e le capacità dei ragazzi in ambito scientifico non vengono valorizzati.
Science reporter nasce quindi per offrire ai ragazzi la possibilità di avvicinarsi alla scienza in modo diverso rispetto a come la vivono a scuola: con un approccio libero e diretto nei confronti degli scienziati si vuole far emergere l’interesse verso la scienza, quella scienza che condiziona aspetti molto rilevanti per la loro vita e per l’intera società.

Il bando per partecipare al campus era completamente libero perché si voleva evitare di avere un gruppo di studenti mandato dagli insegnanti in quanto bravi a scuola: l’unico vincolo per la partecipazione era l’aver frequentato la quarta superiore e quindi essere in un momento importante nella scelta del proprio percorso di studi. Tra le autocandidature, i partecipanti sono stati estratti a sorte, 8 ragazze e 8 ragazzi.

Il gruppo così selezionato era molto variegato: c’erano ragazzi del liceo scientifico, classico e dell’istituto agrario, alcuni molto bravi a scuola, altri con obiettive difficoltà nel percorso scolastico. Questo non ha impedito loro di dare un contributo molto positivo e di trarre ognuno un grande vantaggio dalla permanenza al campus.

Science Reporter si è svolto dal 17 al 21 giugno scorso, e in quei giorni i ragazzi hanno vissuto dentro Sardegna Ricerche, intervistando ricercatori, visitando laboratori e producendo i materiali che hanno caricato nel blog. Ai ragazzi sono stati forniti tutti gli strumenti necessari per poter svolgere il lavoro del giornalista nel modo più consapevole e professionale possibile: da strumenti fisici quali videocamere, macchine fotografiche e computer, a strumenti teorici sul giornalismo e la comunicazione della scienza.

Durante il primo giorno del campus i ragazzi hanno pensato al tipo di prodotto che volevano realizzare nel corso della settimana e a chi volevano rivolgersi. Quello che hanno progettato è un blog rivolto a ragazzi quasi loro coetanei (18-25 anni), persone che si affacciano in un mondo in cui devono fare scelte, votare, decidere il percorso di studio e professionale.
Per questo motivo il blog è stato chiamato “Dove mi butto? Blog di scienza per giovani confusi”, emblematico del loro desiderio di fare qualcosa per i coetanei che non hanno partecipato al campus.

Oltre alla realizzazione del materiale del blog, utilizzando la piattaforma WordPress, i ragazzi hanno prodotto tutti i materiali pubblicati: articoli, gallerie fotografiche, interviste audio e video, ciascuno seguendo i propri interessi e le proprie attitudini.

È stata infine aperta una pagina Facebook per la diffusione dei contenuti tramite i social network.

Il risultato del campus è stato molto positivo: i ragazzi hanno dimostrato di avere molta iniziativa, creatività ed eccellenti capacità giornalistiche, tanto di scrittura quanto nella produzione di video e podcast. Sono stati capaci di portare gli intervistati verso le risposte che interessavano loro, sempre puntate verso le domande “dove mi butto?” “vale la pena buttarsi in questo settore?” “e se sì, cosa devo fare?”.

Il blog non è terminato assieme al campus: i ragazzi stanno continuando a scrivere, hanno creato nuove rubriche e nuove linee di sviluppo.
L’approccio giornalistico con cui si prendono in mano microfono, telecamera e quaderno di appunti e si vanno a incontrare gli scienziati che direttamente fanno ricerca è risultato essere un metodo efficace: avendo a disposizione degli spazi in cui hanno potuto esprimersi liberamente, i ragazzi si sono sentiti protagonisti e sono potuti emergere il loro interesse, l’entusiasmo e la creatività.







Fotografie di Lisa Zillio

Livia Marin