Il dovere di ricordare
“Il dovere di ricordare. Riflessioni sulla Shoah” è il DVD ideato e narrato da Moni Ovadia per la giornata della memoria. Questa celebrazione, dedicata alla rievocazione critica dell’Olocausto, non si riduce a un rituale vacuo, ma è il mezzo per reagire a tutte le forme di revisionismo e negazionismo. Oltre a essere un dovere verso il passato, la memoria della Shoah deve sorvegliare i rischi presenti nelle nostre società.
Il totalitarismo nazifascista ha imposto la volontà di annientamento degli oppositori politici, dei comunisti, degli zingari, degli asociali, degli omosessuali, dei malati di mente, degli ebrei, colpevoli solo di esistere in quanto tali, perché portatori di una diversità rispetto ai diabolici schemi omologanti, di annientamento delle differenze. Insegnare Auschwitz significa trasmettere consapevolezza alle giovani generazioni di quelle mostruosità che l’homo faber ha perpetrato, guidato da un potere diabolico, perché sappiamo che determinate situazioni possono ripetersi, forse non identiche, ma con esiti altrettanto devastanti, e per questo il sistema formativo, le comunità educanti, devono indurre i giovani a riflettere sul tema delle minoranze, sulla pericolosità delle estremizzazioni, mettendo a contatto tutte le generazioni con i testimoni e avviando un processo di trasmissione della memoria storica che abbia come base un insegnamento etico, civile e responsabile.
La scuola italiana si basa su un impianto organizzativo e didattico che risale ancora alla riforma Gentile. Alcune innovazioni cominciarono a profilarsi dagli anni Sessanta con l’emanazione di nuovi programmi scolastici, ma la situazione non è mutata sostanzialmente, neppure dopo la transizione verso la democrazia e le lotte di rivendicazione studentesche per una scuola diversa, che scoppiarono in Italia e in tutto il mondo.
La didattica della storia, al contrario di altre discipline, non ha goduto dell’attenzione e del favore del Ministero della Pubblica Istruzione nel corso del tempo. I giovani che negli anni Sessanta si sono ribellati alla scuola autoritaria, reagiscono con stupore alla chiusura didattica, trasmissiva e dialogica, di testimonianza, di alcuni docenti che pure avevano partecipato agli eventi della resistenza.
Da un’indagine riguardante i bisogni formativi degli insegnanti di storia, compiuta dal Provveditorato agli studi di Milano nel 1997, emergeva che la maggioranza degli insegnanti utilizzava come strumento fondamentale la lezione frontale e il libro di testo e, inoltre, gli avvenimenti della storia contemporanea venivano trattati in modo limitato, Olocausto compreso. Con la direttiva 681 del 4/11/1996 e il Decreto 682 dello stesso anno, questa situazione cambia radicalmente. Il Novecento diventa realmente oggetto di studio durante l’ultimo anno di scuola secondaria superiore, ponendo le basi per una nuova didattica della storia e innescando una serie di riflessioni da parte di storici, docenti e associazioni professionali, anche attraverso gli istituti storici della resistenza che hanno avuto un ruolo significativo nel promuovere tali cambiamenti. A questa pluralità di soggetti sono stati, infatti, attribuiti compiti di formazione e aggiornamento all’interno dei quali individuare alcuni tra i percorsi più significativi nell’ambito della storia del Novecento, e soprattutto, si chiede loro di sperimentare nuove strategie di comunicazione per veicolare contenuti che, ovviamente, si offrono a una molteplicità di interpretazioni e tematizzazioni.
Per approfondire:
• “Il dovere di ricordare. Riflessioni sulla Shoah” DVD ideato e narrato da Moni Ovadia e curato da Elisa Savi, Palumbo editore
• Chiappano A., Minazzi F., Il presente ha un cuore antico. Atti del Seminario residenziale per insegnanti, Quaderno 1, MIUR 2002
Laura Tussi