Alternanza scuola-lavoro fra sviluppo dell’identità e costruzione di conoscenze
In un sistema di autonomie nel quale le istituzioni scolastiche hanno il compito di interpretare esigenze, attese, e aspirazioni della comunità nella quale operano, la costruzione di processi formativi non può avvenire senza un “trait d’union” con il mondo del lavoro.
L’art. 4 della legge n. 53 del 28 marzo 2003 introduce in Italia un’opzione didattica che prevede per gli studenti la possibilità di fare esperienza in una “realtà lavorativa”. Il mondo della scuola comincia, quindi, ad attribuire importanza alla realtà lavorativa, per progettare e realizzazione percorsi integrati esperienziali efficaci. (Fig.1 in Pdf allegato).
Il decreto legislativo 77/2005 stabilisce, inoltre, la possibilità per l’alunno che ha compiuto i quindici anni di conseguire un titolo di qualifica seguendo un iter scolastico a tempo pieno, oppure optando per percorsi scuola -lavoro, presso aziende private o statali. Poiché la formazione fondata sull’esperienza è necessaria all’individuo per adattarsi all’ambiente che gli è attorno, l’A.S.L (Alternanza scuola-lavoro) diventa occasione di rinnovamento socio culturale e formativo, sia nel sistema dei licei sia nel sistema dell’istruzione e della formazione professionale. Gli studenti seguiti da tutor aziendali e scolastici hanno l’opportunità di svolgere attività lavorative nell’azienda con compiti riguardanti il percorso di studio.
I percorsi di alternanza scuola-lavoro, regolamentati dal d.lgs. n. 77/2005 (Definizione delle norme generali relative all’alternanza scuola-lavoro) e dai D.P.R. n. 87, 88, 89/2010 (Regolamenti di riordino degli istituti professionali, degli istituti tecnici e dei licei), rappresentano, quindi, il “link” tra la formazione scolastica e il mondo dell’azienda, senza però costituire rapporto individuale di lavoro per lo studente. Così come afferma Tacconi “l’incontro con l’azienda rappresenta un ulteriore stimolo allo studio e all’impegno scolastico e raffigura un modo per imparare a ricercare il lavoro attraverso una solida e mirata preparazione professionale”.
L’A.S.L. rappresenta un supporto all’azione pedagogico-didattica utile a favorire la motivazione, la capacità di ricerca e l’approfondimento degli argomenti trattati. In questo senso la realtà lavorativa, racchiudendo la relazione tra individui, gruppi, strumenti e comunità di pratiche, conferisce all’adolescente che apprende la possibilità di raggiungere diversi livelli di “expertise”, che influenzano il senso della sua identità professionale e sociale.
Stare in aula e stare in azienda rappresentano per lo studente, un momento formativo per la costruzione dell’identità, attraverso lo sviluppo dell’autovalutazione del sé in relazione all’esperienza (Pozzi – Pocaterra, 2007).
Il processo di costruzione dell’identità si caratterizza per la stretta connessione che intercorre tra concezione del sé e il riconoscimento sociale da parte dell’altro, che nel caso specifico dell’A.S.L, lo studente esplica attraverso la diade mansione/ partecipazione. La mansione è l’insieme dei compiti e delle procedure che lo studente mette in atto per esplicare la sua esperienza formativa; la partecipazione, invece, è la capacità dello studente di organizzare il proprio lavoro, anche attraverso l’interazione di gruppo. È evidente che la sinergia tra mansione e partecipazione rappresenta il filo conduttore, utile alla collaborazione e alla partecipazione democratica (Prilleltensky e Nelson, 2000).
L’istituto dell’A.S.L consente che le attività programmate dalla scuola insieme all’azienda siano valutate e certificate come competenze acquisite dall’alunno. In questo senso, l’offerta e la domanda del mercato del lavoro procedono a una costruzione intersistemica in cui il lavoro diventa il mezzo per la maturazione della persona, che rimane il fine (Bertagna, 2003). Scuola e lavoro promuovono insieme “apprendimento esperienziale” (Kolb, 1984), in comunità di pratiche che consentono ai ragazzi di apprendere strumenti e strategie utili a svolgere un lavoro di cui non hanno ancora conoscenza. (Fig. 2 in Pdf allegato)
L’apprendimento esperienziale (experiential learning) è un approccio diffuso a livello internazionale che assume l’esperienza come criterio ordinatore della formazione.
L’alternanza scuola-lavoro o “job education” favorisce non solo l’apprendimento, ma offre un contributo alla comunità in termini di risorse umane ben formate e competenti. Inoltre, si stimolano i talenti educativi e le eccellenze, promuovendo una sana competitività. Cooley (1902) afferma che lo sviluppo del Sé risulta strettamente connesso all’interazione con gli altri, quindi potremmo dire, così come afferma Vygotskij che diventiamo noi stessi attraverso gli altri, e ciò si riferisce non solo alla personalità nel suo complesso ma anche alla storia di ogni singola funzione. Con l’alternanza scuola-lavoro (A.S.L) e l’apprendimento esperienziale, lo studente costruisce significati ottenuti trasformando l’osservazione riflessiva in sperimentazione attiva. (Fig. 3 in Pdf allegato)
Grazie alla sinergia tra teoria (scuola) e prassi (azienda) si generano processi continui di trasformazione cognitiva, apprenditiva e biopsicosociale in una dimensione condivisa, dove tutti sono attori, protagonisti e parziali registi del processo di apprendimento della comunità, oltre che del proprio.
Nell’alternanza lo studente, riflettendo sulla propria esperienza, sviluppa forme di “autoconsapevolezza formativa” e “pensiero laterale”, processi cognitivi e sociali utili per diventare veri lavoratori della conoscenza.
Articolo in Pdf completo di figure/grafici
Riferimenti bibliografici
Bertagna, G.(2003). Alternanza scuola lavoro: ipotesi, modelli, strumenti dopo la riforma Moratti. Edizioni Franco Angeli, Milano.
Cooley, G.H. (1902). Human nature and the social order. Scribner’s Sons. New York, Chicago.
Kolb, D. (1984).Experiential Learning experience as the source of Learning and Development. Prentice Hall, Englewood Cliffs, NJ.
Pozzi, S., Pocaterra R.(2007). Ragazzi sospesi. Un modello territoriale di alternanza scuola-lavoro per la prevenzione della dispersione scolastica. Edizioni Franco Angeli, Milano.
Prilleltensky, I., Nelson G., Peirson L. (2001). “The role of power and control in children’s lives: an ecological analysis of pathways toward wellness, resilience and problems”,Journal of Community & AppliedSocial Psychology, Volume 11, Issue 2, 143 – 158.
Tacconi, G.(2012). La didattica al lavoro. Analisi delle pratiche educative nell’istruzione e formazione professionale Franco Angeli, Milano.
***
Immagine in testata di Kennedy executive
Maria Anna Formisano e Annalisa Frigenti