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Radio education: l’esperienza delle radio universitarie italiane

Pubblicato il: 16/04/2012 17:24:26 -


Nate in Italia alla fine degli anni Novanta, le radio universitarie sono cresciute nel tempo e si sono riunite in forme associative e imprenditoriali come Raduni e Ustation.it. Oggi, nonostante le difficoltà, resistono nel panorama della comunicazione universitaria per la loro libertà di informazione e alto tasso di creatività. Laboratori formativi e spazi di innovazione contenutistica, sono la risposta a un nuovo corso del giornalismo cosiddetto partecipativo. Una esperienza presentata al 2° convegno di Education 2.0.
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Nel 1999 Mario Morcellini, docente della Sapienza di Roma ed esperto di comunicazione e mass media, pubblicava un libro dal titolo “La tv fa bene ai bambini”. Il suo lavoro, concepito nell’ambito della Media Education, mirava ad analizzare meccanismi e linguaggi della “scatola magica” in virtù di un suo valore educativo. Oggi potremmo prendere a prestito quel titolo per parlare, invece, di come la radio possa fare davvero bene ai bambini. E non solo a loro.

Infatti, la radio come strumento di educazione e formazione è presente nei progetti di radio universitarie italiane presenti da oltre dieci anni nei nostri atenei.

Una tra queste è Fuori Aula Network la web radio dell’Università di Verona nata con un approccio vicino ai valori della Media Education ed è approdata, oggi, ad una nuova forma di gestione imprenditoriale – grazie alla Cooperativa White Lab – da parte di alcuni ex studenti. “Radio Education” edito da Fausto Lupetti, narra la storia del progetto web radiofonico dell’Ateneo scaligero dalla sua ideazione alla sua realizzazione in un’ottica partecipativa e partecipata Un radio, realizzata, infatti, per gli studenti con gli studenti.

Un testo, come il progetto che descrive, partecipato e condiviso tra mondo accademico, professionale e studentesco. Tra il diario e il manuale “Radio Education” è un testo per chi desidera realizzare una web radio di tipo universitario o scolastico partendo dai concetti della Media Education, valorizzando passioni e competenze.

Da sogno a impresa, FAN oggi non è solo una radio ma una factory creativa che – affiancata da un Laboratorio di linguaggi radiofonici per la laurea triennale di Scienze della comunicazione – forma e informa la comunità di riferimento. Di fatto, la cooperativa veronese oggi gestisce anche un’altra radio universitaria, RadioBue dell’Ateneo di Padova. Informazione, musica e intrattenimento culturale sono alcuni degli ambiti di sperimentazione in cui FAN – ma anche le altre radio universitarie italiane che ad oggi sono circa 35 – si cimenta quotidianamente gestendo una redazione di oltre 40 studenti.

La nascita di FAN e la sua evoluzione affondano le radici in alcune trasmissioni su una radio locale veronese, avvenute nel 2001, e si realizzano pienamente nella realizzazione di una vera e propria web radio universitaria online da marzo 2005 in un’ottica pienamente web 2.0. I giovani diventano, così, protagonisti dell’informazione e della comunicazione universitaria e non solo, mettendosi alla prova con microfoni, testi, mixer, interviste e tutto ciò che fa radio.

Le radio universitarie e più in generale i media universitari oggi rappresentano e danno voce a una comunità specifica di riferimento come quella accademica e promuovono valori come sapere e cultura. Grazie alla “comunione” di intenti le radio universitarie possono diventare un potente mezzo di comunicazione soprattutto se si crea una rete come accade grazie a esperienze come Raduni e Ustation.it.

Il quadro delle radio, soprattutto online, universitarie si sta arricchendo, negli ultimi anni anche al crescente contributo delle tv d’ateneo che restano, però, strumento ancora poco diffuso per l’elevato costo di realizzazione e gestione più complessa rispetto alla radio.

Sia le radio che le tv universitarie sono media non profit, proprio perché media istituzionali ma proprio per questo, recentemente, stanno attraversando un periodo di estrema difficoltà. Gli atenei italiani subiscono tagli e le attività ritenute non strategiche – in alcuni casi proprio i media universitari – non vengono sostenuti lasciando gli studenti e i pochi professionisti in esse presenti ad affrontare progetti di fatto privi di modelli economici e organizzativi sostenibili. Sebbene rappresentino un ottimo esempio di laboratorio didattico e creativo, in cui la libertà creativa trova largo spazio, i media universitari italiani oggi sono ad una svolta importante che ne segnerà lo sviluppo futuro. O la fine. Nella maggior parte dei casi essi sono consolidati laboratori multimediali ma non sono ancora considerati strategici strumenti di comunicazione pubblica e istituzionale. Pertanto, senza sostegni economici interni ed esterni la loro sopravvivenza è in bilico.

ENGLISH ABSTRACT:
Born in the end of 1990s, university radios have grown up and now they are united in an association, Raduni, and in an entrepreneurial network, Ustation.it. Today, even if they have some problems with economic resources, they survive for their freedom of speech and their creativity. They are educational labs and places for innovative contents. They are the answer to a new way of making journalism.

Tiziana Cavallo

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