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Fare musica tutti

Pubblicato il: 08/10/2009 17:29:08 -


L’esperienza musicale deve diventare un patrimonio culturale e umano condiviso da tutti!
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Oramai siamo tutti convinti che “fare musica” contribuisca alla maturazione complessiva delle competenze relazionali, cognitive ed emotive degli alunni, predisponga al rispetto delle regole, al rispetto degli altri, faccia percepire una piena valorizzazione delle capacità espressive personali e una più consapevole predisposizione alla partecipazione, alla condivisione e all’esercizio della democrazia. Sennonché a Vibo Valentia la musica è un vero accadimento naturale: è nel rumore delle onde che si infrangono sulle gialle scogliere, nel canto degli uccelli, nel crepitìo della legna che arde, è in tutte le scuole medie della Provincia con i corsi a indirizzo musicale, è nel prestigioso Conservatorio “F. Torrefranca”. Da qui la realizzazione di un’orchestra giovanile provinciale, costituita da alunni e alunne di tutte le scuole medie, del biennio della secondaria superiore e da Giulia, arpista di appena 6 anni.

A giugno abbiamo fatto un viaggio fantastico: Roma, Cortile della Minerva, Ministero della Pubblica Istruzione, Settimana della Musica, dove i nostri orchestrali, magistralmente diretti dal Mª Antonella Barbarossa, Direttore del Conservatorio, si sono esibiti con brani di musica sacra, classica e moderna. Abbiamo visto la gioia del pubblico presente, del Ministro Maria Stella Gelmini, e la fatica fatta di mesi di studio, di prove è stata ampiamente ripagata.

Infatti tra i suoi innumerevoli compiti, la scuola deve anche sostenere il diritto di ogni essere umano di sviluppare la propria creatività e di crescere insieme a essa. L’esperienza musicale deve pertanto diventare un patrimonio culturale e umano condiviso da tutti, perché promuove l’integrazione di diverse componenti, quella logica, quella percettivo-motoria e quella affettivo-sociale. L’autonomia scolastica è il punto di partenza per l’attuazione di misure che devono progressivamente portar a “fare musica tutti’” – come è stato sottolineato durante la cerimonia di apertura del nuovo anno scolastico al Quirinale.

Per questo la curricolarizzazione dell’apprendimento pratico della musica, responsabilmente sperimentale, nel mio I.C. “Amerigo Vespucci” di Vibo Marina, e nel biennio della scuola secondaria superiore “Vito Capialbi” di Vibo Valentia, a partire dall’a.s. 2009/2010, grazie anche a una convenzione stipulata con il Conservatorio, la quale prevede che l’attività di tirocinio della classe di concorso A77 venga effettuata, in queste scuole, per la formazione dei docenti e l’insegnamento pratico per tutti gli alunni. “Fare musica tutti”, quindi, seguendo una logica di tipo ciclico, giungendo a un curricolo sostanzialmente unitario dalla scuola dell’infanzia al biennio della scuola superiore. Molti obiettivi sono comuni ai diversi gradi scolastici e lo schema più adatto a rappresentare un unico curricolo non è quello di una catena lineare, ma piuttosto quello di una spirale che ciclicamente ritorna sul medesimo obiettivo a livelli diversi; è unitario e valido per tutti gli ordini di scuola.

In esso l’apprendimento pratico della musica è una disciplina specifica e interdisciplinare che conduce i ragazzi al raggiungimento di un livello avanzato di comprensione musicale, superando i due casi estremi di competenza esclusivamente “specialistica” o, all’opposto, tendenzialmente “generica” e porta la popolazione scolastica a sviluppare diffusamente una “intelligenza musicale” di buon livello.

Esso conduce all’acquisizione di competenze non solo analitiche o storico-musicali, ma anche operativo-manuali. Non solo informazioni sulla musica, ma dirette esperienze acustiche e di esecuzione musicale, riflessioni che nascano dall’agire sfruttando la cosiddetta intelligenza del corpo. L’obiettivo generale è creare insieme all’interno di un vasto campo di esperienze riconducibile a un processo in costante divenire fatto di vocalità, uso di strumenti, attività gestuali e motorie. Gli obiettivi trasversali, sottesi ai diversi cicli scolastici, riguardano lo sviluppo delle capacità di far musica, in modi e con scopi differenziati; l’acquisizione della capacità di ascoltare e di esprimersi attraverso il movimento del corpo, di ascoltare e comprendere le opere musicali, nella varietà dei generi, stili, forme e funzioni e di operare e riflettere con e sul linguaggio musicale, tramite l’acquisizione di un lessico essenziale e calibrato; la maturazione delle capacità di orientarsi nella sovrabbondante offerta musicale della civiltà contemporanea e il controllo delle proprie strategie fruitive in relazione alle diverse situazioni.

In questo spazio sarà anche possibile recuperare una pratica che nel nostro orizzonte didattico è marginale o addirittura assente, quella corale per lettura, con l’obiettivo di costruire nello studente quel vocabolario musicale di base necessario da una parte alla sua crescita culturale e dall’altra al suo personale processo di costruzione della personalità.

Maria Salvia

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