Indicatori per la Qualità dei Corsi di Studio Universitari

Negli ultimi decenni i sistemi di istruzione superiore dei Paesi europei sono stati interessati da influenti processi di riorganizzazione legati ai cambiamenti delle politiche universitarie, convergendo verso un modello di governance basato su tre pilastri: il raggiungimento dell’autonomia istituzionale, la valutazione della qualità della ricerca e della didattica, l’introduzione di meccanismi competitivi di finanziamento (Capano, Regini, 2015). Alla base del nuovo modello di governance si ravvisa l’interesse nel concedere autonomia alle università, attraverso il rafforzamento della leadership delle Istituzioni, una gestione manageriale degli atenei stessi a discapito del potere degli organi collegiali. Le istituzioni devono essere in grado di scegliere le strategie più efficaci per competere fra loro, favorendo la mobilità degli studenti e dei docenti, puntando a raggiungere standard di qualità internazionali e sviluppando una governance sui principi dell’efficienza e della responsabilità.
Il sistema universitario italiano è stato per decenni un tipico esempio di un modello “continentale”, caratterizzato dalla centralizzazione delle decisioni (Ministero), una scarsa autonomia delle università e un limitato potere alle autorità accademiche (Rettori, Presidi). Il lento processo di autonomia attivato negli ultimi decenni (gestionale nel 1989, finanziaria nel 1993, didattica nel 1997) in principio non è stato
accompagnato da un sistema di valutazione, risultando in una “autonomia senza responsabilità” (Ibidem [1]). Solo con la Legge n.240/2010, che introduce una revisione sostanziale degli aspetti organizzativi e funzionali del sistema universitario nazionale, viene fatto un importante passo nell’affermazione di
un’autonomia responsabile.
In questo quadro si inserisce un nuovo attore, l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR), protagonista dei processi di valutazione che influenzano l’esercizio dell’autonomia degli Atenei. L’ANVUR, tra le varie attività, ha il compito di stabilire i criteri e le modalità di valutazione ai fini dell’Accreditamento iniziale e periodico delle Sedi e dei Corsi di Studio (sistema Autovalutazione-Valutazione periodica-Accreditamento, AVA) che vengono adottati con decreto ministeriale. Tali criteri e metodologie sono coerenti con gli standard e le linee guida europee (ESG) e tengono conto delle linee generali di indirizzo della programmazione triennale delle Università italiane. L’obiettivo del sistema AVA è
quello di migliorare la qualità della didattica e della ricerca delle Università italiane attraverso una procedura chiara e trasparente di verifica esterna dei modelli di Assicurazione della Qualità (AQ) di cui gli Atenei si sono dotati. Oggetto di tale verifica, fondata sul principio della peer review, sono le procedure interne di progettazione, gestione, autovalutazione e miglioramento delle attività formative e scientifiche.
Il sistema AVA, avviato nel 2013, ha effettuato ad oggi 26 visite di Accreditamento periodico e ha coinvolto più di 200 esperti, tra cui docenti universitari, studenti e personale tecnico-amministrativo, dando vita ad una vera comunità di valutatori [2]. A seguito della pubblicazione della versione aggiornata delle Linee Guida europee (ESG 2015) [3], sulla base delle prime esperienze di valutazione e coltivando uno stretto dialogo con la CRUI e il MIUR, l’ANVUR ha condotto un processo di revisione del Sistema AVA.
Oltre alla riformulazione dei Requisiti di Qualità in linea con le nuove ESG, viene affiancata alla valutazione dei processi una batteria di indicatori quantitativi di risultato standardizzati e confrontabili, così come previsto dalla recente normativa (DM 987/2016). L’attività di Riesame da parte dei CdS parte quindi dall’analisi di questi indicatori (forniti da ANVUR sull’arco di un triennio e aggiornati annualmente nell’ambiente SUA-CdS) e si formalizza in un commento sintetico riportato all’interno della Scheda di Monitoraggio Annuale.
Tale Scheda riporta innanzitutto informazioni generali, come denominazione del CdS, sede, Ateneo, tipo di ateneo (convenzionale o telematico), Area geografica, Classe di Laurea, tipo di CdS (Triennale, Laurea Magistrale a ciclo unico, Laurea Magistrale), tipo di erogazione della didattica (DM 635/2016), durata del corso, numero di altri CdS della stessa classe presenti nello stesso Ateneo, nella stessa area geografica e a livello nazionale (utili per i confronti) e informazioni sul numero di studenti (avvii di carriera, immatricolati puri, iscritti, iscritti regolari). Successivamente si articola nelle seguenti 6 sezioni specifiche:
1. Indicatori relativi alla didattica (gruppo A, Allegato E del DM 987/2016):
Percentuale di studenti iscritti entro la durata normale del CdS con almeno 40 CFU, Percentuale di laureati entro la durata normale del corso, Percentuale di iscritti al primo anno provenienti da altre regioni, Percentuale di iscritti al primo anno laureati in altro Ateneo, Rapporto studenti regolari/docenti, Percentuale di laureati occupati a un anno e a tre anni dal Titolo.

2. Indicatori di internazionalizzazione (gruppo B, Allegato E del DM 987/2016):
Percentuale di CFU conseguiti all’estero dagli studenti regolari, Percentuale di laureati entro la durata normale del corso che hanno acquisito almeno 12 CFU all’estero, Percentuale di iscritti al primo anno del corso di laurea triennale e magistrale che hanno conseguito il precedente titolo di studio all’estero.

3. Ulteriori indicatori per la valutazione della didattica (gruppo E, Allegato E del DM 987/2016): Percentuale di CFU conseguiti al I anno su CFU da conseguire, Percentuale di studenti che proseguono al II anno nello stesso Corso, che hanno acquisito almeno 20 CFU al I anno, almeno 1/3 dei CFU previsti al I anno, almeno 40 CFU al I anno, almeno 2/3 dei CFU previsti al I anno; Percentuale di immatricolati che si laureano entro un anno oltre la durata normale del Corso; Percentuale di laureati che si iscriverebbero di nuovo allo stesso Corso, Ore di docenza erogata da docenti assunti a tempo indeterminato, Rapporto tutor/studenti iscritti.

4. Indicatori circa il percorso di studio e la regolarità delle carriere (indicatori di approfondimento): Percentuale di studenti che proseguono la carriera nel sistema universitario al II anno; Percentuale di immatricolati che si laureano entro la durata normale del corso; Percentuale di immatricolati che proseguono la carriera al II anno in un differente CdS dell’Ateneo; Percentuale di abbandoni del CdS dopo N+1 anni.

5. Soddisfazione e occupabilità (indicatori di approfondimento): Percentuale di laureandi complessivamente soddisfatti del CdS; Percentuale di laureati occupati a un anno dal Titolo.

6. Consistenza e qualificazione del corpo docente (indicatori di approfondimento): Rapporto studenti iscritti/docenti complessivo (pesato per le ore di docenza); Rapporto studenti iscritti al primo anno/docenti degli insegnamenti del I anno (pesato per le ore di docenza);  Rapporto tutor in possesso di Dottorato di Ricerca/Iscritti. In un’ottica di autonomia responsabile, sarà cura di ogni CdS individuare gli indicatori più significativi in relazione alle proprie peculiarità e ai propri obiettivi, la possibilità di confrontarsi con gli altri corsi della stessa Classe di Laurea all’interno del proprio Ateneo, area geografica e contesto nazionale. L’impegno di ANVUR è quello di garantire alle Università italiane la possibilità di realizzare un efficace sistema di AQ partendo da un attento processo di autovalutazione che coinvolga dai CdS alle più alte cariche accademiche.

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[1] Capano, G., Regini, M., (2015). Come cambia la governance. Università italiane ed europee a confronto. Fondazione CRUI.
[2] ANVUR (2017). Accreditamento periodico delle Sede e dei Corsi di Studio Universitari. Linee Guida. link
[3] ENQA (2015). Standards and Guidelines for Quality Assurance in the European Higher Education Area. link

Sabella Morena e Ciolfi Alberto