Fare musica tutti
Dal convegno internazionale di studi a Roma dal 13 al 14 maggio 2010: “Musica e società. Il fondamento filosofico del fare musica tutti nel sistema formativo”, il racconto di Carla Guetti.
Si è svolta a Roma il 13 e il 14 maggio 2010 la terza edizione del Convegno internazionale di studi dal titolo “Musica e società. Il fondamento filosofico del fare musica tutti nel sistema formativo”, organizzato dal Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica – MIUR – e il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi Roma Tre, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Studi Germanici e la Federazione Cemat (Centri Musicali Attrezzati). L’iniziativa, ideata dai Professori Luigi Berlinguer ed Elio Matassi, è stata avviata negli anni precedenti per dare concretezza applicativa alle Indicazioni Nazionali per il curricolo, sancite normativamente nel 2007, per cui la musica diventa protagonista del processo formativo dalla scuola dell’infanzia fino ai 16 anni. In tale prospettiva e anche in considerazione dei recentissimi provvedimenti ministeriali in materia di riorganizzazione della scuola secondaria superiore, con l’istituzione del Liceo musicale e coreutico, la manifestazione di quest’anno, incentrata sul rapporto tra musica e società, ha offerto il supporto teorico al confronto attraverso una duplice finalità: da un lato, approfondire il tema della legittimazione filosofica della pratica musicale intesa come esercizio formativo non professionale, atto a promuovere la socializzazione e l’integrazione dei giovani; dall’altro, esaminare aspetti comuni alle diverse discipline che attribuiscono alla musica un ruolo fondamentale per la formazione e la crescita dell’individuo e della società. Cosicché il dialogo che si è svolto nelle tre sessioni tra filosofi, pedagogisti, psicologi, antropologi, musicologi e musicisti, è risultato particolarmente significativo e proficuo non solo per l’analisi di alcuni temi specifici ai diversi ambiti di ricerca, ma anche e soprattutto per l’elaborazione di possibili percorsi interdisciplinari attorno a contenuti condivisi in vista di una nuova didattica della musica.
All’apertura del Convegno, nella Sala della Comunicazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, sono intervenuti il Capo Dipartimento dell’Istruzione, Professor Giuseppe Cosentino, e il Direttore Generale gli Ordinamenti Scolastici e l’Autonomia, Professor Mario Giacomo Dutto. Entrambi hanno posto l’attenzione sull’importanza della manifestazione in un momento cruciale nel riordino della scuola, sottolineando la necessità di operare in sinergia con scuola, università e conservatori, affinché la musica e soprattutto la pratica musicale trovino reale attuazione all’interno del percorso scolastico. Da questo punto di vista – hanno aggiunto – gli esiti del Convegno possono risultare assai significativi e rappresentare una sorta di osservatorio privilegiato. La prima sessione “Musica e comune sentire”, presieduta dal Professor Emanuele Beschi del Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica e introdotta dal Professor Elio Matassi, Direttore del Dipartimento di Filosofia, ha messo in evidenza il ruolo determinante della musica in termini di ascolto e di pratica nella realizzazione sia dell’equilibrio individuale psicologico sia dell’integrazione sociale e culturale. In particolare la relazione del Professor Michel Imberty, Rettore dell’Università di Parigi Nanterre-La Défense, di formazione filosofica, musicologica e psicologica, riferendosi agli sviluppi delle neuroscienze e, nello specifico, alle recenti ricerche italiane del Professor Vittorio Gallese sui neuroni specchio, ha sottolineato l’importanza della costruzione di una “coscienza musicale” del proprio essere nel bambino per lo sviluppo non solo delle sue capacità cognitive e creative, ma anche e soprattutto per l’educazione dei sentimenti e dei comportamenti in vista di una crescita armoniosa in relazione con gli altri. Nei tre dialoghi successivi, nei quali hanno preso la parola i Professori Nadia Capogreco, Paolo Damiani, Luca Marconi, Guido Barbieri e Massimo Donà, il fil rouge, sotteso ai vari interventi, è stato rintracciabile nella capacità del linguaggio musicale di creare relazioni dinamiche tra suono e silenzio, sapere e improvvisazione, spazio e tempo, logica ed emozione, individuo e comunità. La Professoressa Gisella Belgeri, Presidente del CEMAT, ha presentato la ricerca sulle Organizzazioni musicali italiane nel loro specifico rapporto con le scuole e il territorio, con il duplice scopo di monitorare realtà altrimenti invisibili e fornire una rete di conoscenza reciproca tra le diverse istituzioni. Al termine del pomeriggio il Professor Roberto Giuliani si è soffermato sulla lunga latitanza scolare dell’apprendimento musicale, che rischia di trasformare soggetti potenzialmente attivi e creativi in meri fruitori/acquirenti passivi, e sui possibili rimedi.
Le sedute successive si sono tenute il giorno seguente presso l’Istituto Italiano di Studi Germanici a Villa Sciarra. La seconda dal titolo “Umano e divino, natura e società”, presieduta dal Professor Vincenzo Cappelletti, ha visto il confronto tra gli aspetti più squisitamente filosofici – nelle relazioni delle Professoresse Maria Teresa Pansera, Clementina Cantillo e Tiziana Pangrazi, incentrate sul valore dell’esperienza musicale in Helmuth Plessner, Ortega y Gasset e Athanasius Kircher – e quelli legati alla pratica musicale – nei contributi dei Professori Luca Aversano, Benedetta Toni e Giacomo Danese, focalizzati sull’importanza del coro, del direttore, dell’orchestra e sull’interazione tra questi e il pubblico anche in contesti educativi e didattici. La sessione ha avuto anche due momenti di pratica musicale in cui sono stati eseguiti brani da due violinisti. La terza sessione “Vivere e crescere attraverso la musica”, presieduta nel pomeriggio dal Professor Matassi, si è aperta con l’intervento del Maestro Alessandra Farro, la quale ha posto l’accento sull’educazione musicale come riconoscimento del bello e del buono; è proseguita poi con la relazione del Professor Jordi Mora, attualmente direttore dell’Orchestra Sinfonica del XXI secolo in Catalogna e dell’Orchestra della Bruckner Akademie di Monaco, con la quale ha realizzato l’integrale delle opere sinfoniche di Bruckner. L’esposizione del Professor Mora sulla fenomenologia del suono e del gesto intesa come filosofia delle relazioni musicali per vivere l’esperienza musicale come coscienza di sé e consapevolezza dell’altro, è stata accompagnata dalla dimostrazione pratica al pianoforte del Maestro Elizabeth Sombart, fondatrice e Presidente della Fondazione Résonnance di Losanna. Il Convegno si è concluso con la partecipazione appassionata del Professor Quirino Principe, che, dopo aver ricordato che la musica appartiene per sua natura alla sfera dell’essere e non a quella dell’avere, ha invitato tutti a sposare la causa dell’importanza imprescindibile della musica e dunque dell’educazione musicale come terapia contro il male di vivere.
All’iniziativa hanno preso parte in modo attivo e interessato personale della scuola – insegnati e presidi – dell’università – docenti, ricercatori e dottori di ricerca – dei conservatori – professori e musicisti – che nelle due giornate hanno avuto modo di confrontarsi in modo costruttivo e vantaggioso sia sugli aspetti teorici che sulla pratica di una didattica della musica.
Carla Guetti