Educazione alla responsabilità.
Non è mai troppo presto.
In Germania un bambino/una bambina all’età di sei anni viene iscritta alla Grundschule, grosso modo la nostra scuola primaria. Il sistema scolastico dipende dalla legislazione di ogni singolo Land, a partire da alcuni principi comuni. Se la durata della Grundschule può variare da quattro a sei anni, se l’organizzazione delle materie di studio evidenzia caratteristiche diverse, sicuramente bambini e bambine , all’inizio della Grundschule, ricevono un piccolo documento che sottoscrivono personalmente ( nella prima classe in genere viene consegnato dopo qualche giorno di scuola, quando tutti e tutte hanno imparato a scrivere il proprio nome), che viene controfirmato dal/dai genitore/i.
Il documento è un piccolo pieghevole diviso, in genere, in diverse parti che si chiama:
Regole della scuola.
Sotto c’è una immagine e il nome della scuola .
Di seguito vengono riportati alcuni esempi tratti dal documento di una scuola di Berlino e dal documento di una scuola di Amburgo)
Scuola di Berlino
Cosa è importante per noi–
Alcune scuole fanno un elenco di parole (lealtà,allegria,cortesia,coraggio,assiduità/diligenza,prontezza nell’aiutare gli altri,attenzione,accuratezza,rispetto,puntualità,ordine) che in tedesco, scritte in verticale, danno le iniziali della parola Schulregeln (regole della scuola)
Altre scuole hanno una breve frase del tipo
Voglio sentirmi bene, stare a mio agio nella nostra scuola. Ecco perché sono attento, amichevole, disponibile e gentile con i compagni di classe e gli adulti.
Seguono le singole sezioni
Sono amichevole e gentile con gli altri:
Mi rivolgo in modo gentile e dico “prego” e “grazie”
Saluto quando arrivo e quando vado via
Sono premuroso e aiuto gli altri
E’ così che imparo bene
Lavoro sodo e collaboro
Ascolto con attenzione e parlo a voce bassa
Tengo in ordine le mie cose ( libri , quaderni, fogli ecc.) e pronte quando servono
Faccio con impegno i miei compiti a casa
Contribuisco a stabilire una convivenza amichevole e tranquilla
(In genere qui sono indicati i “periodi” di ricreazione che, a seconda delle strutture disponibili, si svolgono in palestra e/o in uno spazio libero con alberi ecc.)
Mi comporto in modo da non disturbare o fare del male agli altri
Tratto con cura oggetti, libri e tutto ciò che appartiene agli altri
Se ho fatto qualcosa di sbagliato , chiedo scusa e riconosco i miei errori
Risolvo amichevolmente una discussione, uno scontro , possibilmente anche mandando un segnale di STOP
Mi sento responsabile della comunità scolastica
Dentro la scuola cammino lentamente e senza fare chiasso
Al suono del gong vado direttamente in classe
Mi cambio i vestiti rapidamente e mantengo il mio guardaroba pulito ( i bambini hanno a scuola con un sacchetto che contiene le scarpe da ginnastica, la tuta , eventuali giacchette per stare fuori ecc.)
Ho letto e osservo sempre le indicazioni per tenere il bagno pulito
Metto la mia mondezza nel cestino
Io rispetto la natura
La comunità scolastica
Siamo una comunità scolastica in cui tutti devono sentirsi a proprio agio. Il fondamento per la nostra vita in comune sono le regole per i momenti di scuola e di ricreazione
Ciascuno di noi aderisce a queste regole e ha la responsabilità di rendere possibile a tutti di imparare bene e lavorare serenamente
Segue la spazio per tre firme-alunno/a, genitore, docente
Scuola di Amburgo
Nella nostra scuola desidero sentirmi disteso, contento e a mio agio; per questo sono sempre cordiale e rispettoso verso i miei compagni e verso gli adulti
Comportamento verso bambini ed adulti
– Mi attengo sempre alla regola STOP.
– Non faccio del male a nessuno.
(È vietato dare calci, spingere, pizzicare, picchiare e sputare)
– Non insulto o maltratta gli altri.
– Io non rido di nessuno.
– Aiuto gli altri.
Comportamento verso le cose:
-Non rompo nulla.
– Non prendo nulla.
– Chiedo, se voglio prendere in prestito qualcosa.
– Pulisco il mio posto di lavoro, l’aula e il cortile della scuola.
Regole generali della scuola:
Nelle pause vado nel cortile della scuola.
Non esco dalla classe durante la lezione, se non ho un incarico da parte di un insegnante.
Sarò in perfetto orario. In caso di ritardi, mi scuso.
Faccio i compiti. Se lo dimentico, lo dico subito all’insegnante.
Cerco di andare al bagno nelle pause e nella ricreazione
– Mi muovo lentamente e silenziosamente nell’edificio scolastico.
– Non porto oggetti pericolosi, coltelli, accendini, fiammiferi.
– Lascio a casa oggetti di valore, giocattoli e telefonini.
Segue lo spazio per due firme
Alunno/a, genitore
I due esempi qui riportati mandano , pur nella diversità del linguaggio e del tono della comunicazione, un unico messaggio: entri in una comunità dove “vuoi” stare bene e svolgere bene il compito di apprendere , ricorda che entri in una comunità e quindi devi seguire regole di convivenza che valgono per tutti. Ti stai assumendo una responsabilità in prima persona, quindi devi firmare per dimostrare che questa responsabilità ti è ben chiara.
Nel momento in cui , in Italia, si aspetta che il Senato vari in via definitiva la normativa relativa alla “Istituzione dell’insegnamento dell’educazione civica nella scuola primaria e secondaria e del premio annuale per l’educazione civica” , sarebbe utile prendere qualche suggerimento da situazioni in cui, al di là delle materie e degli assetti organizzativi delle discipline ( orari, insegnanti dedicati, voti , risorse economiche), si chiede al/a bambino/a, che entra a scuola, di assumersi la responsabilità di rendere possibile l’armonioso funzionamento della piccola società di cui farà parte.
Un piccolo aneddoto in conclusione
Alunno di prima elementare in Germania ( madre italiana , padre irlandese , berlinese per nascita) si presenta alla nonna pronto per andare a scuola ( nonna italiana) con il suo zainetto sulle spalle e le dice: ”sono pronto, andiamo”. La nonna guarda la maglietta fuori dai pantaloni, le scarpe da ginnastica, un sacchetto in mano con bottiglietta d’acqua e dice :”ma come, vai vestito così a scuola?” La risposta è fulminante: “in Berlino a scuola uno si veste come vuole “. Forse chi pensa che i problemi dei bullismi o peggio nella scuola si risolvono con le divise, dovrebbe stare un po’ attento a quello che fanno gli altri europei.
Vittoria Gallina