Giovani ambasciatori della Costituzione

Divisivo è un aggettivo dilagante nella comunicazione dei nostri giorni – “scelta divisiva”, “dibattito divisivo”, “protesta”, “invitat*”, “il senso del 25 aprile”, …. – spesso usato come alibi, se non si vuole fare una cosa o se si vuole escludere qualcuno.

Sceglie questo aggettivo Neri Marcorè per aprire la “Civil Week” milanese intitolata “La Costituzione siamo noi” e per contrapporre, invece, la capacità dell’Assemblea Costituente nell’immediato dopoguerra di vivere la difficoltà del confronto, non per dividere, ma per condividere un bene superiore, con una salda “intenzione unificatrice”. I Costituenti che, come ha detto il cardinale Matteo Maria Zuppi, “avevano negli occhi e nel fisico la guerra, erano dei sopravvissuti”, sono riusciti a accantonare tutti i pregiudizi e gli interessi di parte, tutte le discriminazioni del periodo fascista, per riuscire a dare alla luce un testo unificante e non divisivo, una sintesi efficace, comprensibile a tutti, anche dal punto di vista linguistico.

A leggere i lavori dell’Assemblea Costituente si resta impressionati dal travaglio e dalla qualità intellettuale del confronto.

L’articolo 48 unifica gli elettori – sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età – e fa dell’esercizio del diritto al voto un dovere civico, oltre che una questione di equità.

La nostra Costituzione ha 77 anni, è un miracolo laico e costituisce il pilastro della democrazia, l’ancora dei concetti preziosi di “uguaglianza, o meglio ancora di equità”; per questo dobbiamo esserne orgogliosi e spenderci in prima persona per preservarla e difenderla a ogni costo.

E’ “La più bella” – così Luca Sommi intitola il suo saggio in difesa della nostra Carta costituzionale, “un miracolo”, un testo sempre attuale, da riprendere in mano articolo per articolo, parola per parola.

Il 75% degli italiani si dichiara orgoglioso della Costituzione e ritiene che non abbia bisogno di cambiamenti (al limite piccoli interventi); solo il 17% la ritiene superata e il 63% afferma di conoscerla bene. La parola che gli italiani più frequentemente associano alla Costituzione è Democrazia, ma – se la democrazia è il balsamo della vita in collettività – aumenta costantemente il disinteresse per la politica e l’esercizio del diritto al voto.

I dati dell’indagine Ipsos-Comieco “Gli Italiani e la Costituzione” rivelano anche che secondo la percezione dei cittadini il soggetto che più si prodiga per sviluppare il senso civico è la scuola (63%), seguita dalla Presidenza della Repubblica (57%).

I giovani chiamati a intervenire sul palco della “Civil Week” portano messaggi importanti e è doveroso fermarsi ad ascoltarli, perché sarebbe disonesto sbandierarli come “ragazzi immagine” in occasioni di pubblico rilievo, dimenticandosene poi fino alla successiva kermesse.

Prende la parola per prima Beatrice Tassoni, cameriera di PizzAut,  innovativo modello di inclusione sociale, occasione per molti ragazzi autistici di guadagnare dignità e autonomia attraverso il lavoro: “il lavoro è un diritto anche per  i disabili!” – afferma sicura, per nulla intimidita di fronte alla platea dell’inaugurazione, ma soprattutto mentre sa che è in ascolto dal Quirinale il Presidente Sergio Mattarella.

Beatrice cita proprio gli articoli 1 e 3 della Costituzione: “Il lavoro è un diritto, è dignità, è inclusione”, ribadisce il Presidente dandole ragione e aggiungendo che lo Stato deve assicurare che venga rimosso ogni ostacolo al fine di garantire il diritto al lavoro per tutti e tutte. Quindi augura buon lavoro agli amici di PizzAut, che vivono e lavorano in un clima di grande amicizia e allegria, come ha potuto sperimentare di persona in occasione della sua visita alla pizzeria.

Va subito al cuore della questione Diego Brigaglia, classe 2005, brillante studente del quinto anno del liceo scientifico “Giulio Casiraghi” di Cinisello[1]. Autodidatta in pianoforte, protagonista delle attività del laboratorio di Fisica “ConCERN” (con il Cern di Ginevra) per studiare i raggi cosmici provenienti dallo spazio, Diego si è distinto anche nella squadra delle Preselezioni Regionali del Campionato italiano di debate, organizzate dalla rete WeDebate.

Un percorso di formazione variegato e serio il suo, come quello di molti altri coetanei, per “diventare una brava persona”.

Accende l’attenzione proprio sull’obiettivo educativo a suo parere più importante: “diventare una  brava persona, che contribuisce al rispetto dei valori costituzionali e allo sviluppo dei diritti civili e della cultura democratica”, e agisce comportamenti di solidarietà e inclusione.

“Lo Stato siamo noi e dobbiamo essere capaci di un confronto senza sangue, anche quando siamo in disaccordo. La Costituzione siamo noi, ci è stata donata dai Costituenti che erano brave persone e da brave persone dobbiamo continuare a onorarla”: il Presidente condivide questo traguardo di formazione di ogni persona indicato da Diego e precisa che “essere una brava persona” potrebbe sembrare qualcosa di semplice, mentre bisogna considerare che  bravo vuol dire coraggioso, ardimentoso.

Non entra nel merito dei progetti di riforma, ma ricorda che “i Costituenti da persone brave e coraggiose hanno saputo compiere un percorso collaborativo di valore inestimabile, hanno scritto la Costituzione con saggezza e perizia, un testo che ci riguarda tutti e che va riconosciuta e difesa ogni giorno. Il suo disegno non ve alterato”.

E’ la volta di Mery Pagliarini, legata al progetto Ri-Costituente: la Costituzione del 2050, laboratorio permanente di scrittura collettiva nato nel 2020, in cui ragazzi e ragazze dai 15 ai 25 anni, provenienti da tutta Italia, si cimentano nella scrittura partecipata di una Costituzione Italiana per il 2050. Vengono individuati temi centrali non solo tra le questioni già trattate nella nostra Costituzione, ma anche tra le problematiche legate ai cambiamenti sociali in atto, come relazioni digitali, energia e cittadinanza, tutela delle scelte personali.

Mery trova interessante che il laboratorio riproponga il metodo dell’Assemblea Costituente,  permettere cioè a giovani con idee, opinioni, esperienze e privilegi diversi di trovarsi e discutere, immaginando il nostro Paese proiettato nel futuro del 2050, proprio come fecero i Costituenti dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Mery dà lettura dell’articolo realizzato dai giovani partecipanti al Festival Ri-Costituente 2023, sulla partecipazione dei giovani alla vita sociale e politica: “La Repubblica è una democrazia che nelle istituzioni garantisce a ciascuno la partecipazione attraverso spazi fisici e istituzionali. La Repubblica garantisce ai giovani luoghi nei quali aggregarsi a fini sociali e formativi attraverso percorsi di crescita dell’individuo nella collettività. Si rende obbligatoria l’istituzione di quote riservate ai giovani in tutti gli organi di rappresentanza. La Repubblica tutela la salute psicologica come fondamentale diritto dei giovani e interesse della collettività”.

Il Presidente Mattarella coglie e sottolinea la giusta esigenza di un maggiore coinvolgimento delle giovani generazioni nell’impegno politico e in quello che possiamo chiamare il «patriottismo costituzionale», di cui ogni generazione deve essere protagonista.

Poco lungimirante frenare il ricambio generazionale e lasciare in panchina, inespresso, il giovane potenziale: il messaggio che desidero rilanciare è di fermarsi a ascoltare i giovani, non fare orecchie da mercante alle loro richieste e diffondere e incrementare la partecipazione giovanile, consentendo di concorrere al processo decisionale e all’orientamento delle politiche.

[1] Classificato al primo posto tra gli Istituti dell’area di Milano per l’indirizzo classico nell’annuale classifica di Eduscopio. 2023.

Rita Bramante Già Dirigente scolastica, membro del Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della Musica