Intitoliamo una scuola alla Repubblica Romana
Una modesta proposta, modesta ma necessaria: in questo 150° anniversario dell’Unità d’Italia intitoliamo una scuola, non importa di che ordine e grado, e non importa dove, alla “Repubblica Romana”, l’evento che contribuì più nel profondo alla piena coscienza dei diritti di un popolo che si affrancava dalla sudditanza anche del potere temporale dei Papi.
Lì sono le radici della nostra Costituzione, in quella sconfitta vittoriosa che ha spinto l’Assemblea costituente nel luglio del 1849, alla vigilia dell’ingresso delle truppe francesi a Roma, a promulgare la Costituzione della Repubblica romana, anticipatrice delle esigenze di libertà e di modernità della Repubblica Italiana. Oggi, ancora nessuna delle diecimilasettecento scuole italiane, porta questo nome e ci sarebbe da chiedersi il perché di questa rimozione collettiva, durata troppi decenni… ma è certo più utile proseguire sulla linea educativa che le manifestazioni del centocinquantenario stanno percorrendo lungo tutto il 2011, augurandoci che il tempo e le azioni rafforzino le ragioni dell’unità e della democrazia.
Sul Colle del Gianicolo a Roma – teatro degli scontri più cruenti tra un esercito straniero numeroso ed equipaggiato chiamato da Pio IX e un popolo insorto guidato da Garibaldi – sono state restaurate tutte le statue, alcune di notevole fattura, e i busti degli eroici combattenti e, in cima al colle, a Porta S. Pancrazio è stato inaugurato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il “Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina”, un sito che documenta come in quei luoghi nel lontano 1849 siano stati gettati i semi della futura Repubblica Italiana. Semi che hanno i nomi di Democrazia, Unità, Laicità dello Stato, Uguaglianza, Libertà e Progresso sociale.
Uno straordinario percorso didattico dunque, una sorta di museo a cielo aperto – “il parco degli eroi”, come è stato definito – risale oggi il colle fino al Museo e oltre, a Villa del Vascello, a Villa Corsini al Casino dei Quattro venti e a Villa Doria Pamphilj. Luoghi di una sconfitta che non poteva rimanere tale troppo a lungo e che merita di essere iscritta nella memoria almeno di una singola scuola pubblica, come luogo della conoscenza civile e culturale del Paese, nell’anno del riscatto della nostra identità nazionale.
Giuseppe Fiori