Numero 115

Pubblicato il: 08/05/2024 03:16:26 -


Print Friendly, PDF & Email
image_pdfimage_print

Indice

Mario G. Dutto, Choc de savoir: il controverso cantiere di Gabriel Attal per la scuola francese

Francesco Muraro,  Il parco delle lingue del mondo 

Gian Carlo Sacchi, I figli degli immigrati a scuola

Rita Bramante, L’inclusione è un diritto

Presentazione

L’articolo Choc de savoir: il controverso cantiere di Gabriel Attal per la scuola francese di Mario G. Dutto affronta le controversie e le reazioni provocate dalle proposte di riforma presentate dall’allora Ministro dell’Educazione francese Gabriel Attal, ora primo ministro. Queste proposte, intitolate “Choc de savoir”, mirano a portare cambiamenti significativi al sistema educativo francese, ma sono state oggetto di critica da parte di sindacati degli insegnanti, esperti, forze politiche di sinistra e persino dalla comunità scolastica. Le principali proposte includono l’introduzione di gruppi di livello per matematica e lingua al Collège, l’istituzione del Brevet come prerequisito per l’accesso al liceo, la revisione delle politiche di promozione e ripetizione degli studenti e l’implementazione della divisa scolastica. Queste proposte sono state accolte con scetticismo e opposizione con critiche che vanno dalla loro scarsa  efficacia al loro impatto sulle disuguaglianze sociali: le evidenze scientifiche a sostegno delle misure proposte, sono discusse da  alcuni esperti che sollevano dubbi sull’efficacia dei gruppi di livello e sulle ripercussioni sociali delle ripetenze  degli studenti, che non raggiungono livelli stabiliti. Inoltre, si discute della questione finanziaria legata all’implementazione di queste proposte e della distribuzione dei costi tra governo centrale, enti locali e famiglie. In conclusione ci si interroga sulla coerenza e l’efficacia complessiva delle proposte di riforma di Attal,  che sembrano evidenziare un approccio politico senza  essere una vera bussola, un punto di riferimento praticabile.

Francesco Muraro in   Il parco delle lingue del mondo  ricostruisce l’esperienza dell’Istituto Comprensivo “Francesco Cappelli” a Milano, in particolare la sua scuola primaria, la “Casa del Sole”, fondata nel 1922 come risposta alle condizioni sanitarie precarie dei bambini milanesi. La scuola, situata in un’area caratterizzata da forti flussi migratori, ha sviluppato una forte identità educativa inclusiva. Ogni anno, il 21 febbraio, partecipa alla Giornata della Lingua Madre, promuovendo l’apprendimento delle lingue d’origine degli studenti. Questo evento è parte di un più ampio impegno delle scuole nei municipi 1, 2 e 3 di Milano, sostenuto dai Poli StarT, che mira a consolidare le competenze linguistiche degli studenti con background migratorio. Inoltre, l’IC Cappelli ha condotto una ricerca che ha evidenziato l’importanza dell’offerta educativa extracurricolare e della formazione linguistica degli adulti per favorire l’inserimento degli studenti migranti nel sistema scolastico e migliorare il loro apprendimento. L’articolo solleva anche la questione del plurilinguismo e sottolinea l’importanza di riconoscere e valorizzare le competenze linguistiche diverse degli studenti. Infine, si sottolinea la necessità di prepararsi strutturalmente per gestire il fenomeno migratorio in continua evoluzione.

Gian Carlo Sacchi nell’articolo  I figli degli immigrati a scuola  affronta il tema dell’integrazione degli studenti figli di immigrati nelle scuole italiane. L’autore critica l’uso politico dell’ostilità verso gli immigrati, specie in periodi di elezioni, sottolineando che il processo di integrazione è in corso da tempo e che gli studenti figli di immigrati mostrano spesso progressi significativi nelle competenze fondamentali e nella socializzazione. Si evidenziano i successi delle esperienze di integrazione scolastica, attribuendoli al personale scolastico che ha saputo interpretare le esigenze educative dei giovani immigrati e coinvolgere le loro famiglie. Tuttavia sono spesso anche le “criticità burocratiche”, che ostacolano l’autonomia delle scuole nell’affrontare queste sfide. Appare evidente la necessità di un approccio interculturale e interlinguistico nelle scuole, che consenta di valorizzare la diversità culturale e linguistica degli studenti, anziché cercare di assimilarli: dialogo interculturale e apprendimento plurilinguistico entro comunità armoniche e democratiche, per valorizzare  la diversità culturale e religiosa e contrastare paure, stereotipi e discriminazioni attraverso l’associazionismo laico e la collaborazione tra scuola e società civile.

L’articolo L’inclusione è un diritto di Rita Bramante traccia un percorso di oltre 50 anni verso l’inclusione, nella scuola italiana, delle persone con disabilità. Si parte dagli anni ’70 con la Legge 118 del 1971 che sancisce l’inserimento degli alunni con handicap nella scuola dell’obbligo e si prosegue con il “documento Falcucci” del 1975, considerato una pietra miliare dell’integrazione scolastica. Negli anni successivi, si assiste a una graduale evoluzione normativa che culmina con la Convenzione ONU del 2006, entro la quale si  colloca la sua normativa italiana, sui diritti delle persone con disabilità, che sancisce il diritto alla piena inclusione. L’autrice sottolinea che l’inclusione è un processo continuo che richiede un impegno costante. Viene citato un seminario recente promosso da UNICEF Milano che ha affrontato il tema dell’inclusione nella scuola, sottolineando l’importanza di abbattere stereotipi e pregiudizi e mettendo al centro la persona. Si propone un cambio di prospettiva, passando da concetti come “inclusività” e “inclusione” a “convivenza delle differenze”, che invita a riconsiderare l’idea stessa di normalità. La vera uguaglianza si realizza valorizzando le differenze di ciascun individuo e promuovendo un ambiente scolastico accogliente e rispettoso, così auspica il “Manifesto dell’inclusione” e gli slogan colorati degli studenti che hanno partecipato al seminario

 

7 recommended
0 notes
205 views
bookmark icon

Rispondi