Cittadinanza e analfabetismo – di Vittoria Gallina
Cittadinanza e analfabetismo è il tema del Convegno che il comune di Reggio Emilia organizza , ormai da tre anni , con lo scopo di porre al centro di riflessioni e di proposte un’accurata documentazione di quanto si produce a livello europeo, e non solo, nelle politiche culturali e sociali rivolte alla popolazione adulta, per garantire a tutti competenze linguistiche adeguate: la padronanza della lingua è strumento essenziale per consentire all’insieme della popolazione il pieno esercizio dei diritti e una partecipazione sociale attiva ed è un indicatore significativo della qualità e della efficacia dei processi di integrazione della popolazione migrante nel nostro paese, questa la “filosofia” che guida negli anni gli incontri. All’origine di questo impegno è un lavoro che , iniziato nel 2010, ha coinvolto Comune di Reggio Emilia, associazioni di volontariato e di promozione sociale, attive nel territorio, Centri Per l’Istruzione degli Adulti ed ha costituito la Rete, “Diritto di Parola”, che si occupa di integrazione linguistica e sociale dei cittadini migranti adulti (la rete nel corso del 2017 ha raggiunto più di 3700 persone straniere, ha organizzato 305 classi per quasi 25000 ore di docenza ,cui hanno contribuito 122 tra personale dedicato e volontari).
Il primo incontro di Cittadinanza e analfabetismo, (maggio 2016), sottotitolato “Storie dati e diritti in Italia e in Europa” , ha preso le mosse da un’importante relazione del professor Tullio De Mauro, che, a partire da dati, caratteristiche e tipologie dell’analfabetismo e dei tanti analfabetismi presenti nel nostro paese , ha avviato il confronto su strategie politiche e metodologie di interventi, che si confrontano con uno dei problemi cruciali del mondo globale.
Il secondo convegno (maggio 2017), “Alfabetizzazione degli adulti tra ruoli e strategie, metodologie e ricerca”, questo il focus proposto, è stato occasione di confronto su recenti ricerche nazionali nell’ambito dell’apprendimento linguistico degli adulti (prof. A Marini “Come funziona il cervello che apprende una lingua in apprendenti adulti poco o per nulla alfabetizzati; E M. Maffi “Aspetti fonologici e prosodici nell’apprendimento dell’italiano da parte di adulti analfabeti”) e di approfondimento di approcci e metodologie per l’alfabetizzazione anche in relazione all’uso delle nuove tecnologie, alla utilità e qualità di test adatti allo accertamento delle competenze alfabetiche possedute e su quelle necessarie per l’acquisizione dei documenti di soggiorno ecc., mentre uno spazio significativo ha trovato la riflessione sul “delicato” tema dell’inserimento scolastico e formativo dei ragazzi di 16 e 17 anni, in generale, ed in particolare di quelli non alfabetizzati nella lingua madre.
“Alfabetizzazione degli adulti: metodi e strumenti a confronto nel panorama internazionale “ è stato il tema del terzo convegno (maggio 2018); l’intensa giornata di studio si è concentrata sulle modalità di acquisizione di competenze linguistiche del paese in cui la popolazione di recente, e meno recente immigrazione risiede, ha approfondito il tema delle modalità di apprendimento di una seconda lingua in soggetti adulti a bassi o nulli livelli di scolarità ed ha valutato e discusso il Toolkit , strumento prodotto dal Consiglio d’Europa, messo a disposizione di quanti operano nel settore ( il toolkit, disponibile in 7 lingue, lo scorso anno è stato oggetto di una sperimentazione anche in Italia) https://www.coe.int/it/web/echr-toolkit/home. La professoressa Martha Young Scholten ha illustrato il percorso che ha portato alla costituzione di LESLLA (literacy education and second language learning for adults) http://www.leslla.org/; l’associazione è formata da gruppi di linguisti, psico-linguisti, psicologi e esperti di scienza dell’educazione che, in vari paesi e in lingue diverse, studiano processi di acquisizione di alfabeti e di competenze di literacy da parte di migranti adulti low educated / illiterate anche nella lingua di origine. LESLLA riempie il vuoto di ricerca che caratterizza questo settore; a differenza di quanto accade per i bambini, infatti, ai quali è dedicata una consolidata ricerca sulle competenze linguistiche e sui processi meta-linguisitici collegati con lo sviluppo dell’apprendimento della literacy in L2, c’è un vuoto per quanto riguarda la popolazione adulta con poca o nulla scolarizzazione nella lingua nativa. Questo vuoto determina problemi gravi, se si tiene conto che la maggioranza degli immigrati sono low educated, e che per questo motivo rischiano di non essere accolti in percorsi di inserimento e di integrazione efficaci. L’adulto apprendente infatti ha bisogno di essere “esposto “ a diversi input, deve avere a disposizione opzioni e risorse quali extra-classroom, classroom in senso proprio, testi scritti ed illustrati, audio- libri ecc.; nello stesso tempo chi opera nel settore deve essere in grado di valutare variabilità e varianze nelle e delle abilità cognitive connesse con “attitudini” linguistiche, funzionamento della memoria di lavoro ecc. Il prof.Lorenzo Rocca (Università per stranieri di Perugia) ha presentato il Toolkit del Consiglio d’Europa “ Strumenti e indicazioni per l’utenza analfabeta”. Il “Toolkit”, nato all’interno del progetto ILMA ( Integrazione Linguistica dei Migranti Adulti per l’insegnamento a rifugiati e richiedenti asilo), è rivolto a tutti coloro che svolgono attività di supporto linguistico e di insegnamento delle lingue dei paesi accoglienti, svolgendo attività entro ONG, associazioni di volontariato , scuole per adulti ecc. Il taglio “pragmatico “, attento a collocare i vari materiali proposti entro contesti e scenari reali della vita del migrante e dell’operatore socio-culturale, con cui questi interagisce nelle varie e drammatiche situazioni che si determinano nell’approccio alle realtà ”ospitanti”, offre garanzia di grande fruibilità, entro un percorso semplice, ma non semplicistico, sempre controllato scientificamente. Basti qui una esemplificazione. Dimostrare di conoscere la lingua del Paese ospitante è una necessità, un obbligo previsto in termini di legge (raggiungimento del livello A2 del Quadro di riferimento del Consiglio d’Europa prodotto dal 1989-1996 nel progetto Language Learning for European Citizenship), di qui la costruzione di materiali didattici e di strumenti di accertamento graduale, adeguati ai background linguistici e alla debole scolarizzazione di chi ha bisogno di tempi lunghi per familiarizzarsi con le parole dei nuovi ambienti, senza essere mortificato da compiti , che , non essendo adeguati ai modi e tempi di apprendimento delle singole persone, allontanano i tempi dell’ integrazione, che si costruisce con la fiducia e il controllo su quello che viene insegnato e appreso.
Estremamente utile ed interessante è stata, nella seduta pomeridiana, la presentazione di tre esperienze ,che, nel contesto italiano, dimostrano il risultato di un lavoro che affianca ricerca teorica, progettazione e sperimentazione sul campo. Elisabetta Aloisi e Adriana Perna della cooperativa Ruah di Bergamo hanno parlato di “Prima dell’ A1 : strategie ed esperienze in classi multiculturali” (metodologie motivanti per classi di analfabeti o poco alfabetizzati :approccio interculturale, narrativo, autobiografico); Paola Casi , formatrice, studiosa, impegnata da sempre nella rete Diritto di parola, presenta (“Multimedialità , interattività e dimensione ludica in classe e in auto apprendimento per persone con competenze alfabetiche scarse”) un percorso in cui si mescolano con efficacia apprendimento, rispetto e valorizzazione delle intelligenze; Tatiana Galli, docente CPIA e Catia Raspollini insegnante in un centro di accoglienza, illustrano aspetti significativi del Piano Migrans “ Metodologie per Richiedenti asilo non scolarizzati: i primi esiti di una sperimentazione all’interno di un C.A.S”. Testimonianze vive e indicazioni importanti per chi deve “Orientarsi nello spazio e interagire con la comunità ospitante”, come recita il testo del Consiglio di europa, e per chi accompagna questi itinerari .
Vittoria Gallina