Cooperativa vecchia, storia nuova
Questa è una storia semplice, ma interessante, e credo valga la pena di leggerla e ragionarci sopra un po’.
La Cooperativa Lavoratori di Mompiano, a Brescia, fu fondata nel 1948, e chiaramente allora era un cosa diversa. Oggi conta circa 400 soci, la maggioranza dei quali anziani, e fino alla primavera scorsa le attività sociali si limitavano alla tombola settimanale, a qualche cena e alle gite. Il luogo però è conosciuto e frequentato, perché una parte dei locali è da moltissimo tempo occupata da una pizzeria apprezzata e conosciuta in città. Recentemente, hanno deciso di recuperare anche le altre stanze, riscattandole dai gruppi politici e associazioni che per anni le avevano avute in affitto, le hanno sistemate, hanno messo in ordine i muri esterni e il cortile, adeguato l’elettricità e il riscaldamento, messo i pannelli solari sul tetto. Nel cortile c’è anche una piccola area attrezzata per i bambini.
L’idea di coinvolgerli in attività è venuta a un socio, da poco in pensione, con la passione per il teatro e le attività manuali. Incomincia raccogliendo libri, quelli che le famiglie non sanno più dove mettere, e in poco tempo negli scaffali montati nella saletta a pian terreno se ne accumulano diverse centinaia, per i grandi e per i piccoli. Poi, per Carnevale, sistema qui e là nel quartiere dei cartelli scritti a mano e distribuisce un po’ di volantini, invitando i bambini a una festa in cooperativa. Ad attenderli, da bere e da mangiare, cartelli e fotografie che raccontano di altre feste e incontri di strada, appoggiati e appesi in vari punti del cortile, e ceste con piccoli sacchetti che contengono un misterioso “regalo”. C’è anche un tavolino con un computer portatile e casse, su cui gira un video che ho portato io, un “mix” di attività di bambini, teatro, robot, insetti e altre cose che faccio o che ho in qualche modo documentato.
LA “FESTA” DI CARNEVALE
Il posto sta a 200 metri dall’oratorio, e poco più in là c’è un parco pubblico piuttosto grande, dove spesso si organizzano cose: c’è il concreto rischio che non venga nessuno. E così pare, fino praticamente all’orario stabilito. Poi entra la prima mascherina, la seconda. Bambini con genitori e nonni che si muovono un po’ timidamente, si guardano intorno, curiosano. I cartelli sono insoliti, il video bisogna andarci vicino per vedere e ascoltare, ma lo trovano interessante. Le frittelle e le pizzette sono buone e non si rifiutano mai, mentre nei sacchetti – sorpresa! – ci sono dei libri, alcuni adatti ai più piccoli, altri a quelli un po’ più grandi, o agli adulti.
La cosa più bella succede quando un bambino si rivolge all’organizzatore e chiede, come ormai sono abituati al giorno d’oggi i bambini a chiedere: “Che gioco ci fate fare?”. Quello non risponde, fa lo gnorri. In realtà, non sono stati predisposti giochi per i bambini. E dopo meno di 10 minuti i bambini si sono organizzati per conto proprio e giocano da soli, occupando gli spazi in lungo e in largo nel cortile!
INSIEME CON LA BIBLIOTECA, UNA PRESENZA STABILE NEL QUARTIERE
Sono stati presi accordi con la biblioteca pubblica che sta nel quartiere vicino. La loro idea iniziale è di organizzare ogni 15 giorni un evento di “letture animate” negli spazi della cooperativa, con la possibilità di prendere in prestito i loro libri. Ma quando si parte, in aprile, subito accorre tanta gente e si decide di programmare le attività con cadenza settimanale, tutti i mercoledì. A parte un rimborso, davvero minimo, per un burattinaio, si tratterà sempre di attività a costo zero, offerte dal personale della biblioteca, dai soci della cooperativa o da professionisti che decidono di aderire all’iniziativa. Le letture di libri si alternano al teatro e a proiezioni.
Intanto, nella saletta dove stanno i libri, rimane esposta per un mese la mia mostra fotografica “Concittadini inaspettati”, sull’esperienza dei bambini di Brescia alla scoperta dei piccoli animali che abitano nei cortili delle scuole. Poi, una pittrice chiede di poter esporre i suoi quadri.
La stanza è predisposta in particolare per le attività dei bambini, ma non in modo esclusivo. Pensiamo infatti che possa essere importante l’incontro con i frequentatori adulti, che vengano a cercare libri, o a guardare i quadri, o anche solo a curiosare. Lungo una parete si allestisce la postazione informatica: 4 pc ricevuti in regalo e un nuovissimo iMac, con il collegamento a internet e il software per un uso attivo da parte dei bambini. Nei computer mettiamo intanto le foto e i video degli incontri del mercoledì, le immagini degli insetti. Subito arriva un socio che ci porta la sue vecchie diapositive macro e un video girato in Messico, bellissimo, sulla farfalla monarca. Lo monteremo, commentato dalle voci dei bambini, e sarà la prima nostra “produzione”.
A partire da maggio, le letture si spostano nel cortile e, quando la programmazione della biblioteca avrebbe previsto la “pausa estiva”, in luglio e agosto si continua in modo autonomo, tutte le settimane. Il 10 agosto sono presenti più di 100 persone! La biblioteca pubblica si organizza in modo da essere comunque sempre presente con il suo banchetto di libri. Abbiamo portato anche dei burattini, di plastica ma piuttosto belli, con le teste di principessa, guerriero, Cappuccetto Rosso, mago, lupo, e vestiti e accessori (cappelli, occhiali, corone, spade) intercambiabili. Li si usa negli spettacoli, i bambini li manovrano e partecipano anche loro alle rappresentazioni, oppure ci giocano dopo. Poi ci sono mamme che portano le torte, la pizzeria che prepara cose buone da mangiare, e persone che arrivano da diverse parti della città offrendo la loro disponibilità, il collegamento con scuole o altre realtà di aggregazione.
PIÙ CHE UN PROGETTO, UNA BELLA REALTÀ
All’inizio di uno degli incontri, negli scambi di saluti e i ringraziamenti ai presenti, una mamma interviene dicendo: “Noi qui stiamo facendo cultura!”.
Dovendo dare un nome all’insieme del progetto e avendo a portata di mano il “brand” del mio blog, lo chiamiamo “Bambini Oggi Mompiano”. Il “contesto” può essere prestigioso. A 200 metri c’è l’edificio in cui, nell’Ottocento, le sorelle Rosa e Carolina Agazzi “inventarono” la scuola materna, e che oggi è sede dell’Istituto Pasquali Agazzi; a fianco c’è la scuola elementare, e la nuova scuola dell’infanzia è appena più un poco in là. A pochi passi, c’è la sede della Mediateca Provinciale, che potrebbe diventare un naturale punto di raccolta per le nostre produzioni audiovisive. Tutto è raggiungibile in pratica senza nemmeno attraversare la strada! Le attività in cooperativa si possono dunque facilmente coordinare con il territorio.
Andiamo on line con le nostre pagine web, e stabiliamo collegamenti con altre realtà di bambini, in Italia e all’estero. Nei computer delle saletta, chi passa può vedere in immagini e video gran parte di quello che abbiamo fatto. La giornalista di Pet Passion TV, che viene per intervistarmi sul Museo Virtuale dei Piccoli Animali, rimane entusiasta.
Durante alcuni pomeriggi, mi ritrovo anche con un piccolo gruppo a cercare gli insetti nel cortile, con macchine fotografiche e videocamere. Registriamo un commento sonoro per il video delle farfalle e un bambino, osservando la ombre proiettate dal Sole, suggerisce di fare tutto un video di ombre. È settembre. i bimbi sono piccoli, ma raccogliamo facilmente materiale interessante.
Con l’arrivo della stagione fredda, ci si trasferisce nella sala al piano di sopra dove, oltre al piccolo palco di legno per le letture e il teatro, è stato montato anche un proiettore video preso in prestito. È quello che la pizzeria usa a volte in cortile nelle sere d’estate.
E ORA, ANCHE PRODUZIONI VIDEO!
Le proiezioni a volte si alternano alle letture, altre fanno da prologo: i nostri mercoledì, gli insetti scoperti dai bambini, il “film” realizzato nella vicina scuola primaria qualche anno fa, in cui molti riconoscono ragazzi del quartiere ormai adolescenti, ma anche pezzetti dei miei laboratori video a Cuba e il bellissimo trailer dei nostri amici di Brooklyn che, nonostante non capiscano un parola, fa restare i bambini a bocca aperta per la meraviglia.
Collegato a una videocamera, il proiettore fa da “maxi schermo in diretta”. Giochiamo con gli effetti video (quelli che nelle videocamere di adesso non ci sono più perché “non servono”!), e i bambini cominciano a mettersi dietro la macchina da presa. Abbiamo anche il telo verde per il chroma key e con i computer nella saletta di sotto potremo montare i video praticamente come i professionisti!
Metto insieme 2 minuti e mezzo di sintesi del lavoro di 6 mesi, apriamo il nostro canale YouTube e un account Skype, partecipiamo a metà novembre alla settimana sulla collaborazione tra le generazioni di Radijojo, la radio internazionale dei bambini con sede a Berlino.
SEMPLICEMENTE INSIEME, TRA PERSONE: PICCOLE CONSIDERAZIONI FINALI
Mentre il discorso prosegue, con intrecci e incontri interessanti e vari, man mano che le persone passano in cooperativa e si confrontano reciprocamente su quello che pensano e che fanno, mi permetto in conclusione alcune piccole considerazioni.
Di questi tempi, a parte il pessimismo indotto dalla crisi, siamo come ossessionati dalla tecnologia, dall’innovazione. A parte una generale incapacità di distinguere la tecnologia dal mercato (che non sono affatto la stessa cosa, ma forse è anche una questione di chi sponsorizza pubblicazioni e congressi!) la tentazione spesso è a farne come dei parametri di riferimento assoluti, a cui gli umani dovrebbero “adeguarsi”. Così per esempio la professoressa che non riesce a dialogare con i suoi alunni, si convince che è un problema di “tecnologia”!
Ovviamente il problema c’è – e non riguarda tanto il “saper usare la tecnologia”, quanto piuttosto saperla vedere nel contesto più generale della nostra vita e non solo in esposizione sugli scaffali dei supermercati – ma soprattutto i problemi stanno nelle relazioni umane. Ci si rapporta con gli altri troppo spesso solo in base ai ruoli che interpretiamo – l’utente, il cliente, il consumatore, l’elettore, il pubblico, il contribuente, l’insegnante, l’alunno, il genitore, il figlio – con poca attenzione per le persone e la loro unicità. E il mercato, i mezzi di informazione, la politica, volentieri ci organizzano e incasellano e noi consumiamo quello che ci viene offerto, a pagamento o anche gratis, ma comunque consumiamo. L’idea che qualcosa possa succedere perché ci si mette insieme con altre persone e si incomincia a fare, pare riguardare solo poche “nicchie” di privilegiati: artisti, manager, scienziati, politici. Alle persone “normali” viene solo concesso, quando va bene, di organizzarsi il tempo libero, e ormai sempre più anche quello acquistando prodotti preconfezioni, l’iPad come la vacanza, la partita di calcio come la visita al museo.
Anche i bambini non giocano più con gli altri bambini, ma consumano i loro divertimenti proprio come gli adulti. Dato però che per loro il gioco sarebbe anche uno strumento molto importante di conoscenza, un luogo e un tempo “protetti” dove ricostruire il mondo nel complicato lavoro di diventare grandi, in questo modo rischiano di non crescere più!
In un tale contesto, trovarsi insieme in un posto e farlo vivere, semplicemente con il fatto di esserci, e le cose non comprarle ma “farsele” giorno per giorno, è un’esperienza semplice e perduta. Se fosse una merce da mettere sul mercato, sarebbe proprio il “prodotto” che manca, perché l’uomo è un essere sociale e di queste cose ha bisogno.
A proposito, le attività in cooperativa sono tutte a carattere volontario ma, nel momento in cui si rendono visibili e riconoscibili, stanno originando intorno incontri e idee che incominciano a chiamare lavoro.
Perché probabilmente può esistere un altro tipo di “marketing” in questa nostra società, quando lo scopo non sia solo di vendere, non importa che cosa e a chi, ma anche di soddisfare bisogni reali a cui il consumismo globalizzante evidentemente non sa rispondere. E in tempi di crisi profonda, non solo economica, qui si aprono riflessioni forse importanti.
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VIDEO
• Burattini: Cappuccetto Rosso di Paolo Beneventi
Paolo Beneventi