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La CGIL e l’Accademia della Crusca per il rilancio dell’educazione linguistica democratica – di Dario Missaglia

Pubblicato il: 10/11/2017 13:51:53 -


Pubblicato il 10.11.2017
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Pubblichiamo la lettera con la quale il Presidente dell’Accademia della Crusca, prof. Claudio Marazzini, “condivide e apprezza le linee di fondo del documento della Fondazione Di Vittorio sulla lingua italiana” e annuncia la co-promozione di una giornata di studi per il prossimo 6 Dicembre, nella prestigiosa sede fiorentina dell’Accademia.
Vogliamo sottolineare l’importanza che la CGIL (tramite la Fondazione Di Vittorio e
l’Associazione Proteo-Fare-Sapere) e l’Accademia della Crusca si incontrino per affrontare insieme il tema della crisi della comunicazione linguistica emersa da qualche tempo anche nelle nostre scuole: indagarne le cause e gli effetti ci aiuterà ad elaborare idee e proposte, ad aprire una nuova stagione per l’apprendimento e l’uso della lingua italiana.
La CGIL avverte questa emergenza come una nuova sfida democratica, un terreno su cui aggredire le disuguaglianze che indeboliscono la nostra democrazia. E’ un valore che arriva da lontano, da
quel bisogno di affrancarsi  all’analfabetismo che fu di Giuseppe Di Vittorio, fino alle battaglie
entusiasmanti per la nuova scuola media dell’obbligo, la conquista delle 150 ore per migliaia di lavoratori, fino ad una legge di iniziativa popolare sull’educazione degli adulti.
E’ importante ritrovare una analoga passione civile nei contenuti della lettera del prof. Claudio Marazzini. Molti di noi hanno pensato all’Accademia come a una indiscussa e prestigiosa istituzione, garante e custode della tradizione linguistica del nostro Paese.
Con questa lettera, l’Accademia dichiara di voler essere –oltre a questo- parte di una riflessione e di un dibattito che affronta esplicitamente le contraddizioni acute della nostra società. Lo fa
ovviamente con la propria autonomia di elaborazione, con la specificità che le deriva da una tradizione di grande prestigio e anche con le proprie differenze di opinione. Tutto ciò arricchirà la discussione e le proposte che emergeranno. Siamo grati al Presidente dell’Accademia della Crusca
per questa scelta e siamo certi che dal confronto e ricerca che animerà la giornata di studi del 6 dicembre a Firenze, potrà aprirsi una fase di collaborazione ed iniziativa comune, che darà nuovo slancio all’impegno per una educazione linguistica democratica.

Roma, 10.11.2017

Dario Missaglia

L’Accademia della Crusca condivide e apprezza le linee di fondo del documento della Fondazione Di Vittorio sulla lingua italiana. Molti di questi temi sono stati più volte discussi tra noi, anche grazie agli interventi del compianto Tullio De Mauro e di Francesco Bruni, entrambi nostri accademici. L’Accademia ritiene sia possibile un’ulteriore messa a punto: ciò vale in particolare per il concetto di “purezza della lingua”, che sicuramente non va inteso secondo una tradizione rigida e conservatrice; tuttavia molti atteggiamenti di disprezzo per la norma e di tolleranza per ogni forma di anomalia, in nome del primato dell’oralità, sono oggi entrati in crisi. A mio personale giudizio, è da superare una soluzione totalmente allineata alle posizioni che furono di Don Milani, le quali vanno collocate nel contesto storico
in cui ebbero origine; sarebbe bene tenere conto anche di prospettive diverse, a partire da quella di Antonio Gramsci.
Inoltre, riferendomi al documento “Crisi della comunicazione linguistica: una sfida democratica”, ritengo che non sia bene calcare la mano, senza le opportune distinzioni, sulla presunta inerzia della politica: pur tra molte incertezze
e difficoltà, bisogna riconoscere che ci sono stati interventi utili e costruttivi dei ministeri, in particolare del MIUR e del MAECI. Il MAECI, bisogna ammetterlo, ha fatto molto per valorizzare l’italiano all’estero e per renderlo una risorsa utile all’economia nazionale.
Infine vorrei insistere sul valore storico-culturale della lingua italiana, al di là di ogni tentazione tecnocratica e modernista. Il nostro passato culturale e letterario non è un fardello inutile, non va dimenticato e va trasmesso alle nuove generazioni. Anni fa si insistette molto sulle “tre I”, ma non si deve dimenticare la “I” dell’Italiano, che mancava in quella serie. Non si può trasmettere l’idea che l’informatica, l’inglese e la cultura aziendale siano l’unica cosa che conta, e che l’italiano, inteso come pieno possesso della lingua, sia una sorta di impaccio alla modernità. Mi risulta
che molti insegnanti di italiano vivano oggi una sorta di frustrazione, determinata proprio dal minor valore attribuito alla loro disciplina, almeno nell’opinione comune, o in quella ritenuta tale, a torto o a ragione. Certamente questa crisi
può essere collegata al mancato rinnovamento di impostazioni didattiche obsolete, ma non è solo questione di metodi e di tecnologie: contano soprattutto gli obiettivi strategici. Su tutto ciò, l’Accademia della Crusca è ben contenta di
cercare il consenso del Sindacato, che può aiutarci a parlare in maniera più efficace al mondo della scuola.
L’Accademia della Crusca dipende dal MIBACT: è il segno che la lingua va intesa prima di tutto come bene culturale materiale e immateriale (in quest’ultima accezione, secondo le indicazioni dell’UNESCO). La nostra grande tradizione
ci impedisce comunque di appiattirne la valorizzazione, considerando solo la fase contemporanea.
Puntualizzato tutto ciò, l’Accademia ritiene preziosa l’occasione di incontro che nasce dalla proposta della CGiL, e con grande piacere è pronta a co-promuovere e ospitare la giornata del 6 dicembre, che sarà occasione di confronto e di rilancio del valore della lingua italiana come strumento di coscienza civile (si pensi ai dati sconfortanti di OCSEISFOL 2013), di partecipazione (si pensi ai “nuovi italiani”), di formazione permanente per i cittadini. Ciò vale anche alla luce della fondamentale sentenza 42/2017 della Corte Costituzionale, di cui sarà bene discutere nel nostro
incontro.

Claudio Marazzini
Presidente dell’Accademia della Crusca

Dario Missaglia

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