Settimo seminario Invalsi
Il 7° seminario annuale dell’Invalsi è ripartito in presenza dal 27 al 30 ottobre.
Due le direzioni di lavoro indicate per il futuro dal presidente Roberto Ricci. La prima, offrire alle scuole informazioni attendibili sugli studenti “a rischio” sotto il livello 2 e perciò in dispersione “implicita” ovvero occulta. Uno strumento per realizzare interventi di miglioramento ben calibrati, tanto più necessari oggi che le scuole hanno a disposizione i cospicui finanziamenti del PNRR. L’ormai stucchevole ROAR ha gridato alla bollinatura, alla schedatura ed altre simili perfidie turbocapitalistiche. Ma, dalla fine di agosto, più del 70% delle scuole destinatarie dei finanziamenti PNRR ha scaricato queste informazioni, ma anche le altre lo hanno fatto nella misura fin qui del 25%. La seconda direzione è un rafforzamento dei compiti di ricerca a supporto delle decisioni politiche ai diversi livelli ivi compreso quello scolastico. Il seminario non ha mancato di indicare i temi: Sud, genere, eccellenze etc. Soprattutto è importante si sia detto che bisogna ragionare a mente aperta. Sia lecito aggiungere che sarebbe opportuno liberarsi dalle banalità politicamente corrette e mai dimostrate, che hanno fatto il loro tempo, soprattutto in un paese come l’Italia in cui la letteratura sulla scuola è basata su assunzioni aprioristiche di cui non si cerca neppure la dimostrazione.
In quale contesto si colloca questo Seminario? La stragrande maggioranza delle scuole si è posta in modo costruttivo nella esperienza RAV, in cui peraltro i temi centrali per il miglioramento sono stati indicati nei risultati delle prove Invalsi Ma il Covid ha fatto molti danni ed ora dopo anni di sospensione delle visite esterne e di attenzione diminuita anche sulla Rendicontazione Sociale, necessitano chiaramente di sostegno sia motivazionale che tecnico. Speranze sono riposte sulla imminente ripartenza del Servizio Nazionale di Valutazione nella nuova stagione 2022-25. Le polemiche aperte si sono acquietate ed anche i tentativi di riprenderle sembrano non attecchire, ma la scuola italiana ha molte risorse per ammortizzare le spinte al cambiamento. Soprattutto la consultazione dei dati a disposizione su di ogni scuola in Scuola in Chiaro non sembra avere molto attecchito fra le famiglie, per informarsi sulle scelte che debbono effettuare.
Le “graduatorie” poi, sia nazionali che internazionali, non cambiano sostanzialmente; anche gli uomini OCSE iniziano a riflettere sulla vischiosità dei sistemi scolastici, sulla difficoltà dei politici ad assumere decisioni con ricadute di lunga gittata, e poi le storie e le antropologia dei popoli pesano forse più di quanto si sia creduto. Non a caso PISA cerca di allargare il campo delle sue indagini anche alle difficili competenze trasversali.
In definitiva un quadro positivo nelle scuole, ma un contesto in movimento, anche problematico.
Il seminario si è articolato in plenarie, tavole rotonde e sessioni di presentazione di papers; molti quelli di Ricerca su Genere, Equità, Educazione Finanziaria, Covid e problemi metodologici relativi alle ILSAs (International Large- Scale Assessments). Le sessioni dedicate al Teaching (Insegnamento) hanno raccolto contributi sui temi più vari a carattere essenzialmente innovativo, quali l’ambiente scolastico ed altri. Il tema centrale è però stato definito dalla denominazione “Uso dei dati Invalsi e del materiale per migliorare l’insegnamento” con papers puntati sulle modalità di diffusione e di studio dei risultati di apprendimento dei propri allievi e sulle loro ricadute sulla didattica, in scuole specifiche che hanno presentato i loro materiali.
Una novità di rilievo lo studio -del tutto iniziale- sugli eccellenti su cui è stata presentata un approfondimento con alcune interessanti conclusioni. E’stato preso in considerazione il risultato delle prove sostenute nella primavera di quest’anno dagli iscritti al 5° anno di tutti gli indirizzi considerando appunto Eccellenti chi si è collocato al livello 4 e 5 in tutte le aree. A questo livello le ragazze si avvicinano ai maschi anche in Matematica, gli immigrati di seconda generazione si fanno avanti e risulta molto interessante il fatto che la graduatoria delle macroaree italiane è esattamente l’inverso di quella dei 100 e lode alla maturità. Si tratta di una tendenza in corso a livello internazionale nel mondo occidentale. Dopo decenni tutti concentrati sul tema equità, oggi comincia a diffondersi anche l’interesse per gli eccellenti e/o i gifted -dotati (non sono la stessa cosa): l’East Asia che ha scalato le classifiche internazionali dedica loro tranquillamente molte cure.
Chi fosse interessato può scaricare direttamente le slide ed i video di tutte le presentazioni da
https://eventinvalsi.it/eventi/sem_dati_invalsi_2022/programma.php
Tiziana Pedrizzi Già docente e dirigente di scuole secondarie; distaccata IRRE. Esperta di sistemi educativi