Che fine ha fatto la Storia dell’arte? Lettera aperta al Ministro
Lettera aperta al Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza, 10 luglio 2013. Di Marinella Galletti, Presidente di Artem Docere.
È innegabile che ogni società i cui organi amministrativi abbiano una “visione” in termini di offerta formativa e sviluppo economico debba saper valorizzare l’importante ruolo svolto dal patrimonio artistico.
È in gioco la promozione di occasioni formative coerenti e capaci di dare risposte alle speranze della società in relazione alla propria capacità di investire risorse e qualità per la più ampia riuscita sociale.
Il sistema dell’istruzione pubblica in Italia come risponde a questo importante input?
Vi è adesione, coerenza, capacità di raccogliere le sfide, proiettare in termini di accrescimento le abilità, le attitudini, le aspirazioni allo sviluppo dei propri cittadini?
La risposta è NO.
I provvedimenti ministeriali, oggetto della recente riforma nella Scuola Secondaria di Secondo Grado, hanno inverosimilmente sacrificato e ridotto l’educazione all’arte in tutti gli indirizzi.
Ne emerge un quadro allarmante.
La Storia dell’arte è disciplina trasversale ai saperi e culmine intellettuale dei saperi stessi. Richiede di essere studiata per la durata di tutto il quinquennio in tutti gli indirizzi di scuola; richiede di essere affiancata a momenti di attività grafiche, per l’approfondimento dello studio dell’opera, e creative, a garanzia della capacità di fruizione del “bene comune” da parte di tutti i cittadini. È evidente che nei soli tre anni di studio scolastico, imposti dalla riforma nei Licei Classici, Linguistici e Scienze Umane, non si potrà che procedere per “abbreviazioni”, “semplificazioni”, didattica a percorso unico.
Nel Liceo Sportivo, recentemente legittimato da parte del Miur, è stata cancellata la disciplina Disegno e Storia dell’arte! A questi studenti verrà impedito di confrontarsi nello studio verso i contenuti di una disciplina che educa alla costruzione della “bellezza”, virtù morale e intellettuale. Il Nuovo Liceo Sportivo è “deriva” del Liceo Scientifico a indirizzo Sportivo: prima della riforma, la disciplina era regolarmente nel piano di studi!
Gli Istituti d’Arte sono stati cancellati a fronte della presunzione improbabile di “accorpare” le arti per riassorbirle nei sei indirizzi dei “Nuovi” Licei Artistici.
Come far coincidere realtà educative che hanno diverso il fondamento, diversi gli intenti formativi, i profili, le opportunità di inserimento occupazionale? Gli Istituti d’ Arte qualificavano figure competenti nei diversi e specifici settori dell’artigianato artistico per la realizzazione di Tesori della creatività e della produzione artistica italiana che non possono essere assimilati a semplici “mezzi di comunicazione nell’arte”.
Quegli stessi provvedimenti, infatti, hanno soppresso e/o snaturato anche importanti indirizzi di studio professionalizzanti, Grafica, Moda, Turismo, negli Istituti Professionali e nei Tecnici: cancellate discipline fondamentali quali Comunicazioni Visive e Disegno Professionale, di cui ora non vi è più traccia; soppressa Disegno e Storia del Costume, disciplina mirata alla formazione di tutti gli aspetti legati alla moda, dalla progettazione alla storia della moda nelle epoche.
Il “nuovo” assetto estremamente tecnico e la genericità dei programmi delle discipline che oggi si insegnano negli indirizzi “residui” dei “Grafici” e del “Sistema Moda” di quegli Istituti, mortifica l’istruzione e svilisce la componente “identità della professione” proprio di quelle figure che si vorrebbero formare.
I provvedimenti che hanno cancellato gli Istituti d’arte, declassando l’immagine che il resto d’Europa aveva dell’istruzione artistica in Italia, hanno di fatto declassato la qualità dell’insegnamento offerto a tutti i cittadini italiani, fortemente minata la capacità di lettura e comprensione dei linguaggi dell’arte per la tutela e valorizzazione del Patrimonio, venuto meno l’impulso alla frequentazione delle istituzioni museali.
Una depressione culturale complessiva che aggrava la depressione economica. L’arte è una risorsa intellettiva, culturale, etica; è fattore di crescita economica vitale, il cui potenziale sviluppo è però trascurato e ancora atteso. Il patrimonio artistico vive del passato nel presente, e del presente, oggi e nel futuro.
Chiediamo al ministro di essere ricevuti a un “tavolo” per la discussione.
Chiediamo che si impegni per la riqualificazione dell’insegnamento di Disegno e Storia dell’arte e per la rinascita dell’Istruzione Artistica, affinché le giovani generazioni non siano ulteriormente private della capacità di “ideazione” e di immaginazione, oggi sempre più povere e a “rischio” di ritrovarsi senza futuro.
Distinti Saluti da parte di tutti i Fondatori di Artem Docere.
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Immagine in testata di Alessandro Volta / Flickr (licenza free to share)
Marinella Galletti