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Storia tragicomica della professione docente nella scuola italiana

Pubblicato il: 02/05/2018 12:17:17 -


Sette episodi che ci raccontano con ironia la scuola italiana.
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Dalla Benemerita, alle sospensive dei Tar, alla certificazione delle condizioni di BES e DSA: breve storia tragicomica della professione docente in Italia in sette episodi, tutti veri, ricostruiti attraverso documenti amministrativi e narrazioni, quasi come una storia orale. [I maschili devono essere letti come neutri, ho preferito non ricorrere alla diversificazione degli articoli e delle desinenze (lo/ la; i/ esse ecc.)].

Primo episodio – Nei primi anni sessanta nell’altro secolo, molti licei, istituiti dopo il 1861, celebrarono il centenario con convegni, apposizioni di targhe ecc. ecc.  Qualche liceo pubblicò libretti celebrativi che, tra l’altro, recuperavano verbali, lettere, lagnanze ed encomi.

Liceo di una provincia del centro Italia. Un docente di filosofia lamenta le difficoltà incontrate nello svolgimento delle normali lezioni in terzo liceo, dovute a personali precarie condizioni di salute (“incontenibile” disturbo degli vie urinarie ecc. ecc.) e dalla indisciplina degli studenti che, dopo aver malamente digerito la Critica della ragion pura di Kant, si rifiutavano di procedere con la Critica della ragion pratica, interrompendo le lezioni ed arrivando a mettere “schioppetti “ (piccoli petardi?), sotto la cattedra. Il docente chiede al Preside di essere esonerato dalle lezioni in quella classe. Il Preside risponde invitando il docente a curarsi, pur restando in servizio, ma soprattutto dispone che le lezioni di filosofia si svolgano in presenza di due carabinieri che terranno sotto ferreo controllo gli studenti, in modo da consentire al professore di svolgere le sue lezioni. Si aggiunge che il costo della vigilanza sarà addebitato ai suddetti studenti e famiglie. Pare che questo risolse il problema, è ignoto poi se per trattare della la Critica del giudizio furono necessari i bersaglieri, …… ma il libretto celebrativo del centenario non fornisce questa informazione.

Secondo episodio – Liceo di una provincia del profondo sud (qui si tratta di storia orale).  Uno stimato professore di matematica e fisica viene trasferito e, nell’ultimo anno, gli studenti del terzo liceo si ritrovano con un docente del tutto inadeguato. Gli studenti protestano violentemente, e, non avendo risposta, inseguono per le vie della cittadina il docente, che trova rifugio in chiesa. Il docente resterà al suo posto dopo un intervento dei carabinieri che, in presenza dei genitori degli studenti, diffidano i ragazzi; la scuola attribuisce a tutti 7, come voto di condotta e le famiglie adottano misure di correzioni anche corporali. I maturandi sostengono poi l’esame di maturità, lo superano molto brillantemente e …… miracoli della amministrazione …… due di loro ricevono l’encomio, quali migliori studenti italiani, dal ministro della pubblica istruzione Rossi.

Terzo episodio – Sempre al sud, siamo alla fine degli anni ’50. Uno studente si comporta in modo inurbano con un docente, il Preside chiama lo studente e gli intima di presentarsi il giorno successivo accompagnato dal genitore. Il giovanotto, pieno di risorse, temendo la reazione del padre, ingaggia un vecchietto che, dietro piccolo compenso, accetta di recitare la parte del genitore di fronte al Preside. I due vengono ricevuti e il Preside espone quanto accaduto, il vecchietto se lo fa ripetere, facendo cenni di assenso, tutto pare volgere per il meglio, ma …… a questo punto il vecchietto si rivolge al preteso figlio e ……. “ma questo hai detto…… disgraziato…” e gli ammolla due ceffoni inaspettati.

Quarto episodio – Un comune di una ridente cittadina, per le feste di Natale, erge un abete nella piazza principale; prima che l’albero venga addobbato, una mattina dai rami dell’albero pendono alcuni palloncini …… si tratta di preservativi gonfiati. Le voci anonime e no rivelano che gli autori della goliardata sono stati gli studenti del liceo classico, ma non si arriva ai singoli colpevoli. Il Preside convoca tutti gli studenti e, davanti al rappresentante del Comune e delle famiglie, stigmatizza la gravità dell’episodio e conclude “che grande vergogna, siete alunni del liceo classico … neanche foste alunni dell’istituto tecnico!”

Quinto episodio – siamo ormai all’inizio di questo secolo. Uno studente non viene ammesso agli esami di maturità, decisione unanime del collegio dei docenti … che fare? La famiglia fa ricorso al Tar che sospende la valutazione della scuola …. Lo studente sostiene l’esame, viene promosso, se ne va tranquillo all’università in attesa che, chissà tra quanti anni, arrivi la decisione definitiva.

Sesto episodio – Siamo all’oggi in una grande città. Un docente, a conclusione di un ciclo di lezioni, presenta un test di verifica. Urla di tutti, ma il docente tiene il punto, uno studente si alza gridando “ahò …io so certificato, nun faccio er compito come tutti l’altri, nun me lo po’ fa’ pe’ legge“ e se ne esce dalla classe…

Settimo episodio – Ultime notizie. Pare che, in prossimità delle prove Invalsi, che fino allo scorso anno concorrevano alla valutazione dell’esame finale, in alcune scuole di alcune regioni (qui siamo nel profondo nord) aumenti il numeri degli studenti certificati (BES, DSA), strano fenomeno … che ha come effetto una “semplificazione e riduzione” delle prove conclusive del percorso di secondaria inferiore.

Chiacchere da bar??. Lo stato sociale, il welfare, ha riconosciuto e definito diritti per tutti, questo ha comportato un cambiamento profondo in una delle dimensioni, sulle quali si basa una società: il diritto al lavoro (e quindi alla sua dignità e alla sua retribuzione) e il diritto alla fruizione di servizi fondamentali (educazione, salute, sicurezza, giustizia, mobilità ecc.). Le società attuali sono quindi caratterizzate da complessità di rapporti, da in-equità, differenze di status, di reddito ecc.; entro queste complessità ciascuno rivendica i propri diritti sacrosanti, ma spesso sfugge al fatto che, esercitare il proprio diritto, significa interagire col diritto di un altro o di altri. La mancata consapevolezza della necessità di riconoscere questa intersezione di diritti e doveri, cioè del valore morale degli scambi sociali, produce scenari inquietanti, di questi anche la scuola è, purtroppo, uno dei palcoscenici.  Le pericolose , incivili, selvagge sceneggiate, cui oggi assistiamo (direttamente, in rete, sui giornali ecc.) si possono così descrivere : X dice: ”io sono qui che esercito il mio diritto al lavoro “, ma Y, che è “oggetto” di quel lavoro, in relazione all’esercizio di un suo sacrosanto diritto, che corrisponde alla erogazione della prestazione lavorativa proprio di X, vede X come uno che si fa i esclusivamente i fatti suoi (purtroppo talora è anche vero); di qui parte la rivendicazione di Y che pretende di farsi, anche lui, il diritto a farsi i propri fatti, interessi, con qualsiasi mezzo, senza badare ad altro. Una volta il sindacalismo affrontava e mediava tra questi diritti, ma … senza evocare inutili, ormai obsolete icone novecentesche, si tratta forse di affrontare le diverse dimensioni, sulle quali si devono costruire, oggi, modelli responsabili di una nuova forma di convivenza e di rispetto.

Vittoria Gallina

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