La musica a scuola
Il Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti, presieduto dal Prof. Luigi Berlinguer, istituito per la prima volta con Decreto del Ministro Fioroni nel 2006, è al suo decimo anno di azione ed ha come obiettivo primario l’inserimento nel curriculum dell’insegnamento della musica per tutti gli studenti con la stessa dignità formativa delle altre discipline scolastiche.
“L’insegnamento della musica e dell’arte in generale- ha affermato il Prof. Berlinguer nel suo discorso introduttivo ai lavori- devono comparire nel curriculum pleno iure, non come insegnamenti di secondo piano. Gli ostacoli non sono pochi, fra le molte, la mentalità dell’ iperdisciplinarismo, così profondamente radicata nel nostro sistema scolastico”… “constatato che a fronte di una letteratura sull’approccio all’insegnamento molto vasta per le materie tradizionalmente comprese nel curricolo, la musica è ancora considerata una disciplina di secondaria importanza, il Comitato deve pertanto continuare a lavorare nella necessità di contrastare il pensiero, molto diffuso, che la musica non è studio ma piuttosto distrazione. Bisogna quindi mantenere alta la qualità di questo insegnamento”.
Molti gli argomenti affrontati nel corso della riunione di insediamento, tanti gli obiettivi ancora da raggiungere, fra questi la necessità di valorizzare e portare a sistema le esperienze in ambito musicale maturate: i laboratori musicali, le scuole ad indirizzo musicale, il DM n.8/11, il maestro specialista nella scuola primaria, le attività progettuali delle scuole, i materiali prodotti nei seminari, nei corsi di formazione, gli atti dei Convegni, i concorsi e gli eventi organizzati dal Comitato stesso nei suoi dieci anni di attività.
Il nodo della questione è creare le condizioni per diffondere e definire la qualità dell’insegnamento musicale a cui fa riferimento Il Prof. Berlinguer, trovare il modo di utilizzare in maniera strategica e con sapienza l’organico del personale docente chiamato ad insegnare la disciplina. La presenza stabile di docenti esperti a partire dalla scuola dell’infanzia è condizione necessaria perché si possa parlare di qualità nella didattica. “Tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi”, ma anche i docenti di musica sono artisti e tali devono restare: per questo il Comitato vuole intraprendere una battaglia contro la routine dei compiti di docenza per la creazione di una figura di docente ricercatore, flessibile e libero da vincoli burocratici paralizzanti. La scuola deve essere moderna nella forma (edifici) e nei contenuti, nella didattica e nelle strutture. Non si impara a vivere la musica con protagonismo attivo, a cantare a suonare uno strumento senza associare lo studio alla pratica costante e non si può cantare o suonare in un aula affollata e all’interno di strutture poco attente al suono .
Questi sono evidentemente obiettivi a lungo termine dal momento che sono raggiungibili solamente attraverso la modifica dell’impianto didattico attuale, assegnando un maggiore spazio alla laboratorialità ed alle altre attività pratiche. Il nostro sistema educativo storicamente privilegia i contenuti a discapito della metodologia, mentre in ambito musicale è necessaria un’osmosi naturale fra l’uno e l’altra. Da sempre molto sensibile alle iniziative del territorio, il Comitato mira ad incentivare la ricerca e proporrà attività musicali che sensibilizzino ad una sempre maggiore autonomia organizzativo-didattica delle scuole e a maggiori contatti con altre Istituzioni pubbliche e private e con il mondo dell’Associazionismo. In considerazione delle novità normative, i lavori del Comitato saranno organizzati in gruppi di lavoro che avranno il compito di studiare, ricercare e approfondire alcune tematiche educative che saranno in seguito poste all’attenzione dell’Amministrazione centrale e del governo per una migliore organizzazione di tutta la filiera degli studi musicali.
Le tematiche su cui i gruppi di lavoro si troveranno a riflettere riguarderanno : la Formazione docenti e dirigenti , l’organizzazione scolastica e i modelli di apprendimento e di valutazione, la Ricerca , la produzione artistica, l’edilizia scolastica , la comunicazione. I tavoli di lavoro, oltre alla produzione di documenti, cercheranno di contribuire alla messa a sistema delle esperienze, delle organizzazioni, delle proposte di attività già realizzate e da realizzare e proporranno azioni ed iniziative per la loro ampia divulgazione e condivisione con lo scopo di raggiungere il più ampio numero possibile di Istituzioni scolastiche. A fronte di una notevole presenza a livello nazionale di Istituzioni scolastiche che attuano buone pratiche e dimostrano buone capacità organizzative, ci sono ancora scuole dove la “musica” non è considerata e questo non solo per mancanza di risorse; la situazione culturale nazionale è estremamente eterogenea e ancora c’è molto da fare per informare, motivare e formare alla consapevolezza che il sapere artistico è un bene comune da tutelare come cultura universale.
Il Comitato lavorerà perché siano attivati ed organizzati corsi di formazione in itinere dei docenti di musica e cercherà di proporre percorsi di formazione in ingresso dialogando con le Istituzioni preposte, per elevare la qualità delle pratiche educative di insegnamento della musica nelle scuole di ogni ordine e grado.
Primi destinatari saranno i dirigenti scolastici perché siano consapevoli e convinti dell’importanza dell’apprendimento musicale per la formazione del cittadino, a seguire ci si rivolgerà ai docenti di musica, agli “altri” docenti affinché si creino comunità educanti sapienti, collaborative e coinvolte, alle famiglie, agli artisti e alla società nella sua interezza. Saranno attivate, ancor più di quanto non già effettivamente fatto da parte del Comitato, collaborazioni con le Amministrazioni periferiche, con gli Istituti di Alta Formazione artistica, le Università e con il mondo dell’Associazionismo che si occupa di formazione musicale. L’impegno del Comitato continua aprendosi ad una nuova fase: la realizzazione.
Bisogna fare un salto e produrre maggiori risultati, dare credibilità al fatto che la musica è un attività culturale vantaggiosa per lo studente ma, sopra ogni cosa, serve un alleanza più ampia con gli studenti stessi e con le famiglie dei bambini. Bisognerà che l’offerta formativa sia accattivante, interessante, coinvolgente e di alta qualità nella piena consapevolezza critica e qualitativa dei processi educativi da attivare. Si dovrà evitare infine che imposizioni dall’alto frenino il processo attraverso il quale la musica è arrivata finora nelle scuole e che la spinta interna, la convinzione del piacere e della bellezza che la musica porta in se, sia bloccata da difficoltà organizzative e da inefficaci applicazioni della normativa scolastica.
Annalisa Spadolini