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“Paper, pen and phone”, un modello didattico a costo zero

Pubblicato il: 11/07/2014 14:09:47 -


Esistono modelli didattici a costo zero per l’amministrazione scolastica, ma efficaci per i nostri giovani digitalizzati? L’esempio di “Paper, pen and phone” è un buon esempio di connubio fra didattica e tecnologia.
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“Paper, pen and phone” è un progetto-attività sperimentato nel corso degli ultimi anni e che ho adottato in alcune classi delle superiori.

Si tratta di un modello di lavoro, articolato in sette passaggi e in parte liberamente ricomponibili, applicabile a diversi contesti disciplinari che ha come obiettivo un apprendimento – come confermato dal feedback massivo degli stessi studenti – più efficace e personalizzato.

Coniugando tecniche di apprendimento cooperativo con la flessibilità delle tecnologie disponibili, nel nostro caso gli smartphone personali degli allievi, dopo un breve periodo di addestramento e lo sviluppo di un “galateo” di classe, si punta a creare un ambiente di lavoro in cui il modello didattico sviluppi, con la pratica, un ambiente integrato e una piccola comunità di formazione.

Il modello è stato sviluppato nel corso di un avanzato progetto sperimentale (Let’s Net! 2009-2011) ed è stato adottato stabilmente in alcune classi delle superiori per l’insegnamento dell’italiano e della storia; limitatamente a singole esperienze, sono stati svolti moduli di apprendimento anche in matematica e in discipline di indirizzo. L’architettura dello scenario didattico viene disegnata agendo contemporaneamente sui quattro fattori fondamentali del processo d’insegnamento e apprendimento dell’era digitale, ossia: l’ambiente fisico, quello virtuale, la metodologia di lavoro e il ruolo dell’insegnante.
L’obiettivo è sostanzialmente la ricerca del corretto bilanciamento del rapporto tra didattica e nuove tecnologie, permettendo il recupero e il potenziamento di alcune di quelle “abilità attenuate” che l’abuso digitale e altri fattori congiunti stanno provocando nelle giovani generazioni: parliamo della capacità di leggere, di comprendere, di concettualizzare, di sintetizzare, di esprimersi, di esporre in modo chiaro ed efficace e di scrivere. Ma si potrebbe anche parlare delle capacità legate alle competenze logico-matematiche, a quelle tecnico-scientifiche o relative all’apprendimento della seconda lingua: tutti settori nei quali le giovani generazioni mostrano sempre più preoccupanti segni di arretramento e disagio.

Essendo un modello di lavoro specializzato per competenze, la pianificazione viene realizzata attraverso “moduli di apprendimento” della durata di 2 o 4 ore, immediatamente seguiti da una prova di prestazione autentica (lezione, relazione, prodotto ipermediale o esperienza da proporre alla classe) e in ogni caso attraverso una video-ripresa effettuata con lo smartphone: quindi immediatamente pubblicata sul sito di classe attraverso applicazioni ad hoc. Il protocollo di lavoro prevede, inoltre, che non si conosca il nome del relatore se non all’ultimo momento e che tutti i componenti del gruppo debbano comunque preparare, oltre alla relazione completa, un piccolo approfondimento sul tema.

La valutazione della prestazione dei gruppi è realizzata anche con il contributo fattivo dell’intera classe, con una proposta sviluppata secondo una griglia concordata e fatta di semplici indicatori; valutazione che, in questo tipo di esperienza, è sempre condivisa da tutti i componenti. Al termine dell’attività tutti gli allievi lasciano online un rapido feedback: sull’esperienza personale, i problemi e i suggerimenti migliorativi, come attività meta cognitiva e spesso un possibile sviluppo del modello stesso.

I moduli, che prevedono attività di tipo cooperativo, sono realizzati rispettando quattro assunti, a mio avviso indispensabili per ottenere un apprendimento significativo:
-l’attività comune diretta (se faccio capisco!); -la possibilità di usare liberamente la parola (se non sai chiedi!);
-la libertà di movimento nella classe fra le isole di lavoro (personalizziamo lo spazio);
-la trasformazione del ruolo dell’insegnante (aiutami a fare da solo!) in guida esperta e coordinatore, non protagonista, dell’azione didattica.
L’apprendimento viene realizzato, quindi, attraverso l’attività cooperativa di preparazione della relazione,ma con l’obbligo di sintetizzare sempre il percorso in una mappa concettuale collettiva (il “mappone”) e in una individuale che il relatore del gruppo può utilizzare, se vuole, per la presentazione.

Tutte le attività prevedono comunque l’uso tassativo di carta e penna, unito alla rapida ricerca digitale. Sono vietate dal “galateo PPP”: la stampa, la riproduzione digitale dei materiali e l’uso sconsiderato della carta.
In occasioni particolari la stessa mappa personale può essere oggetto di valutazione, come per le esperienze pluridisciplinari condivise, ad esempio, con l’insegnamento della lingua straniera.
Con l’attività meta-cognitiva avanzata gli stessi allievi presentano, in versione bilingue, il “loro” metodo di lavoro sul sito web dedicato.

Sito web: Let’s Net!
Pagina Facebook

Per approfondire guarda la presentazione del progetto

Immagine in testata di TnChanse/Flickr (licenza free to share)

Bruno Santoro

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