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Onestà e competenza

Pubblicato il: 10/04/2015 15:06:22 -


Non passa giorno senza apprendere qualche notizia che non riesca a disgustarci, senza più sorprenderci. Fortunatamente sono ancora in tanti coloro che hanno mantenuto la capacità di indignarsi. Che fare, dunque? La scuola rappresenta “l’ultimo baluardo contro la barbarie”.
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Queste righe mi sono state ispirate dopo aver sentito, qualche giorno fa, l’intervista televisiva a Fabiola Giannotti, laureata in fisica delle particelle, direttore designato del CERN di Ginevra. La professoressa Giannotti ha affermato senza esitazione che la scuola italiana è di ottimo livello se confrontata con quella degli altri paesi europei e Lei stessa ne è l’esempio. Per questo auspica un’adeguata remunerazione dei docenti, vista l’importanza del ruolo da essi ricoperto nella società. Semplici ma chiare parole, che riconoscono l’essenzialità della funzione docente per la crescita di una nazione. Fin dal primo ciclo d’istruzione. Per questa ragione, aggiunge, occorrerebbe investire molto di più in istruzione e ricerca scientifica. Tutte le promesse in questo senso sono state puntualmente disattese dai governi che si sono succeduti in questi ultimi anni. Per questo il pericolo dell’imperare dell’ignoranza e dell’analfabetismo di ritorno, se non della stupidità, come spesso ci ricorda A. M. Allega nelle sue lucidissime e condivise riflessioni, è concreto.

Una prima inversione di tendenza la si può semplicemente ottenere con un piccolo accorgimento: ciascuno di noi, nel suo piccolo, faccia rigorosamente il proprio dovere. Questo potrebbe non bastare, ma è certamente un primo, importante passo. Chi si occupa di educazione e formazione sa benissimo che la chiave di volta dell’acquisizione di competenze passa attraverso l’impegno costante, la serietà e soprattutto l’esempio dei docenti. Altra parola chiave: l’esempio. Fondamentale per tutti e in particolare per i giovani, che dovrebbero ritrovare nei prof un modello di riferimento, quindi da imitare. Per questo i docenti delle scuole di ogni ordine e grado e di ogni realtà territoriale dovrebbero costituire un esempio concreto, nella quotidianità, di onestà e competenza. La prima è condizione necessaria, la seconda potrebbe anche rivelarsi sufficiente. È necessario condurre le nuove generazioni mostrando rigore nel proporre sia i contenuti disciplinari che i concetti. Il tutto attraverso comportamenti che esprimono serietà, correttezza nelle valutazioni, equità e comprensione. E avere la pazienza di attendere gli effetti nel medio-lungo termine.
Occorre provarci, ripartire da questi fondamentali, se vogliamo che qualcosa cambi. Spesso accade però che onestà e competenza non concorrano a definire univocamente le qualità delle persone. Infatti, se a queste associamo il termine giovane, si ricade in un equivoco sostanziale, inatteso. E molto diffuso. Giovane non è affatto sinonimo di competente e non sempre significa essere capace e onesto! Come se non bastasse, anche dai giovani e onesti vanno esclusi i ciarlatani, gli incapaci e i demagoghi. E i furbi. Onestà è quindi condizione necessaria ma non sufficiente. Ora, una volta esclusi i precedenti, tra gli italiani rimasti, sarebbe opportuno selezionare, per la gestione della cosa pubblica o semplicemente per incarichi di rilevante responsabilità, chi sa fare cosa e ricostruire dalle fondamenta questo povero paese. Preferibilmente, ma non necessariamente, giovani. Ognuno deve essere selezionato e messo in condizione di operare SOLO nel ruolo che è in grado di svolgere al massimo della competenza richiesta. BASTA chiacchiere, iperboli, false promesse, bellone di contorno e portatrici del nulla cosmico, ma di grande apparenza, avvocati nella scuola, filosofi alla sanità, medici alla giustizia … tutto questo non ha senso. Non è pensabile che non si riesca a trovare una nuova classe dirigente, almeno dignitosa, non solo sostituendo i capaci ladri con gli incapaci ma giovani. Ci sono tantissimi anziani in gamba e tanti giovani cialtroni e incapaci. Inoltre i primi possono contare su una vasta esperienza, il che non è poco. Gli ultimi scandali dovrebbero portarci ad una riflessione: attenzione ai falsi miti e alle facili scorciatoie. Riformare non sempre significa migliorare.

Ecco, come per incanto è emerso il vero ruolo dei docenti in questo lungo periodo storico di crisi: favorire nei ragazzi l’acquisizione di solide competenze. Tali da permettere loro di capire, di distinguere e di scegliere il proprio percorso di vita, con piena consapevolezza e coscienza, senza che venga mai meno l’onestà e l’etica nelle proprie scelte. Presenti e future. In buona sostanza, favorire un ricambio generazionale in meglio. L’impressione è che si stia solo mettendo la polvere sotto il tappeto e che i problemi strutturali non vengano affrontati seriamente. Intanto, in questa fase di stallo, l’Italia si deindustrializza, riducendo inesorabilmente e irreversibilmente la capacità occupazionale dei nostri ragazzi … i nostri giovani, i migliori laureati, il nostro futuro. I quali, per sopravvivere, sono costretti a spendere altrove le proprie competenze così tenacemente conquistate. È per questi ragazzi che abbiamo il dovere di impegnarci a fondo. Tutti. Ricominciamo da qui.

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Immagine in testata di Io valgo

Fabrizio Floris

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