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Quindicenni immigrati e successo scolastico

Pubblicato il: 14/01/2013 19:05:02 -


Non è la percentuale di studenti immigrati la variabile più strettamente associata con le modeste performance, ma è il fatto di frequentare scuole in cui si concentra lo svantaggio socio-economico; le politiche nazionali e locali che danno i risultati migliori infatti sembrano essere quelle che facilitano la formazione di scuole con studenti di provenienza sociale eterogenea.
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Come se la cavano gli studenti immigrati all’interno di scuole svantaggiate? È il tema del n. 22 di Pisa 2009 in Focus. Questi focus sono sintetici testi, che illustrano specifici aspetti dei dati PISA, estremamente interessanti e utili al fine di stimolare nuovi filoni di ricerca o per approfondirne altri a partire, non tanto da ipotesi, ma da alcune evidenze; l’uso delle risultanze di indagini comparative permette di porre attenzione a problemi, che dovranno poi essere meglio definiti nei contesti locali, specie in realtà in cui, per esempio in Italia, questi stessi problemi sono ancora oggetto di scelte politiche timide, per usare un eufemismo, che raramente premiano l’impegno di chi cerca di affrontarli in modo scientificamente fondato, al di fuori di strumentalizzazioni e pregiudizi.

La prospettiva che OCSE propone in questo testo non misura la povertà dei risultati degli studenti immigrati (performance più modeste rispetto a quelle dei non migranti), ma descrive la situazione dello studente immigrato, nominando i problemi che questi deve fronteggiare e descrivendo le tipologie di scuole entro le quali è inserito. Lo studio comparativo delle situazioni dei diversi paesi di Pisa 2009 mette in luce che le performance limitate degli studenti immigrati sono fortemente correlate con lo svantaggio sociale, lo stesso che si manifesta in genere nelle scuole in cui è più elevata la percentuale di studenti, le cui madri hanno titoli di studio inferiori alla scuola secondaria superiore.

I temi presenti al dibattito delle politiche e delle pratiche educative finalizzate a integrare gli studenti immigrati nei sistemi scolastici e nelle società si pongono due domande: l’alta concentrazione di giovani immigrati e/o che non parlano a casa la lingua di istruzione compromette i risultati di questi studenti e dei loro colleghi? come si presentano le differenze delle performance tra immigrati e non immigrati in relazione alle differenti realtà socio-economiche, delle scuole che anche gli immigrati frequentano? Il secondo quesito, quello relativo all’opportunità di accesso a scuole in cui lo svantaggio sociale è più o meno presente, appare cruciale.

Lo svantaggio si accompagna allo status di migrante. La migrazione, volta alla ricerca di migliori condizioni di vita, porta come conseguenza la tendenza ad aggregarsi in comunità che condividono lingua, cultura e status (il lavoro malpagato e di basso livello, le limitate opportunità di accesso al credito e, per questo, la scarsa possibilità di scelta dei luoghi in cui abitare). Per tutte queste ragioni gli studenti immigrati non sono uniformemente distribuiti nelle varie scuole di un territorio e tendono a concentrarsi, non solo in alcune scuole che hanno una più larga presenza di immigrati, ma che sono caratterizzate da un più elevato svantaggio socio economico rispetto ad altre.

Analizzare le relazioni tra status di immigrato, abilità linguistiche e background socio economico non è semplice. I dati di Pisa 2009 mostrano come questi tre elementi siano correlati, associabili alle performance degli studenti, e disegnano le tre tipologie di scuole frequentate da studenti migranti:

1) scuole con la più alta concentrazione di immigrati; 2) scuole con la più alta concentrazione di studenti che parlano a casa una lingua diversa da quella in cui si svolge l’insegnamento; 3) scuole con la più alta concentrazione di studenti le cui madri hanno livelli modesti di istruzione. Indicatore significativo di svantaggio socio economico infatti risulta essere la presenza di madri che non hanno un titolo di studio di scuola secondaria superiore, questo indicatore è particolarmente presente nella popolazione immigrata, ma non solo in questa.

Se si osservano i dati relativi ai paesi Ocse le situazioni delle scuole che accolgono studenti immigrati sono molto diverse: il 68% di studenti immigrati frequentano scuole che vedono una alta concentrazione di questi, secondo la media OCSE, e il 36%, sempre media OCSE, frequenta scuole in cui le madri degli alunni hanno titoli di studio inferiori alla scuola secondaria superiore; in Nuova Zelanda, però, solo il 50% di immigrati sta in scuole ad alta concentrazione di questa tipologia di popolazione e solo uno studente immigrato su quattro frequenta scuole con una larga percentuale di madri con titoli di studio inferiori alla scuola secondaria superiore. La Germania si attesta sulle medie OCSE, mentre nel Regno Unito l’alta concentrazione di studenti immigrati si accompagna alla frequenza di scuole con indice alto di svantaggio.

Assumere questa prospettiva nell’analizzare la performance modesta degli studenti in generale, e non solo degli immigrati, significa evidenziare che questa è correlata alla percentuale di studenti che si concentrano in scuole in cui l’indicatore di svantaggio, titolo di studio della madre inferiore alla secondaria superiore, è elevato:

Tutti gli studenti, e anche gli studenti immigrati, trovano maggiori difficoltà ad avere successo formativo se si concentrano in scuole in cui tutti hanno difficoltà simili di svantaggio socio-economico.

I risultati dei quindicenni studiati da Pisa 2009 permettono di formulare l’ipotesi che non è la percentuale di studenti immigrati, o la percentuale di ragazzi che non parlano a casa la lingua della istruzione, la variabile più strettamente associata con le modeste performance, cioè non è il fatto di stare a scuola con studenti che parlano lingue molto diverse, che impedisce di avere buoni risultati, ma è il fatto di frequentare scuole in cui si concentra lo svantaggio socio-economico; le politiche nazionali e locali che danno i risultati migliori infatti sembrano essere quelle che facilitano la formazione di scuole con studenti di provenienza sociale eterogenea.

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Immagine in testata arindambanerjee / Shutterstock.com

Vittoria Gallina

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