Ragionamento logico: i punti opinabili nel Test per l’ammissione a Medicina e Odontoiatria
In seguito a una breve analisi sui test di ragionamento logico somministrati durante la prova d’ammissione a Medicina e Odontoiatria dell’8 aprile, le conclusioni che se ne traggono sono ancora più disarmanti rispetto a quelle relative ai test dello scorso anno.
Tra i 23 quesiti di ragionamento logico, i primi 9 sono relativi alla comprensione del testo, altri 8 hanno carattere logico-matematico e 5 sono di natura semantica. Poi, il già celebre quesito sul “Castello di Belmonte”, la cui natura, più che logica, appare di tipo enigmistico.
Con un pizzico di sconforto, notiamo che i test di natura deduttivo-sillogistica (quelli cioè che più incarnano lo spirito della logica propriamente detta) sono oramai del tutto assenti.
Il livello di difficoltà relativo a tali quesiti è mediamente paragonabile a quello degli indovinelli che è possibile reperire nella settimana enigmistica. Tali indovinelli nascono allo scopo di pungolare l’intelletto e costituire un piacevole passatempo; richiedono pertanto un medio impegno intellettuale e un atteggiamento mentale rilassato, lontano dal ticchettio incalzante delle lancette. Atteggiamento del tutto distante da quello dei candidati che l’8 aprile erano seduti sui banchi per rispondere a 60 domande in 90 minuti.
C’è da scommetterci che a breve seguirà un vespaio di – legittime e illegittime – polemiche, cui faranno seguito fiumi di ricorsi, il cui esito si prospetta alquanto incerto. Qui di seguito mostriamo i punti più clamorosamente opinabili del test.
Quesito n. 7) La soluzione ministeriale afferma che il brano proposto nel quesito “presuppone che le scelte basate sul ragionamento scientifico siano sempre valide”. Ma in nessuna parte del brano è possibile cogliere la presenza, anche implicita, di tale presupposizione.
Quesito n. 11) È il famigerato quesito sul Castello di Belmonte. La domanda richiede di indicare “quale delle sequenze rappresenta ‘correttamente l’’ordine (n.d.r. virgolette degli autori) delle pareti della Stanza Ottagonale”. Ammesso (e non concesso) che le pareti di una stanza ottagonale abbiano un ordine, i dati del problema non permettono comunque di determinarlo in modo univoco. L’avverbio “correttamente” e la descrizione definita “l’ordine” implicano l’unicità della soluzione ma, oltre a quella proposta, un’altra soluzione possibile è la seguente: porta, quadro, specchio, finestra, quadro, spada, porta e finestra.
Ma la parte più disarmante riguarda i quesiti di carattere semantico.
Tralasciando l’uso drammaticamente disinvolto di espressioni del tipo: “seguire la stessa ‘logica’ (quesito 19)”, “completare logicamente la proporzione verbale” (quesiti 20 e 21), “dare un senso compiuto e logico a una frase” (quesiti 22 e 23), notiamo in particolare i seguenti punti.
Quesito n. 22) Il quesito testualmente recita: Quali parole vanno sostituite ai numeri per dare un senso compiuto e logico alle frasi seguenti?
“Le facoltà mentali che si ____(1)____ chiamare analitiche sono poco suscettibili di analisi. Le conosciamo soltanto ____(2)____. Come l’uomo forte gode della sua potenza fisica e si compiace degli esercizi che mettono in azione i suoi muscoli, così l’analista si ____(3)____ di quella attività spirituale che serve a «risolvere».”
A) (1) sogliono (2) negli effetti (3) gloria
B) (1) vogliono (2) nei difetti (3) diletta
C) (1) possono (2) nei diletti (3) diverte
D) (1) devono (2) nei fallimenti (3) allevia
E) (1) usano (2) nelle illazioni (3) intrattiene
La soluzione ministeriale è la A). Sfidiamo il lettore a trovare un senso “logico e compiuto” nel brano indicato, una volta che la soluzione sia stata inserita al posto dei numeri. Si noti in particolare l’uso intransitivo del verbo transitivo “risolvere”, che il traduttore del testo originale ha opportunamente virgolettato. L’arcano è presto spiegato. Gli estensori del quesito hanno operato alcuni tagli radicali, neanche indicati da puntini di sospensione, al testo originale di Edgar Allan Poe che, nella sua interezza, è perfettamente comprensibile:
“Le facoltà mentali che si sogliono chiamare analitiche sono, di per se stesse, poco suscettibili di analisi. Le conosciamo soltanto negli effetti. Fra l’altro, sappiamo che, per chi le possiede al piú alto grado, sono sorgente del piú vivo godimento. Come l’uomo forte gode della sua potenza fisica e si compiace degli esercizi che mettono in azione i suoi muscoli, cosí l’analista si gloria di quella attività spirituale che serve a ‘risolvere’. E trova piacere anche nelle occupazioni piú comuni purché diano gioco al suo talento. Cosí gli piacciono gli enigmi, i rebus, i geroglifici; e nelle soluzioni dimostra un acume che al discernimento volgare appare soprannaturale. E i risultati, abilmente dedotti dalla stessa essenza e anima del suo metodo, hanno veramente tutta l’aria dell’intuito”.
(Da “Gli assassinii della Rue Morgue”, di Edgar Allan Poe)
Con sollievo infine notiamo che il senso dell’uso intransitivo del verbo “risolvere” è dato dalle proposizioni immediatamente successive al verbo stesso, che l’estensore ha creduto bene di tagliare!
Quesito n. 23) Il tipo di quesito è analogo al precedente. In questo caso si chiede: Quali parole vanno sostituite ai numeri per dare un senso compiuto e logico alle frasi seguenti?
“Ancora più fondamentale è l’eredità culturale e politica: i modi di pensare, d’agire, il mal du siècle che ____(1)____. Il conflitto d’interessi in ____(2)____, e l’ibrido politica-affarismo: ambedue persistono, come modus vivendi della politica. ____(3)____ non è lavata né pianta.”
A) (1) perdura (2) primis (3) l’onta
B) (1) permane (2) fondo (3) l’ignominia
C) (1) spicca (2) fine (3) la pusillanimità
D) (1) devia (2) effetti (3) la vigliaccheria
E) (1) sommerge (2) conclusione (3) la viltà
Ripetiamo lo stesso esperimento mentale: inseriamo la soluzione ministeriale A) al posto dei numeri e proviamo a cavarne fuori un senso “compiuto e logico”. Il risultato, anche questa volta è sconfortante. Ma, istruiti dal caso precedente, una rapida ricerca su Google ci ha mostrato che dai tagli si è passati direttamente alle mutilazioni:
“Ma ancora più fondamentale è l’eredità culturale e politica del ventennio: i suoi modi di pensare, d’agire, il mal du siècle che perdura. Senza uno spietato esame di coscienza non cesseranno d’intossicare l’Italia. Il conflitto d’interessi in primis, e l’ibrido politica-affarismo: ambedue persistono, come modus vivendi della politica. La decadenza non li delegittima affatto. La famosa legge del ‘57 dichiara ineleggibili i titolari di importanti concessioni pubbliche (la Tv per esempio): marchiata di obsolescenza, cade nell’oblio. Sylos Labini sostenne che fu l’opposizione a inventare il trucco per aggirarla. Non fu smentito. L’onta non è lavata né pianta”.
(Da: “E ora liberiamoci dal berlusconismo”, di Barbara Spinelli, Repubblica 27 novembre 2013)
Anche in questo caso, una volta che l’integrità del passo sia restaurata, il suo senso compiuto appare chiaro.
Sulla logicità decida il lettore.
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