Portare le scuole alla musica
Il recente “Documento sulla cultura musicale nella nostra società e nella scuola” inviato al Ministro Gelmini dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione il 16 dicembre 2009 costituisce, nel flebile panorama istituzionale delle opportunità musicali per la scuola, una nota imperativa e implorante, propositiva e prospettante intorno ad una “assenza” ormai conclamata della formazione musicale nella scuola primaria (e non solo).
La conferma è evidente nelle proposte del Consiglio riguardanti “l’integrazione ed il sostegno della riuscita della cultura e natura musicale”:
• creare le condizioni, anche prima della scuola dell’infanzia, affinché i bambini entrino in contatto con il linguaggio musicale;
• far iniziare lo studio di uno strumento musicale fin dal terzo anno della scuola primaria;
• potenziare l’educazione musicale in ogni ambito didattico.
Capovolgere quindi (provocatoriamente?) il rapporto tra i due personaggi: è il sistema di istruzione, le scuole tutte, a dover andare verso la Musica, non il contrario. La Musica non ha bisogno di noi, siamo noi ad avere bisogno di Musica (e di musicalità).
È ovvio che il reperimento/reclutamento delle risorse umane e delle figure professionali necessarie costituisce la sostanza indispensabile per il compimento di tale inversione. Altrettanto importante si rivela quindi un esame del sistema di formazione dei docenti di strumento musicale.
Nel sistema di istruzione la formazione dei musicisti è affidata a Conservatori e Istituti Musicali Pareggiati ai quali si accede previo superamento di un esame attitudinale. I Conservatori di Musica sono 59 e gli Istituti Musicali Pareggiati sono 20. Entrambe le tipologie di scuole costituiscono l’AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale). Esiste anche una serie di scuole private di difficile censimento e Scuole Civiche di Musica (circa 180) gestite a livello comunale che però non rilasciano titoli di studio. Il percorso dello strumento musicale nella scuola dell’obbligo quindi è tutt’altro che interrotto: si auto-alimenta la pletora dei docenti, si formano e si sfornano specialisti di strumento musicale, si aumentano i corsi nella scuola secondaria di primo grado.
Si avverte l’esigenza di una stagione di monitoraggio e valutazione dell’intero sistema di istruzione musicale: un sistema complesso nella sua estensione con istanze e risorse spesso difformi nel territorio.
Un capitolo a parte meriterebbe quindi l’insegnamento della musica nella scuola primaria dove, come è noto, non è al momento previsto il ruolo dell’insegnante specializzato in materia. Non è possibile, infatti, costruire un organico ed efficace curricolo verticale dello strumento musicale ignorando la scuola di base.
L’obiettivo non è far crescere un bambino musicalmente “geniale” ma, al contrario, sostenere lo sviluppo emozionale delle sue capacità al fine di aiutarlo a comprendere la sintassi musicale ed esprimersi musicalmente, con la voce o con lo strumento.
Fabrizio Emer