“Chiamarlo amore non si può”. Storie che illuminano i sentimenti

Da un recente rapporto delle Nazioni Unite, è emerso che in Italia la violenza subita dalle donne, nella propria famiglia, è la “forma più pervasiva di violenza”.
Dunque è all’interno delle relazioni affettive che si annida maggiormente il seme della violenza. Siamo ormai dinanzi a una vera e propria “ignoranza sentimentale”, sempre più dilagante.

Del resto non potrebbe essere diversamente, dal momento che i mass media veicolano di continuo stereotipi negativi. Viene incoraggiata una vita di relazione basata sul consumismo dei sentimenti, sul dominio e sulla prevaricazione.

Tutto questo, unito alla mancanza di un’adeguata educazione emotivo-sentimentale, dà origine a gravi disastri comportamentali, semplicemente perché le persone non imparano a riconoscere e a gestire le proprie emozioni. Spesso gli impulsi, anche quelli più bassi, sono confusi con i sentimenti e assecondati spudoratamente. Così, la spirale della violenza si avvita su se stessa.

È tempo di restituire ai sentimenti il giusto ruolo nelle relazioni uomo-donna. È necessario che le giovani generazioni acquisiscano la piena consapevolezza dell’importanza che i sentimenti hanno nei rapporti umani.
Sembra assurdo ma, oggi ai ragazzi si parla di tutto, meno che d’amore. Eppure, l’amore è l’unica vera arma che abbiamo per sconfiggere la violenza, in particolar modo la violenza di genere.

Proprio con questo scopo, 23 scrittrici – tutte donne già note nell’ambito della narrativa – si sono unite per dar vita a un libro corale, dove storie diverse e fantasiose s’intrecciano tra loro, magicamente collegate da un unico obiettivo: indagare la differenza tra amore e non-amore.

Il volume s’intitola “Chiamarlo amore non si può” (Mammeonline Edizioni), ed è un testo rivolto soprattutto ai ragazzi e alle ragazze, ma godibile a qualsiasi età. Presto sarà collegato a un progetto didattico che ne guiderà l’utilizzo in classe.

Il cantautore Edoardo Bennato ha donato una speciale dedica al libro, appoggiando in pieno il coraggioso progetto letterario.

La postfazione è di Daniela Finocchi, giornalista e ideatrice del premio letterario “Lingua Madre”, dedicato alle donne immigrate.

Le autrici e la casa editrice hanno deciso di devolvere i proventi all’AIDOS, una onlus che sostiene le donne nel mondo. In particolare, il ricavato del libro andrà a finanziare un progetto in difesa delle bambine vittime di mutilazioni genitali in Burkina Faso.

“Chiamarlo amore non si può” è un libro, ma è anche molto di più. Si potrebbe definirlo in tanti modi: un progetto di educazione, un invito alla riflessione sulle emozioni, una lanterna che illumina i sentimenti, per aiutarci a riconoscerli, un atto di solidarietà verso chi soffre le conseguenze di una violenza ingiusta, un gioco di parole per solleticare il nostro animo. Oppure, semplicemente, possiamo definirlo un gesto concreto d’amore.

“Chiamarlo amore non si può”, guarda il video di presentazione



Rosa Tiziana Bruno