Pubblicato il: 27/07/201208:18:51 - Francesco Lizzani
Provate a immaginare uno studente a cui non si dice: “devi studiare Hume per la prossima volta”, ma piuttosto: “devi spiegare Hume per la prossima volta”! Capite che non lo si può fare il giorno dopo e nemmeno un mese dopo che si entra in una classe s... Continua »
Pubblicato il: 16/07/201218:51:53 - Francesco Lizzani
Ripartiamo dall’azzardo lanciato a conclusione della puntata precedente: la scuola metà stazione metà paradiso. Che sia una stazione, ci vuole poco per intuirlo: orari, campanelle, programmi, indirizzi, percorsi formativi, livelli di partenza e di arrivo... Continua »
Pubblicato il: 03/07/201217:27:07 - Francesco Lizzani
LE DUE COMUNITÀ E come giga e arpa in tempra tesadi molte corde fa dolce tintinnoa tal da cui la nota non è intesacosì da’ lumi che lì m’apparinnos’accogliea per la croce una melodeche mi rapiva, senza intender l’inno…(Par. XIV, 118-122) Per ripr... Continua »
Pubblicato il: 13/06/201218:14:30 - Francesco Lizzani
Per un leibniziano dogmatico come chi scrive l’armonia prestabilita non è un semplice articolo di fede, ma può diventare con un minimo di allenamento un’esperienza di ordinaria normalità. Basta coltivare un tantino lo sguardo per riconoscere i piccoli (... Continua »
Pubblicato il: 29/07/201019:07:54 - Francesco Lizzani
Sul tempo dell’“errare” a scuola di cui abbiamo parlato nei nostri due precedenti interventi (“Un modello di carcere da portare a scuola” e “Fuori programma. Per una scholé di autòs-didàskaloi”) vorrei offrire infine, perché forse a questo pu... Continua »
Pubblicato il: 21/07/201018:05:27 - Francesco Lizzani
Abbiamo concluso un nostro precedente intervento a commento della “scuola in carcere” praticata da Antonio Capaccio con l’ipotesi, invero niente affatto provocatoria, che la scuola stessa sia un’istituzione imparentata con il carcere. Prima di riprende... Continua »
Pubblicato il: 14/07/201019:38:12 - Francesco Lizzani
Bisognerebbe sempre ripartire dai classici. Nel nostro caso, innanzitutto per salvarci dalle aporie di una letteratura psicopedagogica non di rado talmente autoreferenziale da riprodurre, nel suo idioma, le gabbie da cui vorrebbe liberarci come educatori; e su... Continua »