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Fuga dalla scrittura

Pubblicato il: 25/04/2022 12:13:33 -


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Il braccio di ferro sulla seconda prova scritta, tra studenti e ministro, conclusosi con un quasi pari – la prova ci sarà, ma sarà meno influente sul voto finale – è l’ennesimo indizio di una lunga, latente fuga dalla scrittura, che connota certi comportamenti e che, in definitiva, si manifesta in diverse modalità.

Non mi risulta un’indagine in proposito e quindi bisogna affidarsi sommariamente alle testimonianze e all’analisi di dati rivelatori. Personalmente diffido delle due tesi estreme, da Apocalittici a Integrati, che ogni tanto riaffiorano: A. l’era digitale ha atrofizzato le forme classiche di scrittura determinando un nuovo analfabetismo testuale; I. l’avvento dell’homo digitalis ha totalmente innovato forme, modi e perfino contenuti della scrittura. 

Forse bisognerebbe essere capaci di estrarre quel poco di verità che c’è in entrambe le tesi e di cestinare il resto.

Probabilmente l’appeal, esercitato dalla combinazione di lettura e scrittura su milioni di studenti nel corso del tempo non ha più un trend positivo: la curva si è appiattita e, soprattutto, sono stati separati i due dati di lettura e scrittura, che sono invece due ruote della stessa bicicletta. Quando gira una, necessariamente gira anche l’altra.

Credo, in definitiva, che l’attenzione che si è voluto dedicare all’incremento della lettura – ottenendo peraltro risultati non eclatanti – sarebbe necessario, ob relationem, dedicare alla pratica della scrittura dentro e fuori le mura scolastiche. Perché le rilevate difficoltà di comprensione del testo derivano anche dalla parziale capacità di composizione di testi di vario genere. Una delle due ruote della bicicletta si è andata sgonfiando.

E allora, lasciando a chi ha più competenze di me l’analisi del fenomeno “fuga dalla scrittura” e gli auspicabili interventi di settore, vorrei offrire alcune semplici e pragmatiche indicazioni dirette a irrobustire quel desiderio di scrittura che può ancora covare sotto la cenere, e che certo ha avuto pulsioni diverse da una generazione all’altra.

Il tutto sotto forma di consigli (parola di cui istintivamente diffidare) per rafforzare le capacità narrative, dieci consigli rivolti a chi è ancora fisicamente in un’aula scolastica ma si sente libero di spaziare altrove, come la maggior parte dei giovani.

Quanto all’importanza della narrazione nello scambio di conoscenze ed esperienze, ricorro alle parole di Peter Brooks in Trame: “La narrativa è una delle grandi categorie o sistemi di comprensione a cui ricorriamo nei nostri negoziati con il reale, e in particolare con i problemi della temporalità”.

I miei modi colloquiali non traggano in inganno, l’ho detto: dei consigli si può agevolmente diffidare, a meno che non ci spingano a trovarne di migliori. E a metterli in pratica.

  1. “Leggi in maniera onnivora””, perché il legame tra lettura e scrittura è molto più intrigante e complesso di quello che immagini.
  2. “Studia le principali forme e i temi della narrazione”, in ambito letterario e scientifico, ma anche cinematografico e teatrale, (sulla narrazione nei  social sono perplesso … ).
  3. “Effettua diversi esercizi di montaggio di materiali nobili”, costruendo un atlante personale dei più importanti temi che ti interessano.
  4. “Parti da un uovo”, da un’idea che contenga enormi e differenti potenzialità (dalla frittata alla maionese, non disdegnando neanche l’occhio di bue, ovvero al tegamino, cioè il racconto breve). Con il tuo uovo devi montare un crescendo di tensione narrativa fino al culmine (climax) della storia che si concluderà nello scioglimento finale dell’intreccio (dènouement).
  5. “Inizia con lo scrivere testi finzionali brevi”, anche il diario di una settimana oppure un racconto che sia autobiografico in  modo che le emozioni, il vissuto, le informazioni siano a portata di  mano, come anche un repertorio di incipit ed explicit famosi.
  6. “Parti da un episodio o da una scena che è chiara”, poi procedi come ti suggerisce l’ispirazione. Solo alla fine rivedi il “montaggio”, ossia le due varianti care ai linguisti: la coerenza e la coesione narrativa.
  7. “Impara a fare pulizia” durante la rilettura-scrittura. Evita le ripetizioni di parole e, soprattutto, controlla le fonti se vuoi inserire dati di qualsiasi natura (storici, tecnici, di cronaca, ecc.).
  8. “Usa quelle forme retoriche che lavorano per la suspence” del racconto, necessaria in ogni finzione. Per es. la suspence richiede che i personaggi coinvolti siano in una condizione di tensione emotiva per un tempo dilatato e il lettore può avere maggiori informazioni rispetto a loro, può “vedere” meglio il pericolo incombente.
  9. “Lascia il testo scritto in situazione di decantazione”, riprendilo dopo qualche giorno, quando lo hai dimenticato, per poter meglio essere “fuori” e “dentro” nel medesimo tempo.
  10. “Gira sempre con le antenne montate” captando dai dati del reale tutto ciò che può offrirti.

Il ritorno alla scrittura è dunque una necessità da perseguire con pazienza e passione, un allenamento cognitivo diretto ad esplorare le nostre storie e, perfino, la nostra Storia.

Giuseppe Fiori

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