Un bilancio del III Convegno di Education 2.0

Cari amici,
dai vari commenti e attestati di queste ore possiamo dedurre che il III Convegno di Education 2.0 sia stato un successo. Ne siamo orgogliosi.
Voglio ringraziare tutti coloro che vi hanno contribuito, dalla Provincia di Firenze che ci ha ospitati in una spendida cornice d’arte, ai collaboratori della rivista, a tutti i docenti, i dirigenti scolastici e gli studenti. Ci sentiamo di aver intrapreso, ormai tre anni fa, una “marcia”, che ci auguriamo prosegua proficuamente per arricchire e diffondere l’innovazione in atto in tante scuole italiane. Si sente dire da più parti che l’istruzione è in crisi. Gli stessi media ci restituiscono un’immagine spesso distorta della scuola e perfino i sondaggi internazionali ci mostrano che i sistemi scolastici, e non solo in Italia, sono alle prese con un nodo cruciale: lasciare che persistano i vecchi modelli educativi, che si sono rivelati ormai obsoleti, o elaborarne invece di nuovi, in grado di affrontare le sfide che la società della conoscenza e dell’apprendimento ormai ci impone. Anche quest’anno molte scuole hanno risposto alla nostra chiamata presentandoci i loro progetti e le loro esperienze, che vanno da ambiti più strettamente disciplinari fino ai temi dell’utilizzo delle nuove tecnologie, dell’integrazione, dell’intercultura e dell’organizzazione scolastica.
Due sono le questioni che vorrei richiamare: quella di una sempre più complessa e rilevante professionalità dei docenti e quella dell’identità delle scuole autonome, quali poli culturali nel territorio di appartenenza. Il tutto fondato sul protagonismo del discente e la centralità dell’apprendimento.

Tutte le esperienze illustrate mostrano di essere state progettate partendo da un’accurata analisi del contesto e da scelte epistemologiche ben ponderate. E con una forte consapevolezza del tipo di ricadute che da esse ci si attendeva: soprattutto un’indiretta prospettazione del cambiamento radicale dell’impianto educativo. Ma il dato socialmente e politicamente più rilevante è il ruolo che in questo quadro sono venuti assumendo docenti e dirigenti, i quali – nonostante il clima che si respira nella scuola e nel Paese e la crisi che ci attanaglia – stanno rappresentando con la loro passione e capacità innovativa un vero momento di speranza di qualità professionale e impegno a voler costruire il nuovo.
Questo ci conferma nella convinzione che, a prescindere dall’inadeguatezza della politica generale in questo campo, la vera innovazione muove dalle scuole, dal basso, dalla leadership di docenti e dirigenti, da una loro azione di convergenza con le vivaci istanze territoriali: i risultati di questi tre anni di Education 2.0 ci incoraggiano a proseguire in questa nostra azione di illustrazione, approfondimento, dibattito, promozione della ricerca e dell’innovazione educativa.

Buon lavoro a tutti

Luigi Berlinguer

Luigi Berlinguer