Studiare il consumismo, in gemellaggio attraverso la rete
DAI CONTRIBUTI INVIATI PER IL CONVEGNO DEL 23 APRILE.
Il percorso progettuale realizzato durante l’anno scolastico 2008/2009 ha avuto lo scopo di realizzare uno scambio di conoscenze e informazioni con coetanei appartenenti ad altri Paesi e culture. Ha altresì consentito di sviluppare rapporti e confronti metodologici e didattici con colleghi e coetanei appartenenti ad aree culturali diverse dalla nostra, permettendo l’attuazione dei principi della flessibilità organizzativa e didattica che hanno reso l’azione educativa più incidente e proficua. La scelta dell’argomento è nata da un momento informativo e di dibattito che ha spinto gli allievi delle classi II e III del corso di operatore meccanico dell’Istituto Professionale per l’industria e l’artigianato “Enrico Fermi” di Catania, a conoscere più approfonditamente una tematica legata alla loro quotidianità ma di grande interesse sociale ed economico. La visione da parte di alcuni studenti del film “I love shopping”, tratto dall’omonimo romanzo di Sophie Kinsella, ha suscitato la loro attenzione e curiosità sulle tendenze di acquisto della loro generazione e non solo. Da ciò si è partiti per realizzare un percorso progettuale che, prevedendo una metodologia partecipativa (project work), li ha guidati step by step nell’organizzazione dei lavori. Le attività si sono svolte in aula e nel laboratorio di informatica dove si è realizzato un apprendimento diversificato attraverso le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione e degli strumenti del web 2.0. Altro elemento innovativo è stata la condivisione delle scelte operative e delle fasi di ricerca-azione con i partner greci e francesi, con cui i ragazzi si confrontavano via e-mail, chat e sms.
La motivazione degli studenti è stata sempre crescente e si sono impegnati nell’esecuzione dei compiti loro assegnati. Il percorso progettuale si è integrato nel curriculum delle discipline coinvolte: diritto, italiano, inglese, matematica e informatica, consentendo così la creazione di una rete di conoscenze, competenze e metodi che hanno guidato gli alunni a una lettura consapevole della realtà e all’esercizio effettivo dei diritti di cittadinanza attiva. Il progetto, oltre a innestarsi sul percorso curriculare della classe, ha abituato i nostri giovani al dialogo, alla tolleranza, al rispetto, all’accettazione del diverso, attraverso il contatto e il confronto con i pari, preparandoli a diventare futuri cittadini europei. Esso, inoltre, oltre a essere condiviso dal Collegio dei docenti, è uscito dal chiuso dell’aula scolastica, coinvolgendo genitori, alunni e docenti dell’istituto attraverso un’informativa costante (circolari, albo dell’istituto) e ha reso gli alunni protagonisti attivi delle ricerche e delle interviste che hanno realizzato sul campo. La condivisione ha superato, almeno in parte la riottosità di alcuni colleghi che avevano etichettato il progetto “come una inutile perdita di tempo” che avrebbe distolto gli studenti dalla seria e tradizionale attività didattica. L’entusiasmo degli studenti ha fatto ricredere molti colleghi che si sono accostati a una didattica nuova che parte dalle esigenze dei ragazzi di soddisfare le loro curiosità e di dar voce ai loro interessi, spesso tarpati da una didattica nozionistica e priva di un qualsiasi legame con ciò che li circonda. L’azione pedagogica, specie in alcune tipologie scolastiche come quella di un professionale del sud Italia, deve tendere essenzialmente a dar voce a quelle curiosità e a quegli interessi che solo apparentemente possono apparire banali e inadeguati al contesto scolastico, ma che in realtà, se li sai ben guardare, sono i punti di partenza per la costruzione di una didattica significativa che realizza un vero ponte di collegamento con l’altro, con il mondo esterno che i nostri ragazzi non sempre ben conoscono e comprendono perché sono molteplici le contraddizioni cui assistono e sono ancora troppo inesperienti per comprenderle e affrontarle. Così la curiosità prodotta dall’osservazione di stili di vita diversi ha permesso indirettamente ma efficacemente di sviluppare conoscenze e competenze didattiche importanti, quali elaborazione di testi differenziati, utilizzo di software per la creazione di presentazioni e capacità organizzative e rielaborative. Tutti i documenti sono stati realizzati in formato digitale, utilizzando Word, Power Point, wiki, social networking e i vari strumenti disponibili, valorizzando così la cultura dei new media e le loro potenzialità come strumento per la cooperazione e il dialogo.
Per approfondire:
http://twinblog.etwinning.net/2460/
Lucia Turiano e Venera Valentino