Un nuovo umanesimo, ora
I problemi fondamentali che riguardano la condizione umana attuale e l’era dell’interdipendenza globale richiedono con urgenza una riforma che interessi contemporaneamente il nostro modo di conoscere, di pensare e di insegnare.
È oggi indispensabile collocare qualsiasi riflessione o intervento sull’educazione e sulla formazione entro il quadro delle straordinarie trasformazioni che hanno cambiato radicalmente la vita dell’intero pianeta: accelerazione, globalizzazione e imprevedibilità, infatti, caratterizzano non solo la produzione, il mercato, la politica, i contesti sociali, ma anche i saperi e le conoscenze, nella loro totalità e nelle loro relazioni.
Un paradosso contraddistingue le attuali istituzioni educative: esse continuano a essere organizzate secondo principi che separano i saperi e le modalità della loro trasmissione e che tendono a diffonderne un’idea statica. La tradizione di pensiero che ha ispirato la formazione, nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, ha infatti da sempre perseguito il metodo che riduce il complesso al semplice, separa ciò che è legato: un pensiero che taglia, riduce e isola. Contemporaneamente oggi i saperi proliferano e si diversificano tra loro con ritmi sempre più accelerati, ma secondo modalità che mostrano e richiedono una sempre maggiore interdipendenza tra loro. I grandi oggetti della conoscenza e i grandi problemi del nostro tempo esigono sia la coordinazione di molti punti di vista disciplinari, sia il confronto tra molteplici punti di vista culturali.
Per uscire da questo paradosso, che può anche tradursi in una perdita di creatività per i saperi stessi, rischiando di paralizzare e addirittura di rendere controproducente la funzione educativa della scuola, è necessario ripensare non solo i contenuti specifici dei curricula scolastici, ma soprattutto l’organizzazione (il paradigma) delle relazioni fra questi saperi. L’obiettivo è quello di favorire sia l’acquisizione di un metodo di apprendimento (apprendere ad apprendere) sia la capacità di formulare problemi sensati. Le finalità del progetto educativo della scuola riguardano pertanto l’insegnamento della condizione umana: l’insegnamento interdisciplinare e transdisciplinare di tutto ciò che oggi è necessario per vivere il continuo incontro con la diversità dei saperi e delle culture. In tale prospettiva si delinea il progetto di un nuovo umanesimo che, legando in modo fecondo la cultura umanistica e quella scientifica, sappia promuovere forme di cittadinanza planetaria, in grado di accompagnare e connettere le tradizionali cittadinanze locali, regionali, nazionali e soprattutto sappia integrare e valorizzare le diversità umane e culturali, individuali e collettive.
Un proliferare di discorsi, di interessi, di preoccupazioni investe da sempre il mondo della scuola, ma il dibattito si concentra molto spesso su questioni di fatto inessenziali, proponendo indicazioni e cambiamenti che non incidono profondamente sulle modalità del fare scuola, sugli aspetti simbolici e materiali dell’azione educativa e didattica.
È tempo invece di andare al cuore del problema della formazione e dell’educazione: si tratta di proporre una riforma epistemologica dei saperi. Una riforma delle conoscenze, del pensiero e dell’insegnamento che costituisca un vero mutamento di paradigma, che investa i contenuti dei saperi, la loro organizzazione e le loro relazioni.
Per approfondire:
• Gianluca Bocchi e Mauro Ceruti,
Educazione e globalizzazione
, Raffaello Cortina, Milano 2004.
Mauro Ceruti