L’autonomia scolastica: presupposti
L’art. 1 del D.P.R. 275/99 – Natura e scopi dell’autonomia delle istituzioni scolastiche – elenca i fondamenti della ristrutturazione del servizio scolastico: se ne focalizzeranno due per far emergere i tratti salienti.
PROGETTAZIONE – attività che implica la definizione a) delle finalità (formazione) b) delle strategie (educazione).
a) Il profilo professionale dei vigenti programmi degli ITC fornisce un esempio di come indicare le capacità e le competenze (legge 53/2003 art. 2) caratterizzanti il percorso quinquennale della secondaria di 2° grado, indicazioni che facilitano i Consigli di istituto a “elaborare e adottare gli indirizzi generali” (T.U.297/94) per adeguare l’offerta formativa nazionale alle esigenze locali;
b) La “programmazione dell’azione educativa” e la “valutazione periodica dell’andamento complessivo dell’azione didattica per verificarne l’efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento dell’attività scolastica” (T.U. 297/94) sono affidate al Collegio dei docenti che onora il mandato ricevuto:
• Formulando ipotesi di medio e lungo periodo per conseguire gli obiettivi definiti dal Consiglio di Istituto. Può essere opportuno ricordare che l’ambito operativo del Collegio è costituito dalle capacità: il paragrafo 1.3 – Coordinamento didattico – del progetto ministeriale Mercurio indica una soluzione.
• Esplicitando i traguardi che gli studenti devono aver conquistato al termine di determinati periodi e misurandone il grado di conseguimento. Le olimpiadi della matematica forniscono esempi di come le capacità possono essere sollecitate e rilevate;
• Armonizzando le esigenze formative con i vincoli derivanti dai processi di apprendimento.
LIBERTÀ DI INSEGNAMENTO – la norma inserisce tale garanzia all’interno della progressione: educazione, formazione e istruzione. Ne consegue che tale libertà si esercita sia collegialmente (formazione – educazione), sia individualmente (insegnamento), progettando e gestendo occasioni di apprendimento mirate al conseguimento dei traguardi comuni a tutte le materie e di quelli disciplinari.
PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA – L’art. 3 del D.P.R. 275/99 individua nella progettazione organizzativa uno dei pilastri dell’autonomia scolastica. Si ricorda che il Consiglio di Istituto ha potere deliberante in materia di “organizzazione e programmazione della vita e dell’attività della scuola” (T.U. 297/94) e può sanare il conflitto esistente tra la struttura degli istituti scolastici e uno dei postulati delle scienze dell’organizzazione: “Non si devono confondere le figure del controllore con quella del controllato”. Le valutazioni espresse dal docente, invece, sono ordinariamente assunte come parametro dell’efficacia del servizio e, conseguentemente, della validità dell’insegnamento da lui impartito. La normalizzazione si può ottenere affidando all’insegnante la valutazione formativa, funzionale al monitoraggio degli apprendimenti, alla commissione valutazione abilità e conoscenze (vedi figura) quella sommativa, che risolve gli aspetti amministrativi.
La struttura del servizio riportata nell’immagine deriva dalla capitalizzazione dell’esperienza delle aziende ospedaliere e fa corrispondere i dipartimenti disciplinari ai reparti delle diverse specialità (i coordinatori, analogamente ai primari, indirizzano i lavori del gruppo di lavoro per standardizzare protocolli d’insegnamento: l’attività collegiale tende all’individuazione degli argomenti che più si prestano alla messa a punto di occasioni d’apprendimento utili al conseguimento dei traguardi collegialmente individuati. I docenti, inoltre, rendono conto ai colleghi dell’efficacia delle loro scelte); i consigli di classe all’équipe medica che segue un paziente; la commissione valutazione efficacia del servizio, che opera per monitorare i processi evolutivi delle capacità, al laboratorio analisi che controlla lo stato di salute dei degenti.
Enrico Maranzana