Per le letture estive c’è Facebook!
Se c’è un grande fattore di divisione fra educatori in aula, questo è Facebook. Bloccarlo! Vietarlo! Eliminarlo dai computer! secondo alcuni. Possiamo provare, ma… Quanto tempo ci vorrà agli studenti per aggirare un firewall? (un nanosecondo) Quanti modi creativi hanno inventato per farlo? (innumerevoli) Quanti firewall saranno necessari per garantire il completo blocco di FB? (troppi da mettere su) Chi diventerà più frustrato nel procedimento, gli studenti o i loro insegnanti/amministratori? (gli insegnanti) Il blocco di FB porterà effettivamente a un maggiore impegno degli studenti? (difficilmente, uhm… chat, Google, Skype, e altre innumerevoli distrazioni informatiche). Inoltre, tutti noi sappiamo che la tecnologia, in realtà, non è l’unico problema per l’impegno degli studenti, almeno non l’unico colpevole.
Allora, cosa deve fare un insegnante?
Una risposta certamente non originale: prendere ciò che ossessiona gli studenti e usarlo come mezzo per impegnarli. “Se non puoi batterlo, alleati”.
Quest’estate la Florida Atlantic University sta utilizzando Facebook come strumento di apprendimento. Ha creato un gruppo privato di discussione per letture estive e già solo dopo due settimane si vedono risultati positivi. Dopo molti anni di frustranti letture dei risultati durante i quali si faticava a trovare l’equilibrio tra divertimento e responsabilità, si assiste non solo a un livello più elevato di impegno degli studenti, ma anche a un maggiore entusiasmo per la lettura in generale.
Le discussioni dei titoli contrapposti, per esempio sulla dipendenza familiare, hanno portato studenti e insegnanti a condividere altri suggerimenti di letture in cui gli studenti si stanno lanciando.
“Ma Facebook può essere così pericoloso”, dicono alcuni. No, non proprio, almeno non più pericoloso di una gita. E ancora più importante: insegnare agli studenti a navigare in sicurezza tra i rischi dei social network deve essere parte del ruolo ridefinito di educatori del XXI secolo.
E per quanto riguarda i confini personali? Insegnanti e studenti dovrebbero davvero interagire tra loro in questo modo? Aderendo a una interazione rispettosa e professionale e con la consapevolezza che i cyber profili personali e professionali non sono del tutto separati e basati su standard differenti… la risposta è sì!
Chi può meglio insegnare agli studenti come sviluppare una identità online con gli stessi standard educativi modellati nella vita “reale”? Chi meglio può guidarli su ciò che è una interazione accettabile? Speriamo l’anno prossimo di veder maggiormente utilizzati in aula Facebook e gli altri supporti già ampiamente usati dagli studenti.
Peraltro ci sono ottimi siti di social media che si stanno sviluppando specificatamente per scopi educativi e alcune scuole potrebbero per ora limitare a essi le loro politiche basate sulla paura. Ma non c’è dubbio che i due mondi, dei social media e dei mezzi educativi, alla fine si fonderanno. C’è una grande potenza in questa partnership ed è tempo di sfruttarla.
Anna Maria Pani