Dal concetto di “analogia” alla nozione di “teoria”

Il presente speciale è incentrato sul conferimento della laurea honoris causa al prof. Douglas Hofstadter dell’Università dell’Indiana, studioso di intelligenza artificiale, di scienze cognitive, di filosofia della mente e di molte altre cose che sarebbe lungo elencare.
Egli è noto, soprattutto, per il volume “Gödel, Escher, Bach: an Eternal Golden Braid” (Basic Books, New York, l979; tr. it. “Gödel, Escher, Bach. Un’eterna ghirlanda brillante”, Adelphi, Milano, 1984), che ha vinto il premio Pulitzer per la saggistica. Ma naturalmente si potrebbero citare molti altri volumi e scritti di Hofstadter, dedicati all’io, alla coscienza, alla traduzione, ai giochi matematici e linguistici, alla modellistica computazionale e alle scienze cognitive, alla musica, alla matematica e ai più svariati interessi, sempre affrontati in un modo affascinante, accattivante e diretto, senza peraltro perdere di profondità.

Quando avviene il conferimento di una laurea honoris causa ci pare legittimo, prima di tutto, chiedersi perché proprio quell’università e perché proprio quello studioso; brutalmente, se vi siano sottese solo ragioni di “marketing accademico”, o se vi siano reali connessioni che ne giustifichino un più forte collegamento. Vorremmo dedicare questa breve premessa a documentare come in questa circostanza si dia il secondo dei due casi.

Il tema su cui si incentra – e su cui si è incentrata per molti anni – la ricerca attuale di questo studioso è senza dubbio quello dell’analogia. Già da qui si comincia a delineare quale sia il filo conduttore che lega Hofstadter all’Università di Bologna, e in particolare alla scuola di filosofia. La laurea in questione è stata infatti conferita su proposta del prof. Maurizio Matteuzzi, del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione. Tra i padri fondatori del sopracitato dipartimento troviamo il filosofo Enzo Melandri, la cui figura, che vive oggi una profonda attenzione, ancorché postuma, come non è infrequente in filosofia, è legata al monumentale testo “La linea e il circolo: studio logico-filosofico sull’analogia”, prima edizione Il Mulino, Bologna 1968 (oggi ripubblicato da Quodlibet, Macerata).

Ma se vogliamo anche guardare la cosa dal punto di vista della filosofia della mente, è facile riscontrare una linea di ricerca che si è espressa prevalentemente attraverso quaderni speciali della rivista “Discipline filosofiche”, proprio da Melandri fondata già negli anni ’70 del secolo scorso.
Ci sia consentito citare alcuni esempi di opere che appartengono a questo filone di ricerca e che sono espressione del contesto fecondo e imparentato con gli aspetti contestuali delle ricerche di Hofstadter:

• M. Matteuzzi, “L’universo logico. Per un’analisi del concetto di teoria”, Faenza, 1979
• M. Matteuzzi, “La forma della teoria. Studio sull’espressione dell’invarianza”, Faenza, 1981.
• M. Matteuzzi, “La macchia di colore – Appunti per una filosofia della teoria”, Quaderni di Discipline filosofiche, Fuoritema, Bologna, 1993.
• M. Carenini, M. Matteuzzi, “Percezione linguaggio coscienza. Saggi di filosofia della mente”, Quodlibet, Macerata, 1999.
• F. Bianchini, M. Matteuzzi, (a cura di), “Percezione linguaggio coscienza. Percorsi tra cognizione e intelligenza artificiale”, volume monografico della rivista «Discipline filosofiche», XIV, 2, 2004.26.
• F. Bianchini, S. Franchi, M. Matteuzzi (a cura di), “Verso un’archeologia dell’intelligenza artificiale”, volume monografico di «Discipline Filosofiche», XVII, 1, 2007.
• F. Bianchini, A.M. Gliozzo, M. Matteuzzi, “Instrumentum vocale: intelligenza artificiale e linguaggio”, Bononia University Press, Bologna, 2007.
• F. Bianchini, “Concetti analogici. L’approccio subcognitivo allo studio della mente”, Quodlibet, Macerata, 2008.
• M. Matteuzzi, “La teoria della forma. Studio sull’invarianza dell’espressione”, Aracne, Roma 2010.
• S. Franchi, F. Bianchini (eds.), “The Search for a Theory of Cognition: Early Mechanisms and New Ideas”, Rodopi, Amsterdam/New York, 2011.

Tutti questi studi sono il frutto di un lavoro di anni attorno a temi di filosofia della mente, di intelligenza artificiale e di scienze cognitive, a testimonianza di un interesse verso queste discipline presente ancora prima di una loro massiccia diffusione nel panorama della filosofia italiana. Tale interesse trova una delle sue spiegazioni proprio nell’humus culturale e di ricerca che ha caratterizzato il Dipartimento di Filosofia nel corso della sua storia, con riferimento a Melandri, ma anche ad altre figure.

Nei volumi compaiono saggi di Hofstadter, certamente, ma anche di Dennett, di Fodor, di Nagel, nonché di una generazione anche più recente di autori internazionali che hanno dato molti contributi a questo ambito di indagine.
Il tema del ragionamento analogico si presenta pertanto con evidenza entro un generale impegno nella teoria della conoscenza e delle scienze cognitive, e si sostanzia, tra l’altro, nella proposta epistemologica di una profonda rivisitazione della nozione stessa di “teoria”, a più riprese elaborata e raffinata da Matteuzzi.

Entro questa linea di interessi si inserisce pertanto alla perfezione, e come contributo essenziale e fortemente innovativo, la ricerca di Hofstadter, la quale, oltre che dare lustro alla scuola, contribuisce con decisione ad allargarne e a indirizzarne i metodi e gli obiettivi. Essa è una ricerca trasversale, o, come più propriamente si potrebbe dire, multidisciplinare e interdisciplinare.
Lo studio dei meccanismi della cognizione non prescinde, in questo studioso, dal modo in cui la cognizione viene utilizzata nei campi più ardui e profondi, che riguardano il pensiero creativo e la creazione stessa di nuove soluzioni, scoperte e conoscenze nei più svariati ambiti.
Per tale ragione, l’individuazione del nucleo centrale della cognizione nell’analogia ha un valore che oltrepassa quello della mera ricerca sulla cognizione, per diventare principio di spiegazione dell’intelletto umano, il cui motore basilare, unitario, fecondo è, appunto, la capacità di fare analogie nel suo senso più ampio, dalla capacità di percepire, a quella di categorizzare, a quella di concepire il nuovo alla luce del vecchio nella sua più profonda matrice concettuale.

Da ultimo vogliamo aggiungere che il discorso in merito all’analogia e ai concetti, che sono i mattoni su cui essa si fonda e che da essa sono a sua volta costituiti, non prescinde, per Hofstadter, dal linguaggio e dalle sue forme interlinguistiche. Geniale amante della traduzione, Hofstadter ci rende un testo della lectio solo in parte tradotto dall’inglese e invece in buona parte scritto direttamente in italiano. Lo stile diretto, quasi colloquiale, che ha il fine di essere comunicativo nel grado massimo, dovrebbe trasparire dalle righe che vi apprestate a leggere.

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Education 2.0 ha seguito con grande attenzione questo evento così culturalmente rilevante, ed è riuscita a procurarsi ogni dettaglio della cerimonia, fino allo stesso speakeraggio. Nel seguito il lettore troverà pertanto il testo integrale tanto della laudatio di Matteuzzi quanto della lectio magistralis di Hofstadter, più una serie di informazioni a corredo in modo tale che chi è interessato potrà rivivere l’evento quasi come se vi avesse direttamente partecipato.

Note biografiche:
Francesco Bianchini è ricercatore a tempo determinato presso il Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna. Nel corso degli anni si è occupato di tematiche legate alla filosofia della mente e dell’intelligenza artificiale, alle scienze cognitive, alla logica e alla filosofia della scienza. Ha trascorso un periodo di studio presso il Center for Research on Concepts and Cognition dell’Indiana University (U.S.) sotto la supervisione di Douglas Hofstadter. Ha pubblicato vari saggi e volumi miscellanei sul tema dei concetti e dell’analogia, sulla coscienza e su tematiche legate alla storia e all’epistemologia dell’intelligenza artificiale, quali “Concetti analogici” (Quodlibet, Macerata, 2008), “Instrumentum vocale”, (a cura di, insieme a Maurizio Matteuzzi e Alfio Gliozzo per Bononia University Press, Bologna, 2007), “Imitare la mente” (a cura di, per Quodlibet, Macerata, 2011) e The Search for a Theory of Cognition (a cura di, insieme a Stefano Franchi per Rodopi, Amsterdam-New York, 2011).

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Francesco Bianchini