La soffitta dell’integrazione (3)

Ho udito uno strano tonfo al piano superiore. “Ancora tu”, si sarebbe chiesto Lucio Battisti? Già. E meno male che questa soffitta ha l’ascensore! Era caduto un quaderno con delle immagini: i disegni di Irene. Cosa posso dirvi? Sentiamo cosa mi ha raccontato ancora la sua mamma:

“Sento che le insegnanti sono attente alla mia bimba, ma attente proprio nel modo che desideravo. Discreto, positivo, stimolante. Mi fanno vedere il suo album dei disegni. Io faccio un commento un po’ ironico: ‘Beh, disegni…’. Loro subito mi dicono che molti bambini di tre anni disegnano così. Mi spiazzano ancora: sono decisamente più valorizzanti di me sui disegni di Irene!

Mi piace molto questa loro positività, mi piace l’entusiamo con cui parlano di lei, dandomi un rimando positivo quasi tutti i giorni.

Qualche settimana fa mi raccontano che hanno chiesto a Irene di fare la ‘segretaria’, cioè di portare un foglio in un’altra sezione della scuola molto lontana dalla sua. La scuola è un edificio molto ampio, ci sono sette sezioni diverse, nominate con il nome degli animali. Beh, Irene è andata e tornata da sola!

Ho stentato a crederci. Ha dovuto ricordarsi dov’era la classe con quel nome, programmare il percorso e non farsi distrarre da tutti i giochi che avrebbe incontrato nel percorso: scivoli, casette, il teatrino che lei adora. Qualsiasi manuale l’avrebbe messo in dubbio: i bambini con sindrome di down hanno poca memoria, bassa concentrazione, faticano a programmarsi. E lei ha solo tre anni…

Le maestre ci hanno creduto e lei l’ha fatto!

Fiducia, fiducia, fiducia… Agìta però, non solo dichiarata…”.

Fiducia, fiducia, fiducia. Parole ripetute. Parole che ho già sentito a casa mia, quando avevo più o meno l’età di Irene. Parole che sono risuonate forti e decise dentro le mie mura.

Ed è soprattutto grazie a quelle se ora voglio vedere un mondo totalmente privo di muri.

A proposito di muri, chissà se sopra il soffitto c’è ancora qualcosa… Secondo voi cosa potrei trovare?

To be continued…

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PER APPROFONDIRE:
Lo speciale di Education 2.0: “A scuola di integrazione

Claudio Imprudente