Nella primaria, a lezione con i madrelingua americani
Dopo aver trascorso qualche mese in Italia nel 2000 da studente, grazie a uno scambio internazionale tra la mia università americana e il programma accademico Siena Italian Studies, ho deciso di restare in Italia. Inizialmente ho prestato servizio all’interno di alcune scuole materne in qualità di lettore di inglese. Qui ho avuto modo di osservare le metodologie didattiche della lingua straniera nelle scuole italiane. Grazie alla rete di conoscenze creata in quest’ambiente ho poi avuto accesso anche alle scuole elementari, chiamato in prima persona ad assistere informalmente alcune maestre che erano state incaricate dell’insegnamento della lingua inglese.
Partecipando alle lezioni in classe mi è subito sembrato evidente che l’insegnamento della lingua straniera, previsto da un piano di legge del governo (Riforma Moratti, Legge 53/2003), necessitasse di nuove idee e realizzazioni concrete che stimolassero i bambini ad applicare le conoscenze acquisite. In altre parole, l’insegnamento mancava della sua realizzazione pratica: i bambini studiavano le regole della grammatica, ma non erano in grado di comprendere e conversare in inglese. Piano piano, grazie agli studenti americani che ogni semestre partecipano al programma accademico presso Siena Italian Studies e alla collaborazione di alcune maestre volenterose, lungimiranti e perseveranti, sono riuscito a creare una sinergia molto produttiva.
Il progetto copre oggi otto scuole elementari del senese, per un totale di circa quaranta classi. Il riconoscimento a livello istituzionale è rappresentato dall’appartenenza al P.O.F. (Piano dell’Offerta Formativa) e al progetto P.I.A. (Piano Integrato di Area). Nel progetto si prevede che l’insegnante incaricato della didattica dell’inglese sia affiancato una volta alla settimana da uno studente americano madrelingua, che insegna ai bambini la corretta pronuncia e amplia il loro lessico inglese attraverso canzoni e giochi in lingua accuratamente selezionati in anticipo in base alla classe e all’età dei bambini. Il compito svolto dallo studente non si sovrappone in alcun modo a quello dell’insegnante, in quanto lo studente nativo americano, privo di certificazioni per l’insegnamento, offre una voce autentica della propria lingua, ricoprendo in un certo senso il ruolo di lettore. La realizzazione del progetto si concretizza alla fine dell’anno scolastico in un filmato (distribuito in dvd ai bambini partecipanti) nel quale sono riprese le esibizioni canore preparate durante l’anno dagli scolari e una recita eseguita completamente in lingua inglese, dove i bambini stessi prendono parte, interpretando i vari personaggi della fiaba narrata (Robin Hood, The Wizard of Oz, Snow White o Peter Pan, a seconda della classe, dell’età dei bambini e del tempo disponibile per la realizzazione delle riprese e del montaggio).
Questo progetto è finanziato dal Provveditorato degli studi di Siena, dall’Associazione Culturale “Ulisse” e dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, e sta riscuotendo molto successo. Nell’aprile 2008 è stato ufficialmente presentato alla conferenza “Service-Learning in Italy: Exploring the Relationship Between Volunteerism and Academic Institutions”, organizzata da Siena Italian Studies a Siena, nella speranza di condividere e diffondere presso altre istituzioni toscane ed italiane questo approccio.
Osservando a distanza di alcuni anni gli sviluppi e i risultati conseguiti finora posso osservare che l’efficacia del progetto è dovuta alla sinergia che si crea tra gli elementi che vi prendono parte: i madrelingua americani da un lato e gli scolari italiani dall’altro.
Per gli studenti americani partecipanti, infatti, l’opportunità di aderire a questa iniziativa contribuisce ad approfondire la loro full-immersion nella cultura d’arrivo. Spesso coloro che scelgono di partecipare a questo progetto sono studenti IPSL (International Partnership Service Learning and Leadership); il loro piano di studi prevede infatti la partecipazione a progetti a sfondo sociale, per il raggiungimento dei crediti necessari a conseguire il diploma di laurea. Spinti da una buona motivazione e da una forte curiosità, spesso anche studenti la cui competenza dell’italiano è minima, chiedono di prendere parte. Questo fattore aiuta a sensibilizzare ulteriormente gli scolari italiani, ponendoli di fronte a persone la cui competenza della lingua straniera non è affatto alta. I bambini si immedesimano negli studenti americani e imparano a mettere da parte la timidezza dovuta alla paura di non riuscire a parlare correttamente in inglese.
Per le classi che partecipano a questo progetto il fatto di entrare in contatto con un native-speaker è senza dubbio una novità stimolante che stuzzica l’apprendimento attraverso diversi canali: la curiosità iniziale verso la novità del progetto, la partecipazione all’apprendimento guidato attraverso giochi e canzoni, la messa in pratica delle nuove conoscenze attraverso la recita e le riprese con la telecamera.
Manchester e Bolognesi