Il numero 36
Con questo numero ci congediamo dai nostri lettori per la pausa estiva. Riprenderemo le nostre pubblicazioni il 9 settembre. Lasciamo però alla lettura articoli di grande interesse. Abbiamo pensato sia opportuno riflettere sulle conseguenze dell’epidemia sul sistema scolastico anche ragionando di università; per questo ospitiamo tre contributi: Roberto Moscati mette in relazione l’utilizzo delle tecnologie nella situazione emergenziale con il fatto che l’università sta da tempo mutando compiti e connessioni con il mondo dell’impresa e con le istituzioni sociali; Alessandra Budillon riferisce delle difficoltà ma anche delle opportunità di una sua esperienza di didattica a distanza a ingegneria; Valeria Ferrari riflette su quanto il distanziamento abbia messo in evidenza l’importanza delle relazioni umane dirette per la qualità della didattica e l’efficacia della ricerca. Continuiamo poi la pubblicazione dello studio a più voci, curato da Tania Convertini e da Roberto Farnè, sull’eredità delle radicali innovazioni didattiche di Alberto Manzi nella particolare situazione didattica attuale: Luciano Cecconi mostra come il virus non abbia fatto altro che evidenziare le storiche criticità del nostro sistema e sottolinea come questa sarebbe un’occasione imperdibile per rinnovarlo; Ivan Sciapeconi e Eva Pigliapoco riferiscono di una loro esperienza didattica molto innovativa che ha potuto realizzarsi anche nelle condizioni difficili e talvolta precarie della didattica a distanza; Franco Lorenzoni ricorda la lezione del maestro Manzi e la radicalità della sua innovazione didattica, che si centrava sulla necessità di non dare nulla di scontato. Giuseppe Cappello, con punta di penna ironica, racconta i problemi di un insegnamento forte e non banalizzato della filosofia, ma anche delle sorprese che possono venir fuori da una prova di esame. Benedetta Toni descrive le diverse strade didatticamente proficue che possono essere utilizzate nell’insegnamento della musica nella scuola dell’infanzia e primaria. Infine, Giuseppe Fiori recensisce un libro di Giuseppe Calcieti molto critico nei confronti dell’esperienza della scuola a distanza.