Educare è accendere un fuoco
“Educare non è riempire un secchio, ma accendere un fuoco”, la profonda semplicità della frase di William B. Yeats è stata tradotta in didattica da scuole europee ed italiane. Alcune esperienze di questa nuova scuola sono state raccontate dai protagonisti giovedì 14 ottobre a Modena in un convegno internazionale da me promosso nell’ambito dell’Unione Europea.
Nella società della conoscenza, lavoro e sapere sono due facce della stessa medaglia. Una società solidale di liberi, di uguali, di responsabili si fonda sull’intreccio indissolubile tra sapere e lavoro. Oggi chi sa è libero, chi non sa dipende da altri. Chi sa migliora la qualità del suo lavoro ed è in grado di affrontare meglio la vita. La sintesi tra sapere e lavoro è alla base della promozione umana. In questo nesso c’è il diritto – e la libertà – individuale di scegliere il proprio lavoro e la propria vita, di seguire la propria vocazione. La cultura è volano di promozione sociale e sviluppo per tutti.
Se viene sollecitata la propria vocazione, si studia meglio, si apprende di più. La scuola di tutti deve essere la scuola della qualità per tutti, capace di formare a livelli più alti il cittadino-professionista, di qualificare l’homo oeconomicus. Stiglitz e Touraine, fra gli altri, hanno di recente spiegato come, nelle società evolute, più si sviluppa l’equità sociale più cresce la ricchezza.
È l’attenzione all’individuo che fonda le nuove dinamiche tra education e lavoro. Quindi una scuola non più trasmissiva né chiusa nelle mura delle aule, ma aperta, contaminata dall’esterno. Si apprende sempre: il 70% fuori dalla scuola. Occorre allora portare l’informale (internet, per esempio) dentro il formale. Così la scuola è stimolo permanente, insegna a scegliere, forma cittadini pronti ad affrontare la vita. Così si accende il fuoco.
Per approfondire:
• Il video dell’intervento di Luigi Berlinguer e gli interventi dei relatori al convegno “I progressisti europei e la sfida dell’education” (Modena 14 ottobre)
Luigi Berlinguer