Il primo giorno di scuola
Il ritorno sui banchi è sempre un’emozione, per i ragazzi ma anche per i docenti, si percepisce entusiasmo ma anche timore di quello che il nuovo anno scolastico porterà con sé. La scuola accoglie i nuovi studenti e inizia come sempre un percorso di conoscenza non sempre lineare e privo di ostacoli, le idee sono tante come le parole che spesso si disperdono, forme e contenuti da modellare e adattare alle esigenze dei singoli contesti. La campanella ha un suono familiare, l’odore dei libri conserva sempre un sentore di sacro che chiede di essere scoperto e ritrovato con gli occhi ma soprattutto con il cuore perché il mese di settembre possiede sempre una luce diversa, un intervallo stagionale che imprigiona il calore dell’estate e lentamente annuncia una nuova stagione.
I progetti scolastici hanno bisogno di maturare come i frutti senza che gli improvvisi cambiamenti climatici possano danneggiare la raccolta. L’ottimismo per il futuro della scuola sta proprio nel lavoro che prepara alla raccolta: le idee seminate e messe a dimora hanno bisogno di cure, di attenzione e dedizione ma anche di un ambiente favorevole e propizio, un clima di collaborazione e di fiducia che possa far crescere alunni e insegnanti alla luce di una natura amica. Il sano ottimismo per il futuro della scuola è la speranza che le idee e i progetti trovino un terreno fertile e che il tempo diventi un alleato e non un nemico contro il quale combattere e difendersi. A fine anno scolastico passato gli alunni in uscita mi hanno regalato un soprammobile a forma di annaffiatoio con dentro i fiori.?
Io parto da questo oggetto simbolico per ricominciare un nuovo anno, per coltivare le idee e vederle crescere condividendo le parole di una bellissima canzone di Vecchioni: “perché le idee sono come le stelle e non le spengono i temporali/… e per tutti i ragazzi e le ragazze che difendono un libro, un libro vero”.
Laura Alberico