Linguaggio e società, i cambiamenti in essere

Lo psichiatra V. Andreoli fa una analisi delle forme di comunicazione che i giovani adolescenti usano nel gruppo dei pari.

Secondo una ricerca inglese il linguaggio dei giovani starebbe degenerando sempre più.
I ragazzi leggono sempre meno e usano una minima quantità di parole.
In Italia solo il 10% della popolazione usa in modo corretto l’italiano.

Per Andreoli il cambiamento del linguaggio è il risultato delle trasformazioni della stessa società nella quale il pensiero logico e argomentativo è stato sostituito dall’azione; si parla spesso per dare indicazioni operative e non per descrivere o spiegare qualcosa.

Le frasi usate dagli adolescenti sono spezzate e contratte; un tipico esempio è il linguaggio gergale degli sms che rispecchia poi quello dei fumetti e di una parte della letteratura contemporanea.
Tutto ciò che rendeva il concetto una espressione completa si è ridotto essenzialmente all’uso del sostantivo e del verbo con tanti e troppi avverbi che spesso sono privi di significato nel contesto del discorso.

La povertà del linguaggio porta a conseguenze preoccupanti sul piano comunicativo e mette a rischio la capacità di ragionare e di approfondire, di esprimere valutazioni personali su determinati argomenti.

Di questo, purtroppo, gli insegnanti se ne rendono conto quando nella pratica quotidiana si trovano di fronte all’incapacità di molti giovani di cogliere in un qualunque testo i significati, le relazioni causali che emergono da un ragionamento complesso.

La comprensione risulta un percorso difficoltoso se gli strumenti utilizzati non sono stati esercitati nel giusto modo, se l’astrazione e la concettualizzazione sono campi di indagine lontani e inesplorati e non trovano agganci con quella concretezza a cui i giovani fanno sempre riferimento.

La televisione sembra essere la maggiore responsabile dell’impoverimento della comunicazione: è un mezzo onnipresente e costante che attrae l’attenzione, ma non stimola il pensiero critico, offrendo scenari spesso sensazionali e lontani dalla realtà che tendono a indirizzare scelte e opinioni verso il conformismo e i paradigmi di una società dell’apparenza.

A questo proposito Andreoli parla di “uomo di superficie” per intendere il prototipo di uomo che ha costruito la sua personalità sulla bellezza esteriore che risulta sinonimo di denaro e potere.

Il linguaggio rappresenta il canale comunicativo per eccellenza e proprio per questo può e deve essere coltivato e arricchito se l’informazione e la comunicazione invertono la rotta e diventano strumenti di indagine della propria dimensione interiore.

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Immagine in testata di digitalnoise / Flickr (licenza free to share)

Laura Alberico