La guerra in Ucraina, un nuovo trauma per la scuola.
Cosa hanno provato e pensato gli/le studenti/ esse alla notizia dello scoppio della guerra in Ucraina? come pensano si debba in qualche modo reagire? “come e se” pensano che la scuola possa offrire loro uno spazio mentale ed emotivo per affrontare questo drammatico momento? Alla fine di gennaio, di fronte alla ripresa di un movimento che, dalle scuole, aveva riportato la voce, la presenza e le tante richieste degli studenti dopo le varie forme di reclusione cui il lockdown ha costretto a cambiare abitudini, consuetudini di socialità di tutti, ma soprattutto degli studenti, Education2.0 ha documentato le richieste del rinato movimento e l’avvio del confronto col ministro Bianchi. Il confronto ha poi portato a focalizzare in modo specifico la questione dello scritto e della seconda prova dell’esame di stato. La tenuta del Ministro sullo scritto della seconda prova ed il compromesso raggiunto, sul peso di questa in termini di votazione finale, ha in qualche modo reso meno protagonista la presenza degli studenti nella informazione giornalistica quotidiana. Il 23 febbraio i quotidiani hanno riportato la risposta del Ministro Bianchi ad una interrogazione parlamentare circa la opportunità della reintroduzione del latino nella scuola secondaria di primo grado; ha richiamato il fatto che per via legislativa l’iter sarebbe troppo lungo, ma che, fin d’ora, sulla base dell’ autonomia scolastica e della disponibilità di docenti negli organici aggiuntivi e non, il re-inserimento del latino potrebbe già avvenire ed ha, valorizzato l’apporto della disciplina con queste parole: “In tal modo, già a partire dalle scuole secondarie di primo grado si potrà valorizzare l’eredità della tradizione greca e latina così da trasmetterla alle studentesse e agli studenti, non soltanto come patrimonio del passato, ma come chiave di interpretazione e di lettura della nostra contemporaneità”. Insomma tutto sembrava ormai riavviare, nel solco di una stanca routine, la ripresa del lavoro nelle nostre scuole. Ma il 24 mattina tutto è cambiato. L’invasione dell’Ucraina, l’inizio di una inaspettata resistenza da parte del governo di Kiev, l’allarme ed i rischi di una guerra, l’allontanarsi di accettabili condizioni di pacificazione e soprattutto la rottura di quello che, finora, avevamo chiamato pace, perché le tante mai spente guerre erano sentite da noi lontane, ha chiamato a responsabilità inedite per popolazioni del mondo occidentale di tutte le età, ma anche e soprattutto ha fatto esplodere il mondo cui i giovani sono stati finora abituati. Il ministro Bianchi non poteva certo prevedere questa catastrofe, ma se la chiave di interpretazione della contemporaneità rimane il riferimento, un po’ retorico, alla eredità della tradizione … ai nostri ragazzi si propone una sorta di triplo salto mortale per orientarsi e vivere dentro i drammi di oggi.
Vittoria Gallina