ClanDESTINI (sedicesima puntata)
“Il trucco è il tocco iniziale del personaggio” sentenziò la maestra Tina “lo identifica come clown, il dottor Gemito è il solo a non essere interessato a questa esperienza di clownterapia!”.
“Sei stata in gamba a sollecitare il contributo degli altri due pediatri. Così si impegnano a perdere le loro caratteristiche sacrali e certo i nostri alunni-pazienti gli conferiranno la licenza teatrale di essere assurdi e sciocchi, come l’altro che verrà da Catania… Sono previste le scarpe giganti?” Le chiese Linda.
“Naturalmente! Come per i camici/costumi uno dei trucchi è usare forme grandi e semplici. Sistemati la faccia mentre mi preparo, lo capisci da te, è importante essere truccati in maniera professionale ma il trucco non serve a niente se non c’è un personaggio capace dietro. E qui da noi c’è uno che ha studiato Patch Adams…saprà come fare!”
“Speriamo! Mi sono preparata, sai? Non ci si deve nascondere dietro il trucco, che invece deve far venir fuori il personaggio e non coprirlo. Ho comprato tutto quello che serve:una scatola di cerone bianco, cerone nero, cerone rosso e color carne, talco, latte detergente, serve per togliere il trucco, una serie di nasi da clown di ricambio, la soluzione di gomma arabica in etere…” Linda si interruppe, fissò il cartello sul muro dietro il tavolo, sopra la lavagna interattiva. “Io ci metterei, dopo LA SCUOLA È APERTA A TUTTI! le parole ANCHE AI PAZZI E AI CLOWN che ne pensi?”
Sorrisero insieme mentre guardavano arrivare la piccola classe, con Didier che arrancava sulla sedia a rotelle. La vista del bambino soldato scosse Tina, che si accostò a Linda e disse a bassa voce “Le informazioni di Natis ci potranno essere utili?”
“Chissà, vedremo…”
Altri alunni si stavano avvicinando: Carmelo, con un infermiere che lo portava sulla lettiga, la brunetta con l’asta della flebo, mentre Totuccio e Kamal capitanavano quelli che si reggevano sulle loro gambe e facevano abbastanza confusione per tutti.
“Facciamo ancora il gioco della geografia?” Chiese Didier speranzoso trafficando col plaid che aveva sulle gambe. “Che cosa sono quelle cose strane sul tavolinetto?”
“Dacci tempo e capirai.” Linda attivò la lavagna e sul grande schermo comparve la faccia di un clown bianco. “Niente più geografia che sta in disgrazia! Nel circo ci sono due figure di pagliacci, il Bianco, come questo, e l’Augusto, che chiamano anche Dario. Ora ditemi quanti di voi hanno mai visto il circo e i pagliacci?”
Tutti i bambini bianchi alzarono la mano. “Didier e Kamal, sono nati in Africa non sanno di che parliamo… e, se ci penso neanche la bambina yemenita che non è venuta!” intervenne la brunetta con la flebo.
“Ve l’ho detto,” disse Tina “appena starà meglio farà parte della nostra classe.”
Didier la fissò “Anche noi abbiamo chi si copre con le maschere… anche da noi, quando si può si ride! E si raccontano storie.”
“Come i griot!” assentì Kamal.
Linda aveva inserito una marcetta allegra di Nino Rota e cambiato la faccia sullo schermo, ora c’era un clown Augusto. “Adesso facciamo finta di andare dietro alle quinte per vedere come ci si prepara allo spettacolo.”
Nel frattempo Tina si era messa un asciugamano attorno al collo e si era seduta al centro dell’attenzione, mentre Linda si era spostata alle sue spalle.
“Ecco! Guardate ora vi facciamo vedere, un trucco da clown Augusto! Così il colore della pelle sarà per tutti uguale! Che non è poco!”
“Non è poco.” assentì Didier con una faccia stupita.
“Ecco applico il cerone bianco sul viso con le dita, lo spalmo bene finché non è ben distribuito, e picchietto il viso per spalmare meglio.”
“Fai piano che mi fai male con queste botte e bada a non sporcarmi il vestito.” Protestò la maestra Tina.
“Inciprio col talco e con il pennello tolgo il talco in eccesso, così si stabilizza il trucco e si evita che scenda o sbavi… Ora mi pulisco le mani immergendole nell’olio per baby, le asciugo ed applico il cerone color carne, ci vuole il cerone anche per i pezzi per così dire ‘normali’, così c’è contrasto. Ora copro anche quello che posso di collo e orecchie. Non è stata carina la vostra maestra ad offrirsi volontaria?”
“In tutti i reparti l’ospedale” intervenne Tina “verranno tre medici travestiti da clown e un po’ di figuranti come noi, per farvi guarire anche col sorriso! Prima di cominciare, dato che ho la pelle secca, mi sono messa sul viso uno strato sottile di questo olio per bambini… poi lo faremo, se volete, pure con voi. I capelli vanno coperti con una fascia o un cappello da baseball messo all’indietro… Sono pronti nel cassetto.”
Linda continuava ad armeggiare sul volto di Tina. “Aggiungo il rosso, ecco, mi pulisco, mi asciugo…il nero mi serve per delineare i contorni, ma devo usare il pennello, poi inciprio tutto il viso meno il naso… vediamo se lo sapete, perché non trucco il naso?”
“Perché ti metti un naso da clown!” rispose Totuccio.
“Bravo!” Linda tirò fuori una pallina rossa con una fessura “Ora attacco il naso con la gomma arabica. Ecco Tina mantienilo in posizione. È l’ultimo tocco quello decisivo.”
Le due insegnanti trafficarono un po’ col naso da clown, poi Linda porse uno specchietto a Tina.
“Sei pronta? Ecco fatto!”
Tina cominciò a far buffe smorfie davanti allo specchio e ai bambini. Il trucco le aveva completamente cambiata l’espressione da maestra. Gli alunni risero e applaudirono. Ora volevano tutti provare le gioie del trucco!
In quel momento la porta della classe si aprì ed entrò il dr. Gemito. Tina si alzò seccata che l’avesse colta col trucco in faccia, Linda lo guardò freddamente. “Noi stiamo preparando gli alunni alla clownterapia, mi pare invece che lei non sia entusiasta, vero?”
“No, infatti. Venivo a chiedervi una cosa… Lo avete avvertito il maggiore Hansen che farete entrare anche pagliacci estranei in ospedale?”
“Sono medici!” insorse Linda.
“Non sono sicura che sarà contento…” disse Gemito pensieroso “I carabinieri, dopo tutto non amano gli scherzi…”
Linda gli sorrise un po’ ammansita “Ci aiuterà dottore? In fondo si tratta di un piccolo gruppo di volontari clown del servizio all’ospedale pediatrico Sant’Agata di Catania!”
“Non credo molto a questi scherzi da clown!”
“Ci deve aiutare lo stesso!” Tina, con la faccia buffa per il trucco, esaminò un foglietto che s’era portata appresso.” È un tipo di terapia medica alternativa, viene da voi medici l’applicazione di un insieme di tecniche derivate dal circo e dal teatro di strada in contesti di disagio (sociale o fisico), come la scuola-ospedale!”
“Io non ho bisogno dei Clown Dottori e del loro camice per così dire trasgressivo, per instaurare con i miei piccoli pazienti un rapporto diretto, faccia a faccia. Io non ho bisogno di una ‘metafora terapeutica’ per tentare il mutamento delle emozioni negative in positive. Sono un clinico… ogni mio intervento è personalizzato.”
I bambini guardavano stupiti gli adulti che, per la prima volta, non sembravano d’accordo tra loro.
Tina fece una smorfia. “L’avevo letto che nonostante l’aiuto di quei dottori e volontari che scelgono questo tipo di terapia e nonostante si rilevi un netto miglioramento della qualità della vita di pazienti e famiglie, in molte strutture ospedaliere la loro presenza viene ancora rifiutata!”
(continua)
(La storia di ClanDESTINI è frutto della fantasia degli autori: qualsiasi riferimento con la realtà, fatti, luoghi e persone vive o scomparse, è puramente casuale).
Calcerano e Fiori: il viaggio di Didier, un video riassunto che svela scenari inediti sulla storia di Clandestini
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Le puntate precedenti
L’intervista agli autori, Il giallo d’appendice
La video presentazione di Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori, Un giallo prezioso: ClanDESTINI
Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori, narratori e saggisti, vivono e lavorano a Roma. Hanno scritto insieme numerosi romanzi polizieschi. Per ulteriori informazioni si possono consultare:
http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Calcerano
http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Fiori_(narratore)
http://www.luigicalcerano.com
http://www.giuseppefiori.com
Calcerano e Fiori