Ben presto diverrà un uomo!

Siamo alle solite, gli insegnanti preferiscono “farla pagare” ai propri discenti, bocciandoli, se il caso, per la seconda volta e, addirittura, anche per la terza volta. Così molti insegnanti, probabilmente, “si vendicano” per le gravi umiliazioni “incassate” in seguito alle manovre economiche del governo. Costoro, trincerandosi dietro quel neoperbenismo di facciata, che ormai impera in molte istituzioni scolastiche, fanno vedere che ancora contano,che hanno il potere di bocciare, esibiscono i muscoli, piuttosto che le loro competenze professionali.

La bocciatura, il voto, la selezione che scaccia dalla scuola i ragazzi più deboli, ridaranno valore e prestigio alla scuola pubblica? “Cristian abbiamo dovuto bocciarlo per la terza volta, aveva tante insufficienze!”.

D. “La scuola gli ha garantito un progetto educativo personalizzato? Si è tenuto conto della sua tipicità biopsichica, antropologica e culturale?”.
R. “È un ragazzo che non studia, assume atteggiamenti di estraneità e non esegue i compiti a casa!”.
D. “Gli insegnanti si sono presi in carico ‘l’alunno Cristian’ rivedendo i contenuti e riadattando le metodologie di insegnamento-apprendimento standard alla situazione specifica?”.
R. “Abbiamo fatto del nostro meglio, ma non è stato possibile conseguire gli obiettivi educativi e didattici programmati!”.

La scuola è pronta ad accogliere alunni “Cristian”-simili ? Ha in animo di elaborare, definire e attuare un progetto educativo in cui siano previste attività che stimolino nell’alunno un maggiore apporto motivazionale e favoriscano una facile inclusione e integrazione nel nuovo gruppo classe? Oppure il prossimo anno siamo al punto di partenza, semmai con un aggravamento della situazione.

La domanda vera è questa: la bocciatura ha un significato educativo? Se optiamo per il sì, è evidente che la ripetizione dell’anno scolastico deve consentire all’alunno il reinserimento, a pieno titolo, in un percorso virtuoso che possa garantirgli la pari dignità e offrire opportunità educative e formative in vista del raggiungimento di traguardi di sviluppo di competenza previsti a conclusione di un determinato ciclo scolastico.

“Lo devo bocciare perchè continua a comportarsi da maleducato nei miei confronti!”.

L’esperienza pluriennale nella scuola pubblica mi porta ad affermare che nessun discente reagisce in maniera ostile o aggressiva a un insegnante che nei suoi confronti si esprime con rispetto, cordialità e benevolenza.

Qualcuno potrà osservare: “Che presunzione! Vorrei proprio vederlo dinanzi a certi ceffi!”.

Spesso i ragazzi assumono atteggiamenti ostili e aggressivi perchè non sono amati, considerati e stimati. Sanno bene che il loro professore li ha già giudicati, etichettati, sistemati “nel recupero” o giù di lì, sin dal loro ingresso. A questi ragazzi la scuola offre solo le briciole. Proviamo invece a sperimentare un’attività scolastica che non sia la solita, personalizzata sull’alunno “Cristian”, coinvolgiamolo in tutto il processo di insegnamento-apprendimento, facciamolo diventare attore protagonista, facciamogli sentire la nostra stima, il nostro affetto e il nostro calore, facciamolo sentire vivo, facciamogli sentire che è una persona, vedrete se “Cristian” non cambia!

Ben presto diverrà un uomo!

Saverio Fanigliulo